Nuovo update antispam Google: SpamBrain colpisce i contenuti AI

Google ha annunciato su X il lancio dell’August 2025 Spam Update, il primo aggiornamento antispam dell’anno. Mentre i SEO onesti tirano un sospiro di sollievo, chi ha costruito il proprio traffico su trucchetti e scorciatoie sta probabilmente guardando Analytics con crescente terrore.

Spam Update di Google, punirà i contenuti generati in massa

L’annuncio è arrivato con la solita freddezza burocratica di Google. Un post su X, qualche riga di spiegazione, un link al Search Status Dashboard. Ma dietro questa apparente routine si nasconde un’operazione che potrebbe ridefinire le classifiche di ricerca per settimane. Il rollout durerà qualche settimana, una formulazione vaga che Google usa deliberatamente per tenere tutti sulle spine.

Al centro di questa operazione c’è SpamBrain, il sistema di intelligenza artificiale di Google progettato per identificare lo spam in tutte le sue forme. Non è un semplice filtro, ha imparato a riconoscere gli schemi tipici dei contenuti spazzatura analizzando miliardi di pagine web.

SpamBrain non guarda solo alle parole chiave ripetute ossessivamente o ai link comprati. Analizza la struttura dei contenuti, i pattern di pubblicazione, le reti di link, persino il comportamento degli utenti. Se un sito ha migliaia di pagine generate automaticamente che nessuno legge mai per più di tre secondi, SpamBrain lo sa.

Le vittime di questo aggiornamento

Google ha stilato una lista nera di pratiche che questo update colpirà con particolare ferocia. Il cloaking (mostrare contenuti diversi a Google e agli utenti), le pagine satellite create solo per catturare traffico, la keyword stuffing che rende i testi illeggibili, l’abuso di domini scaduti ricomprati solo per il loro PageRank residuo.

Ma il vero bersaglio sono i contenuti generati in massa, probabilmente con l’AI. Quei siti che pubblicano centinaia di articoli al giorno, tutti stranamente simili, tutti ottimizzati per keyword di coda lunga, tutti privi di qualsiasi valore reale per chi legge. Google ha capito che l’AI generativa ha abbassato drasticamente il costo di produzione dello spam, e sta reagendo di conseguenza.

La parte più brutale dell’annuncio riguarda i link spam. Google è categorico: I vantaggi di ranking ottenuti con link spam non potranno essere recuperati. È una sentenza definitiva. Chi ha costruito il suo successo comprando link o facendo scambi sottobanco, è senza speranza.

È un messaggio chiaro alla community SEO. Google non è più disposta a dare seconde chance a chi ha deliberatamente violato le sue linee guida. Una volta marchiato come spammer, lo stigma rimane.

La strategia del silenzio di Google

Come sempre, Google non rivela i dettagli tecnici dell’update. Non sappiamo quali segnali specifici sono stati modificati, quali soglie sono state aggiustate, quali nuovi pattern sono stati aggiunti a SpamBrain. Questa opacità è deliberata: se i SEO black hat sapessero esattamente cosa cerca Google, troverebbero modi per aggirarlo.

Ma il silenzio crea anche problemi per i siti legittimi. Come si fa a sapere se si è stati colpiti per errore o per una vera violazione? Come correggere i problemi che non si sa di avere? Google risponde rimandando alle sue linee guida generali, ma sono documenti vaghi che lasciano ampio spazio all’interpretazione.

Il consiglio standard di Google è di non prendere decisioni affrettate durante il roll out. Più facile a dirsi che a farsi. La strategia migliore è documentare tutto: screenshot delle posizioni, export dei dati di traffico, analisi delle pagine più colpite. Solo quando l’update sarà completamente implementato si potrà capire cosa è successo davvero e come reagire.

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