La trappola del network marketing: migliaia di giovani sfruttati con la promessa di soldi facili e bella vita

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Se ci penso adesso mi vergogno, avevo solo 16 anni e non avevo capito di essere finito all’interno di una trappola dove gli unici che ci hanno guadagnato non li ho mai nemmeno incontrati. Ho perso gli amici, e i nuovi amici che mi ero fatto, quando me ne sono andato da quella che si è rivelata essere era una setta, mi hanno voltato le spalle”.

Questa è la trascrizione di uno dei tanti vocali che alcuni ragazzi, oggi maggiorenni, ci hanno mandato quando abbiamo iniziato le scorse settimane a seguire i fili di quello che tecnicamente si chiama network marketing ma a cui ci si riferisce in molti video, forse per non far suonare subito un campanello d’allarme, semplicemente “lavorare online”.

I più giovani sanno sicuramente di cosa stiamo parlando e molti sono consapevoli di come funziona. I genitori spesso no: nel momento in cui scriviamo, migliaia di genitori stanno alimentando, del tutto ignari, un sistema poco limpido con i soldi che affidano ai figli per acquistare servizi come corsi di formazione o corsi per la crescita personale. Ma di crescita ce n’è poca e vedremo perché.

A partire da marzo Instagram e TikTok sono stati letteralmente invasi dai video di ragazzi che hanno partecipato ad una serie di convention in Europa. I video, tutti costruiti con lo stesso schema, la stessa musica e lo stesso stile, partono con una frase del tipo “Scusi prof se ho saltato la verifica ma mi stavano premiando davanti a 7.000 persone”. 

Qualcuno ha usato 6.000, qualcuno 8.000, qualcuno esagerando 12.000; ma la realtà è che migliaia di giovani italiani, e non solo, si sono pagati un biglietto aereo, un hotel e anche il biglietto per entrare alla convention della “loro azienda”, circa 200 euro, per inseguire un sogno, quello della ricchezza, che esaudiranno solo coloro che quella Convention l’hanno organizzata e pochi altri.

Quando si chiede ad uno di questi ragazzi per quale motivo, in quanto collaboratori di una azienda, abbiano dovuto pagare di tasca loro la partecipazione e le spese di viaggio, chiedendo in molti casi i soldi ai genitori, la risposta è sempre quella: quello che ci hanno insegnato a quell’evento, le strategie e le tecniche di marketing e vendita, “valgono di più del prezzo del biglietto e ci aiuteranno ad aver successo nella vita”.

Chi ha partecipato a certe convention si vede già come futuro milionario. La realtà è ben diversa


Chi ha partecipato a certe convention si vede già come futuro milionario. La realtà è ben diversa.

La promessa di soldi, viaggi, bella vita e nessuno a cui obbedire: come toccare le corde giuste

In un Paese dove gli stipendi sono fermi da anni e le prospettive per l’impiego giovanile poco allettanti, basta promettere denaro facile con uno sgrammaticato post sui social per raggranellare decine di commenti di persone che chiedono come fare per aderire. 

Pescare vittime sui social non è difficile, ma è tuttavia sbagliato colpevolizzare tout court le strutture di vendita piramidali. Ci sono due grossi filoni che corrono paralleli sulla rete e sono entrambi legati al network marketing. 

Da una parte ci sono le reti legalissime e trasparenti di vendita diretta, spesso organizzate con qualche livello gerarchico di responsabilità e profitto, che usano anche l’online per riuscire a vendere più prodotti o reclutare nuovi venditori.

L’altra faccia del fenomeno si basa invece su schiere di giovani che cercano di convincere altri giovani a vendere corsi su trading e forex, accesso a portali con sconti (che poi il più delle volte sconti non sono) e formazione (spesso finanziaria). Secondo quanto raccontatoci da chi ci è passato, quello che viene venduto in realtà è un pacchetto ad abbonamento di servizi di scarso valore ad un prezzo che può arrivare anche a migliaia di euro al mese.

