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L’AI inciampa dove l’essere umano brilla: l’istinto di sopravvivenza

L'AI inciampa dove l'essere umano brilla: l'istinto di sopravvivenza

Si lodano spesso le prodezze dell’AI. Viene da chiedersi se non finirà per fare tutto al posto nostro… Eppure arriva una scoperta che ci restituisce un po’ di fiducia. Per quanto potente, fatica ancora con qualcosa che per noi è quasi automatico. Una forma di pensiero che non impariamo, ma è innata.

L’intuizione umana che l’AI non riesce ancora a imitare

Quando ci si trova davanti a un fiume o una strada piena di auto, qual è il primo pensiero? Probabilmente èn una domanda: come attraversare? Istintivamente, il cervello valuta la situazione. Bisogna camminare, correre, nuotare? O semplicemente tornare indietro? Prende la decisione in una frazione di secondo. Questa capacità umana è essenziale per la nostra sopravvivenza quotidiana.

È un riflesso naturale. E per comprendere meglio il meccanismo, i ricercatori hanno utilizzato uno scanner MRI. L’obiettivo è osservare cosa succede nella nostra mente quando ci troviamo di fronte a un ambiente sconosciuto. Durante il test, i partecipanti guardavano foto di luoghi diversi, sia interni che esterni. Il loro compito era quello di indicare l’azione che avrebbero compiuto in ciascun luogo. Mentre lo facevano, gli scienziati analizzavano l’attività del loro cervello.

E quello che hanno scoperto è affascinante. Infatti, il nostro cervello non si limita a vedere ciò che c’è nella foto. Automaticamente, immagina cosa si potrebbe fare in quell’ambiente. Anche senza pensarci consapevolmente, il nostro cervello anticipa e immagina le azioni possibili.

Il nostro cervello batte ancora l’intelligenza artificiale

Parallelamente, i ricercatori hanno anche testato l’AI per vedere come i suoi algoritmi se la cavano rispetto al cervello umano. Hanno utilizzato strumenti come modelli di riconoscimento delle immagini e GPT-4.

La loro conclusione è inequivocabile. L’AI non è brava come noi a indovinare le azioni possibili in una scena. I modelli AI si sono dimostrati meno efficaci in questo campo e hanno ancora molto da imparare dall’efficiente cervello umano, spiega Iris Groen, neuroscienziata computazionale che ha condotto lo studio.

Quando i sistemi AI sono state addestrati a riconoscere le azioni, hanno ottenuto risultati leggermente migliori. Ma anche in questo caso, il loro modo di ragionare è diverso da quello umano. Sì, possono imitare le nostre decisioni, ma capire come attraversare un luogo? Non ancora.

Detto questo, è chiaro che il vantaggio è solo temporaneo. L’intelligenza artificiale sta viaggiando alla velocità della luce e si sta diffondendo anche in settori come la sanità, la robotica o le auto a guida autonoma. Forse un giorno ChatGPT e i suoi amici saranno in grado di riflettere su come muoversi in molti ambienti diversi. Ma per ora, possiamo essere orgogliosi di avere un cervello che li supera, almeno in questo!

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