Meta ha annunciato una significativa riduzione del prezzo dell’abbonamento per le versioni senza pubblicità di Facebook e Instagram nell’Unione Europea, adattandosi ulteriormente alle esigenze del Digital Markets Act (DMA), così come era stato richiesto dalla Commissione Europea a luglio.
Prezzi di Facebook e Instagram più bassi del 40% nell’Unione Europea
Il nuovo prezzo mensile per l’abbonamento senza pubblicità scende a 5,99 euro sul web e a 7,99 euro se acquistato via iOS e Android (a causa delle commissioni degli store), rispetto ai precedenti 9,99 euro e 12,99 euro. Ogni account aggiuntivo comporterà una spesa di 4 euro con acquisto sul web o 5 euro dagli store dei dispositivi mobili.
Gli abbonati esistenti non dovranno intraprendere alcuna azione: dato il prezzo che già pagano sarà automaticamente ridotto. Inoltre, in vista del cambio di tariffa, Meta chiederà di nuovo agli utenti europei se vorranno abbonarsi a questo prezzo più basso, anche se avevano già dato una risposta al lancio degli abbonamenti in Europa.
Meta ha indicato i nuovi prezzi in una nota in cui non nasconde il risentimento verso le autorità UE, dato che scrive: “Nonostante i nostri sforzi per rispettare la normativa europea, abbiamo continuato a ricevere ulteriori richieste da parte delle autorità di regolamentazione che vanno oltre quanto previsto dalla legge”.
Tracciamento o abbonamento, l’Europa boccia il modello di Meta: “Non offre vere alternative agli utenti”
Alla fine dell’indagine iniziata a marzo di quest’anno, la Commissione aveva infatti ritenuto non idoneo il modello “paga o acconsenti (di essere tracciato)” di Meta poiché, secondo il DMA, i gatekeeper devono chiedere il consenso degli utenti per combinare i loro dati personali tra i servizi della piattaforma principale designata e altri servizi; ma se un utente rifiuta tale consenso, deve comunque avere accesso a un’alternativa meno personalizzata ma equivalente.
Il modello proposto e messo in campo da Meta, secondo la Commissione, non permetteva invece agli utenti di optare per un servizio che utilizzi una quantità minore dei loro dati personali, ma che fosse altrimenti equivalente al servizio basato sugli “annunci personalizzati”.
E con le nuove tariffe, Meta è scesa a patti anche sugli annunci. Infatti, nella nota scrive che nelle prossime settimane, gli utenti UE che scelgono di utilizzare Facebook e Instagram gratuitamente con gli annunci pubblicitari potranno scegliere di vedere “annunci meno personalizzati”.
Dal punto di vista tecnico si traduce in un’opzione di annunci basati su un numero minore di dati. Saranno quindi mostrati annunci che terrano conto solo del contesto – ciò che una persona vede in una particolare sessione su Facebook e Instagram – e su un insieme minimo di dati, tra cui l’età, la posizione, il sesso e il modo in cui una persona interagisce con gli annunci.
Ma Meta avvisa che in un sistema di annunci con pochi dati a disposizione sarà costretta ad aggiungere interruzioni pubblicitarie non saltabili per alcuni secondi (un po’ come avviene per YouTube) al fine di consentire agli inserzionisti di connettersi con un pubblico più ampio.
La stoccata alla Commissione Europea
Nel comunicato, Meta non perde l’occasione di tirare una frecciata all’UE: “Ogni anno le aziende europee guadagnano 107 miliardi di euro di entrate grazie agli annunci personalizzati sulle nostre piattaforme, promuovendo la crescita economica e sostenendo i posti di lavoro. Ogni euro speso per gli annunci Meta produce 3,79 euro di ricavi per gli inserzionisti in Europa”.
Quindi aggiunge: “Questo valore è disponibile solo attraverso la pubblicità personalizzata, ma è a rischio di declino perché se la regolamentazione dell’UE rende la pubblicità digitale meno efficiente, l’intera comunità imprenditoriale europea ne risente. Come quando le modifiche apportate da Apple alla trasparenza del tracciamento delle app hanno reso più difficile per le piccole imprese raggiungere i propri clienti, i regolatori che rendono più difficile e costoso per le aziende raggiungere le persone non produrranno la crescita economica richiesta dagli stakeholder europei”.