nel mirino i canali YouTube che li mostrano

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Negli ultimi mesi Nintendo ha rafforzato pesantemente i suoi sforzi volti a combattere il tema dell’emulazione delle sue piattaforme. Da prima è stato il turno di Yuzu e Citra, due degli emulatori più famosi nella scena Switch e 3DS – rispettivamente -, mentre nelle scorse ore abbiamo visto come la casa di Kyoto abbia agito in maniera preventiva anche nei confronti di Ryujinx, l’ultima vera alternativa a Yuzu che si pensasse potesse restare del tutto estranea alle vicende legali con Nintendo.

Sembra però che la società giapponese non si stia limitando a colpire direttamente la fonte del suo problema, bensì abbia cominciato a rafforzare ulteriormente la sua attività censoria anche nei confronti di tutti i canali YouTube che hanno in qualche modo mostrato in azione gli emulatori delle sue piattaforme, anche di quelle meno recenti. Andiamo a vedere cosa è successo.

IL PUGNO DI FERRO DI NINTENDO



Sia chiaro, Nintendo è sempre stata molto attiva nel colpire direttamente tutti i canali che mostravano i suoi giochi emulati, tuttavia si è spesso limitata a bersagliare i contenuti relativi alle sue piattaforme attuali, lasciando correre quelli che invece coinvolgevano console ormai superate come SNES, Nintendo 64, Game Boy Advance e simili.

Le cose sono cambiate negli ultimi giorni, quando a finire nel mirino della casa di Kyoto è stato il canale Retro Game Corps, da sempre attivo nella scena retrogaming anche attraverso la promozione delle ormai famosissime retro console che spopolano tra gli appassionati del settore (ovviamente per chi non ricerca l’esperienza di gioco su hardware originale).

Per farla breve, la vicenda che ha coinvolto Retro Game Corps riguarda la ricezione di ben due avvisi di infrazione del copyright da parte di Nintendo Japan, nei confronti di contenuti nei quali i giochi della grande N venivano mostrati in azione proprio su alcune delle ultime retro console che sono state recensite dal canale. Questo ha portato ad un importante cambio di politica da parte di RGC, il quale ha annunciato che, da ora in avanti, non coprirà più l’aspetto legato all’emulazione delle console Nintendo all’interno dei suoi contenuti, al fine di tutelare il suo canale.

Russ, il volto dietro Retro Game Corps, ha comunque manifestato la volontà di presentare un ricorso, in quanto uno dei contenuti riguardava l’emulazione di Wii U, piattaforma che Nintendo stessa ha ufficialmente abbandonato in ogni sua forma proprio nel 2024, tuttavia teme di dare il via ad un’azione legale che potrebbe risultare più problematica del previsto, date le ingenti risorse che permettono a Nintendo di mettere in piedi un team di legali molto difficile da contrastare.

UN PERICOLOSO PRECEDENTE PER IL FUTURO DELL’EMULAZIONE



Si può approcciare questa vicenda in diversi modi – anche enfatizzando come spesso il tema dell’emulazione venga semplicemente sfruttato per fruire di contenuti pirata -, tuttavia è innegabile che l’attività svolta da Nintendo negli ultimi mesi stia diventando sempre più opprimente nei confronti di un settore che di fatto non è illegale.

L’emulazione è infatti un prezioso strumento che permette di mantenere in vita tutti quei classici che non sarebbero recuperabili in altro modo, contribuendo a preservare la memoria storica del medium videoludico. Un recente studio commissionato dalla Video Game History Foundation, ad esempio, certifica come l’87% dei videogiochi venduti negli USA tra il 1960 e il 2009 non siano più accessibili al pubblico, in quanto non più supportati da alcun tipo di hardware legalmente venduto.

Il pugno di ferro di Nintendo è quindi molto meno comprensibile quando, all’interno dei contenziosi, vengono presi di mira i contenuti che riguardano piattaforme ormai cadute in disuso, che al massimo vedono una rappresentazione minoritaria all’interno dell’offerta di servizi proposta su Nintendo Switch Online, nella quale viene riproposta quale solo una minuscola parte del catalogo di ogni singola piattaforma.



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Probabilmente Nintendo ha tutte le ragioni legali per intentare le sue azioni, tuttavia sarebbe più corretto se tale crociata contro l’emulazione venisse accompagnata da un serio impegno nel preservare la memoria dei suoi classici – sia i grandi che non -, attraverso iniziative più significative di quelle in atto. Altrimenti il rischio è di trovarsi solo davanti ad un attacco unilaterale al tema dell’emulazione in generale, il cui futuro appare minacciato proprio da azioni come questa.

Se volete approfondire la questione, vi lasciamo un lungo video nel quale diversi youtuber – tra cui lo stesso Russ – sono intervenuti per commentare proprio la vicenda che ha colpito Retro Game Corps e in che modo questa impatterà il futuro della scena su YouTube.



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