Il ramo “social” dell’attività di network marketing è borderline, quello in assoluto meno limpido e in cui l’obiettivo nascosto non è vendere qualcosa ma reclutare sempre più persone così – questa la promessa –  da poter arrivare alla vita indipendente e di successo. Un obiettivo per il quale si è disposti a passare sopra a tutto. 

Le recensioni online relative ad alcune di queste aziende

Uno dei ragazzi che ci ha scritto ha iniziato quando era minorenne, cosa vietata nell’ambito della vendita diretta: ci è riuscito perché  – confessa – “mi hanno spinto a mettere il nome e i dati dei miei genitori, a loro insaputa”

Il problema di fondo è che spesso i social network pongono i giovani davanti ad una realtà distorta, fatta di jet privati e “big money”. Un tempo erano calciatori e vip a mostrare il benessere, ma era abbastanza evidente che per arrivare ad avere tutto quello servisse talento, fortuna e impegno; insomma una cosa non per tutti.

Poi sono arrivati gli influencer, e qualche convinzione ha iniziato a vacillare: quello che è passato è che basti uno smartphone e un’idea comunicativa buona per essere qualcuno; per alcuni è stato effettivamente così anche se poi, chi prende quella strada, scopre che solo uno su mille ce la fa e che dietro tutta quella facciata patinata, la strada per il successo è comunque lastricata di sacrifici, dedizione e poco tempo libero.

Ora è arrivato il network marketing: a sventolare mazzi di banconote e a farsi video dalle piscine di Dubai non sono più vip irraggiungibili, e nemmeno gli influencer.

Sono persone apparentemente normali, amici, conoscenti, ragazzi e ragazze che fino al mese scorso magari lavoravano in fabbrica, facevano lavori umili, avevano una vita complicata; e invece ora, grazie al miracolo del “lavoro online”, prendono tutti i giorni un aereo, fanno “call con il team” e devono solo capire dove spendere la montagna di soldi che riescono a fare con il network marketing. Questo quello che traspare da veri e propri reel “time lapse”.















Il network marketing esiste da sempre, ma al centro ci deve essere il prodotto, non la “piramide” di persone

Cosa distingue esattamente una legittima attività di vendita diretta da una struttura piramidale vietata dalla legge in Italia? La risposta risiede principalmente nella Legge 173 del 17 agosto 2005, che disciplina la “vendita diretta a domicilio” e mira esplicitamente a tutelare i consumatori “dalle forme di vendita piramidali”. Secondo la legge (Art. 1), la vendita diretta (spesso a domicilio o tramite forme come il Multi-Level Marketing – MLM) è un’attività legale in cui un’azienda, tramite incaricati alla vendita diretta, promuove e vende prodotti o servizi direttamente ai consumatori finali, al di fuori di locali commerciali tradizionali. Gli elementi chiave di un’attività di vendita diretta legittima sono il focus sul prodotto/servizio e il cuore dell’attività è la vendita di beni o servizi reali, con un valore intrinseco, a consumatori finali. Il guadagno, poi, deve essere basato sulle vendite di questi beni e servizi reali, da quelle personali ed eventualmente da una percentuale sulle vendite generate dalla rete di venditori sotto la propria cura (nel caso del marketing multilivello). Tuttavia, il guadagno è sempre collegato a un fatturato reale di prodotti/servizi.

Inoltre i costi d’ingresso devono essere ragionevoli: i costi iniziali per diventare incaricato (es. kit dimostrativo, materiale formativo) devono essere contenuti e commisurati al valore del materiale fornito, non devono essere una barriera d’ingresso speculativa e non deve venire richiesto all’incaricato di acquistare grandi quantità di prodotti che difficilmente riuscirà a rivendere.

La stessa Legge 173/2005, agli articoli 5 e 6, vieta e sanziona penalmente le “vendite piramidali” e le “catene di Sant’Antonio”.


