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NASA, al via la gara per costruire rete dati tra Marte e la Terra

NASA, al via la gara per costruire rete dati tra Marte e la Terra

Per decenni, la NASA ha costruito e gestito in autonomia le proprie sonde e orbiter per trasmettere dati da Marte alla Terra. Ma ora qualcosa è cambiato. L’agenzia spaziale americana ha deciso di adottare un modello “as-a-service”, proprio come fa già per i lanci e il trasporto degli astronauti. In pratica, invece di possedere e gestire direttamente le infrastrutture, vuole acquistare connettività da fornitori privati.

Chi porterà Internet su Marte? La Nasa accende la gara

Questa svolta ha acceso una vera e propria corsa tra aziende spaziali per diventare il ponte digitale tra Marte e la Terra. E non si tratta di un singolo contratto, ma della costruzione di un’intera rete interplanetaria.

La sfida è aperta e i nomi in gioco sono pesanti. Blue Origin ha appena presentato il suo Mars Telecommunications Orbiter, basato sulla piattaforma Blue Ring, un veicolo manovrabile e ad alte prestazioni pensato per supportare le missioni NASA già dal 2028.

Rocket Lab ha proposto un proprio orbiter per telecomunicazioni marziane, parte integrante della sua architettura per la missione Mars Sample Return. E SpaceX? Sta lavorando a un adattamento dei suoi satelliti Starlink per le comunicazioni interplanetarie.

Nel 2024, NASA aveva già finanziato 12 studi preliminari, coinvolgendo proprio SpaceX, Lockheed Martin e Blue Origin per esplorare soluzioni di relè di nuova generazione.

Dalla Luna a Marte: una rete per l’umanità

Il piano di NASA è ambizioso. Creare un’infrastruttura interoperabile che possa servire non solo le proprie missioni, ma anche quelle di altri clienti. L’obiettivo è duplice: una “linea principale” tra la Luna e la Terra, e un sistema end-to-end per trasmettere dati da Marte fino ai centri operativi terrestri.

Ma le sfide tecniche sono enormi: latenza elevata, interferenze solari, finestre di visibilità limitate e sistemi ultra-resilienti. Per questo, l’agenzia ha lanciato una richiesta di proposte per studiare le soluzioni più promettenti, senza ancora passare alla fase di costruzione vera e propria. La posta in gioco? Trasformare l’esplorazione planetaria in una presenza umana permanente.

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