Nintendo ha confermato di aver subito un attacco informatico, ma senza riportare alcuna grave conseguenza. È quanto riferito dalla società alla testata nipponica The Sankei Shimbun, fornendo alcuni dettagli (in verità davvero pochi) sull’accaduto. Tutto ha avuto inizio nei giorni scorsi, con la circolazione online di alcune informazioni relative alla violazione.
Attacco a Nintendo, che però minimizza
Stando a quanto ricostruito, la responsabilità dell’azione è da attribuire al Crimson Collective. In data 11 ottobre, il profilo X di Hackmanac (società specializzata in cybersecurity) ha pubblicato l’immagine visibile qui sotto. Mostra alcuni dei contenuti che il gruppo avrebbe sottratto all’azienda di Super Mario, raccolti in cartelle come for-stress-test
e nintendo-topics
. La prima potrebbe far pensare a materiale come codice sorgente o versioni preliminari dei giochi in fase di sviluppo, ma non è così.
Dal canto suo, Nintendo è intervenuta sulla questione per minimizzare l’impatto di quanto accaduto, smentendo categoricamente le voci relative a un leak.
Non abbiamo conferme di alcuna fuga di notizie di dati personali e non si è verificata alcuna fuga di notizie di sviluppo o aziendali.
L’ipotesi più probabile è che Crimson Collective abbia violato solo alcuni server esterni relativi al sito web della società, non i sistemi interni. Non ci sarebbe dunque alcun rischio di veder comparire informazioni in merito ai giochi in fase di sviluppo non ancora annunciati (chi ricorda il mega leak di GTA 6?) o ai prototipi dei prossimi hardware.
Non è un Teraleak 2.0
Lo scorso anno andò diversamente a Game Freak, software house giapponese da lungo tempo al lavoro sui giochi della serie Pokémon pubblicati proprio da Nintendo stessa. La violazione, subito battezzata Teraleak, portò al furto di codice sorgente per diversi titoli ancora segreti (su tutti HeartGold e SoulSilver) e a svelare la roadmap delle uscite fino al 2030, inclusi quelli per la nuova console Switch 2.