Queste strutture sono considerate illegali perché il loro vero scopo non è vendere un prodotto, ma reclutare nuove persone, i cui contributi economici (sotto forma di tasse d’ingresso elevate o acquisti obbligatori iniziali) vanno a remunerare chi sta ai vertici della piramide. Il segnale d’allarme che spesso definisce uno schema piramidale illegale è il focus sul reclutamento: l’enfasi principale è sul “unisciti a me” piuttosto che sulla vendita del prodotto. Il guadagno promesso deriva quasi esclusivamente dall’arruolamento di nuovi membri. Ci sono poi promesse di guadagni facili e veloci: si prospettano rendimenti economici elevatissimi e irrealistici, legati in realtà più al numero di persone reclutate che alle reali capacità di vendita.

Come scappatoia per provare a rientrare nelle regole, spesso il prodotto o il servizio esiste realmente, ma è secondario, sovraprezzato o di scarsa qualità/utilità. Serve solo a mascherare la vera natura dello schema, che è finanziario e basato sul reclutamento.


Nel caso del network marketing che sta spopolando sui social i costi di ingresso tutt’altro che ragionevoli. In molti casi alle persone viene chiesto di comprare un pacchetto mensile con costi che partono da qualche centinaia di euro per arrivare anche a migliaia di euro. “Per iniziare un’attività SERIA bisogna essere disposti ad investire inizialmente. Tu quanto sei disposto/a ad investire su te stesso/a? 600 euro, 1200 euro o 2100 euro?” si può leggere in un form online che viene usato per il reclutamento.

Si tratta in tantissimi casi di un vero e proprio canone ricorrente che una persona può annullare solo se trova altre persone che comprano il pacchetto. Come? Queste aziende spesso riconoscono un incentivo fisso a seconda del numero di persone che entrano a far parte del network, quindi le persone che un nuovo “entrato” riesce a reclutare per lavorare sotto di lui, e l’incentivo è fissato ad un prezzo tale che quando si reclutano un tot di persone, solitamente quattro, questo è sufficiente per coprire il costo del pacchetto di chi ha reclutato, che quindi smette di pagare e va in pari. Come in ogni schema piramidale il guadagno vero inizia quando le persone reclutate iniziano a loro volta a trovare altre persone, e più i rami si moltiplicano più aumentano le commissioni.


L’investimento iniziale richiesto, quello che secondo la legge dovrebbe essere ragionevole serve per quelli che dovrebbero essere i prodotti venduti: corsi di trading e forex, accesso a portali di viaggio per avere viaggi scontati, cosmetici con prezzi di listino spesso gonfiati, bevande energetiche e, per chi prende il pacchetto da migliaia di euro perché “vuole investire tanto su se stesso”, anche buoni vacanza omaggio.

I clienti che non fanno parte del sistema in realtà non ci sono: c’è solo un meccanismo che spinge a trovare altre persone per evitare di pagare e guadagnare bonus.

Siamo riusciti a entrare in uno di questi portali con un account “temporaneo” destinato ad amici e parenti e, rispetto ai classici siti di viaggi, non c’è alcuno sconto che non si riesca ad ottenere tramite altri canali.

Vedere clausole e contratti? “Non credi abbastanza in te stesso e nella tua crescita, serve istinto”

Un’altra persona fuoriuscita ci spiega nel dettaglio come funziona il reclutamento. Prima vogliono sapere chi sei, quanti anni hai, se hai un lavoro e controllano i suoi profili social. Chiedono se hai la possibilità economica per pagare il pacchetto o se serve l’aiuto dei genitori. C’è chi è insistente e fa leva sulla fretta, “se perdi questa occasione altre persone entrano al posto tuo” e chi invece evita di premere troppo sull’acceleratore sapendo che una pressione eccessiva potrebbe sembrare sospetta. Contratti? “Non c’è un vero contratto – ci dicono – c’è solo un’accettazione dei termini e delle condizioni che ti spingono a fare durante la telefonata o la videochiamata. Se chiedi tempo per visionare le clausole ti dicono che non vuoi veramente crescere, che serve istinto”. 

Ogni possibile new entry viene schedata e le schede vengono poi analizzate per capire se una persona ha potenziale oppure no. Ecco una scheda che ci hanno girato, oltretutto in questo caso si tratta di una ragazza minorenne.

I soldi, durante il processo di “selezione”, non vengono citati: solo dopo si scopre che c’è da pagare.

Come (e quanto) guadagna davvero chi guadagna

Tra le tante cose inesatte e false che vengono dette da chi cerca di reclutare persone online promettendo guadagni facili, una sola cosa è vera: che si guadagna potenzialmente tantissimo

Per chi non conosce come funziona uno schema piramidale è abbastanza semplice, e il nome è dovuto proprio alla sua struttura.

Immaginate una piramide: in cima c’è una persona (o un piccolo gruppo) che avvia lo schema. Questa persona recluta un certo numero di persone “sotto” di sé. Per entrare, queste persone di solito devono pagare una quota di iscrizione o comprare un inventario iniziale di prodotti o servizi (spesso costosi o di scarso valore).

Una parte significativa dei soldi pagati dai nuovi entrati va direttamente a chi li ha reclutati (la persona al livello superiore). Il “lavoro” principale delle persone appena entrate sarebbe quello di vendere il prodotto o il servizio a clienti finali, ma visto che il guadagno vero arriva dalle commissioni che ogni persona ad ogni livello prende in base alle vendite fatte da quelli sotto di lui l’obiettivo principale diventa reclutare a loro volta altre persone. Anche queste nuove persone pagheranno una quota per entrare. I soldi pagati da tutti i nuovi membri “alla base” della piramide servono a pagare le commissioni a chi sta nei livelli superiori. La piramide continua a crescere verso il basso, con ogni livello che deve reclutare persone per il livello successivo.

I blu sono quelli che guadagnano, i rossi quelli che perdono soldi

C’è un punto che è fondamentale e che subito potrebbe non saltare all’occhio: in un sistema di questo tipo la vendita di ogni prodotto, servizio o pacchetto da parte di una persona alla base genera commissioni a catena per tutti quelli che stanno sopra. 

In pratica, per entrare nella rete tocca pagare una specie di canone mensile per accedere al network di servizi che poi andranno venduti. Questo canone si annulla solo quando si riesce a reclutare altre 4 persone da inserire al livello inferiore della piramide, che iniziano a pagare. E ancora non c’è un vero guadagno, che inizia quando anche i 4 sottoposti riescono a reclutare a loro volta altri 4 ciascuno. In pratica pagano in 16 e guadagna uno, oltre a tutti coloro che sono sopra di lui nella piramide. 16 vittime sacrificali per mantenere un ramo di pochissimi che ci guadagnano. Basta moltiplicare questa rete all’infinito, sia in orizzontale che in verticale, per capire quante vittime può mietere.


Capito come funziona il sistema è facile capire anche che chi è entrato nel gioco qualche anno fa ed è stato abbastanza abile da essersi guadagnato un piano alto nella piramide i soldi li ha fatti e ne ha fatti anche tanti. Stiamo parlando però di percentuali di successo davvero basse, perché secondo gli schemi di guadagno pubblicati sui siti delle stesse aziende che si occupano di “network marketing” si vede chiaramente che il 69% delle persone, in media, perde solo soldi ogni mese

Solo il 13% delle persone guadagna una quantità di soldi che può essere definita “una seconda entrata” mentre il 3% ottiene guadagni significativi, superiori a 2.000 euro al mese. C’è invece chi non guadagna e non perde: stiamo parlando di chi è a quel piano della piramide dove compensa il suo canone mensile grazie alle quattro persone che ha trovato e ha inserito nel network sotto di lui, nella speranza che queste persone trovino altri, permettendogli di salire di livello e di iniziare a percepire qualcosa.

La realtà, oltre i dati ufficiali, sembra ulteriormente peggiorativa: secondo le confessioni dei membri, nei team reali l’86% delle persone perde soldi perché reclutare quattro persone è tutt’altro che facile.

Questa è la tabella ufficiale delle commissioni di uno di questi network: se qualcuno prima di aderire cercasse sul sito i documenti, che ci sono anche se non sono molto visibili, capirebbe che è l’azienda stessa a dire che molte persone, quasi il 70%, pagano senza guadagnare nulla.

La tabella mostra la struttura di un network che coinvolge 304 persone: la maggior parte delle persone, 255, non guadagna nulla e e di queste oltre 200 addirittura perdono soldi.


















Livello Persone Percentuali Compensi mensili
Non Manager 204 67,11% -150,00 € (paga)
Manager 51 16,78% 0 € (compensa)
Silver Manager 27 8,88% 550,00 €
Gold Manager 8 2,63% 850,00 €
Platinum Manager 5 1,64% 1.850,00 €
Elite Manager 3 0,99% 4.850,00 €
Director 2 0,66% 9.850,00 €
Altri Manager 4 1,32%  
Totale 304 100%  




























L’uso dei social come mezzo di reclutamento

L’algoritmo dei social lo conosciamo: visto un video, ne propone dieci, cento, mille simili. Non è la prima volta che i social e internet vengono utilizzati in modo borderline; ma solo nelle ultime settimane ci siamo resi conto di quanto questo sistema sia vasto e radicato tra i giovani, il tutto senza che i genitori abbiano la minima idea di quello di cui si sta parlando. 

La quasi totalità dei video “promozionali” sui Network Marketing che si trovano online sono realizzati da giovani “imprenditori” perché, come ci hanno detto alcuni “pentiti”, se ai vertici della piramidi ci sono “vecchi squali” per costruire la base l’obiettivo vero sono i più giovani e i più deboli; chi ha un po’ di educazione economica, questi schemi li evita come la peste. E alla fine si torna sempre lì: il vero strumento è l’educazione, quella che viene dalla scuola, dalla famiglia e che forse dovrebbe arrivare anche dalle istituzioni, magari utilizzando gli stessi canali e gli stessi linguaggi usati dagli imbonitori.


Il filo conduttore di tutti i video “motivazionali” è la bella vita, il viaggio, il benessere. Tuttavia la “bella vita” che viene mostrata sui social è quasi sempre un’illusione costruita ad arte.

Durante l’inchiesta, le scorse settimane, ci sono stati inviati alcuni PDF contenenti i piani social che queste reti affidano ai membri, uno dei pochissimi documenti che siamo riusciti ad avere visto che tutto viene fatto solitamente con contatti diretti proprio per non lasciare in giro documenti e altri elementi.

All’interno dei documenti è possibile vedere come per i video finalizzati a reclutare nuovi aderenti ci sia una struttura e un copione precostituito da seguire, e come si sia spinti a fare un tot di video social per massimizzarne la diffusione. “60 giorni, 8 settimane non stop. senza distrazioni, 60 giorni per te. 60 giorni per i sogni che hai sempre voluto realizzare e che non vuoi lasciare nel cassetto in questo 2025” si legge nel pdf.


Tutto è studiato nei minimi dettagli, viene spiegato come deve essere fatto il video e vengono dati modelli d’esempio. “Ciò che funziona non è essere il “venditore” ma raccontare una storia, la tua storia. Non è importante avere realizzato già chissà quale risultato ma raccontare un percorso, ricorda: le persone scelgono te. La struttura per raccontare una storia è tipicamente la seguente: background, pain, solution, vision. Dov’eri nel passato, qual era la situazione che vedevi e perché non ti andava più bene, spiega che hai trovato una soluzione”.

I video che si trovano online seguono tutti questo schema: vita triste, infelice, insoddisfazione economica, malessere per la propria situazione e poi finalmente l’illuminazione, la via, i soldi a fiumi. Soldi che vengono mostrati insieme a macchine di lusso e viaggi nei video sui social.

Questo modo di “seduzione” si chiama “curiosity approach” ed è una tecnica molto diffusa nel network marketing, dove si pubblicizza uno “stile di vita” (es. libertà finanziaria, viaggi, tempo libero) senza dichiarare esplicitamente che non è semplicemente il racconto di una storia di successo ma una vera e propria proposta commerciale o di reclutamento. L’obiettivo è stimolare la curiosità e portare le persone a chiedere informazioni — da qui il nome.

In Italia (e in generale in Europa), le comunicazioni commerciali sono soggette tuttavia a regole molto precise sulla trasparenza. Il Codice del Consumo (D.Lgs. 206/2005) vieta la pubblicità ingannevole od omissiva e obbliga alla chiarezza sull’identità del venditore e sulla finalità commerciale del messaggio. L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha sanzionato più volte aziende o promoter che non dichiaravano esplicitamente la natura commerciale delle loro attività e spesso ha segnalato proprio il problema della promozione di “stili di vita” senza che venga chiarito che dietro c’è un’attività di vendita o reclutamento.

Nelle migliaia di video creati dai giovani networker per attrarre nella rete altre persone, nessuno dichiara chiaramente che si tratta di attività di vendita diretta o network marketing, nessuno menziona l’azienda o la rete cui appartiene e neppure si identifica come venditore o incaricato; ma soprattutto nessuno pubblicizza il prodotto. 

Pubblicizzano guadagni facili usando frasi che possano risultare fuorvianti come “lavora dove vuoi”, “guadagna mentre dormi”, “fai soldi con 3 ore al telefono” e così via.

La testimonianza di un ragazzo che ci ha buttato tre anni: “Pressione costante, challenge e scommesse”

Un ragazzo, che è rimasto per tre anni all’interno di questo mondo cambiando ben tre aziende diverse, con la speranza che quella nuova fosse migliore della precedente, ci ha mandato un lungo messaggio vocale che abbiamo trascritto.

Fin dall’inizio, l’iscrizione avviene esclusivamente sulla loro piattaforma online, non tramite un contratto formale. Una volta iscritti, c’è una pressione costante per rinnovare pacchetti o sottoscrivere abbonamenti per servizi che, di fatto, non vengono quasi mai utilizzati. Oltre al costo iniziale dei pacchetti, cercano di farti pagare regolarmente questi abbonamenti, anche se non usufruisci dei servizi correlati. Loro ci guadagnano sia sui rinnovi che sugli abbonamenti stessi. Nel mio caso, esisteva anche un meccanismo perverso legato all’abbonamento: o pagavi una certa somma oppure venivi ignorato, senza supporto per chiamate o altre necessità.”


Nel meccanismo anche la costrizione a partecipare a challenge a scommessa

Prosegue il ragazzo che si è “confessato” con DDAY.

”Ci sono anche le scommesse: è successo più volte che durante le chiamate di gruppo, senza alcun preavviso, i leader dicessero pubblicamente: “Ragazzi, se tizio non raggiunge il rango ‘Consultant’ (Uno dei livelli nella gerarchia del network, ndr) questo mese, dovrà pagare 50 euro”. All’inizio potevi pensare fosse uno scherzo, una scommessa goliardica. Ma quei soldi (che potevano essere 20, 50, 70 euro o più) dovevi pagarli davvero. Le persone che proponevano queste “scommesse” erano figure influenti all’interno dell’organizzazione, e non potevi permetterti di opporti per non perdere credibilità ai loro occhi. Se non raggiungevi l’obiettivo che avevi magari anche promesso pubblicamente, la tua reputazione ne risentiva. All’epoca ero giovane e non comprendevo appieno la gravità della situazione. Come si può anche solo pensare di istituire “scommesse” basate sul raggiungimento (o meno) di un obiettivo, chiedendo soldi in caso di insuccesso? Queste “scommesse” non erano eventi isolati, ma venivano proposte ripetutamente a diverse persone.”


Anche solo avere informazioni complete è difficile

Raramente troverai spiegazioni chiare sul sito web dell’azienda riguardo al funzionamento effettivo. Di solito, il funzionamento viene spiegato a voce, in videochiamate. Tuttavia cercano di sviare l’argomento “servizi”, perché sanno che la maggior parte delle persone non li utilizzerà o non è interessata ad essi. Preferiscono concentrarsi su temi come la “crescita personale”, le “esperienze” e la costruzione del team, cioè il reclutamento. 

Poi ti spingono costantemente a reinvestire ogni guadagno ottenuto dalla vendita o dal reclutamento. Ma invece di investire in qualcosa di produttivo, ti indirizzano verso eventi e viaggi organizzati da loro stessi. Questi eventi sono molto costosi – parlo per esperienza personale, costano almeno 250 euro, spesso di più. A questi costi si aggiungono le spese generali del viaggio e magari eventi privati a pagamento durante il soggiorno. Sebbene tutto venga presentato come un’esperienza fantastica, ed alcuni eventi sono effettivamente ben organizzati, è in realtà un’ulteriore spesa a carico del membro.

L’obiettivo di queste organizzazioni sembra essere quello di mantenere i membri il meno informati possibile sugli aspetti pratici e legali. Una persona meno informata è più facile da manovrare. In questo modo, i membri si concentreranno unicamente sul reclutare altre persone per farle entrare nel team, senza approfondire la validità dei servizi offerti o porre domande scomode. 



Se vuoi uscire vieni isolato immediatamente

“Se decidi di uscire o anche solo manifesti l’intenzione di andartene, vieni isolato dal gruppo: ti cancellano dai contatti, smettono di seguirti sui social media, interrompono ogni comunicazione. Finché sei dentro, ti inculcano l’idea che non dovresti parlare con persone esterne al network (“chi non è lì dentro”) perché queste persone “non hanno la mentalità abbastanza aperta”, non sono “abbastanza incentrate sul business” e non capirebbero. Creano una vera e propria bolla. È una forma di manipolazione molto efficace. Anch’io, influenzato da questo ambiente, ho finito per allontanarmi da amici e familiari, dicendo loro cose di cui ora mi pento profondamente. Usano i tuoi sogni, le tue speranze di creare qualcosa di tuo, e li trasformano in un’ossessione per l’apparenza, per il sembrare ricchi e perfetti. Ti spingono a volere intorno solo persone che parlino continuamente di business e network marketing. Questo è il loro obiettivo. Da quando sono uscito, non sono più stato contattato da nessuno di loro. Capisci chiaramente che quelle che credevi amicizie erano in realtà legate solo alla tua appartenenza e utilità al gruppo. Una volta fuori, quell’amicizia non esiste più.”


Ecco come guadagnano davvero i capifila

Posso dirti anche come guadagnano realmente le figure di alto livello, quelli che in alcune organizzazioni vengono definiti “diamanti”. Il loro profitto principale non deriva tanto dalle commissioni generate ufficialmente attraverso la piattaforma, ma da un meccanismo più nascosto. Queste persone si fanno pagare i pacchetti di iscrizione direttamente dai nuovi membri tramite bonifico diretto o contanti. Le piattaforme permettono di comprare pacchetti usando “punti” e le persone che hanno un livello alto, i leader, accumulano molti di questi crediti e li usano per attivare i pacchetti dei nuovi iscritti che portano piattaforma. In questo modo, loro si fanno pagare dalle persone in contanti o con bonifico diretto by-passando il sistema e, presumibilmente, l’IVA. Ti chiedono di pagare direttamente loro, invece che tramite il sito ufficiale, proprio per questo motivo: è un modo per massimizzare il loro guadagno personale in modo poco trasparente ed eludere le tasse, pagano loro per te usando i punti accumulati, quindi non c’è transizione economica e non ci sono tasse. Loro pagano 300 euro con i loro punti al posto tuo, tu devi bonificare 300 euro a loro o darglieli in contanti. 
Questo sistema, insieme alle “scommesse” menzionate prima, permette di accumulare guadagni enormi senza pagare tasse. All’inizio, quando ero dentro, queste pratiche potevano sembrare normali o giustificate dal sistema, ma col tempo ho capito che non lo erano affatto.”





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