La Russia userà le criptovalute contro le sanzioni

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Sembra che la Russia abbia trovato il modo per non cadere sotto il peso delle sanzioni che Biden ha emanato a causa del conflitto in Ucraina. Questa volta la nazione guidata da Vladimir Putin non voglia ripetere le conseguenze subite dalla sua economia nel 2014. Tutti ricordiamo che il Paese fu tagliato fuori dagli scambi commerciali con l’Occidente. I provvedimenti presi a seguito dell’invasione della Crimea sono costati alla nazione russa circa 50 miliardi di dollari all’anno. Le criptovalute, il cosiddetto Rublo Digitale e il ransomware saranno i protagonisti dei piani di difesa russi.

La Russia sfrutterà la tecnologia delle criptovalute e dell’economia digitale per aggirare le sanzioni. Il metodo per attenuare alcuni dei peggiori effetti è già pronto. Il Paese potrebbe  fare accordi con chiunque nel mondo è disposto a trattare con loro attraverso le criptovalute. L’obiettivo è quello di sfruttarle per aggirare i controlli su cui fanno affidamento i governi per bloccare il trasferimento di denaro delle banche.

In altre parole, grazie alle criptovalute, la Russia si assicura la possibilità di concludere le esecuzioni di accordi importanti. Ecco cosa ha dichiarato in merito l’ex procuratore generale Michael Parker che ora dirige la sezione antiriciclaggio e sanzioni presso lo studio legale di Washington Ferrari & Associates:

La Russia ha avuto molto tempo per pensare a questa specifica conseguenza. Sarebbe ingenuo credere che non abbiano realizzato esattamente questo scenario.

Con le criptovalute la Russia ha molti strumenti per eludere le sanzioni

Quindi, da quanto è emerso, la Russia, attraverso le criptovalute, ha molteplici strumenti per eludere le sanzioni a suo carico. Per far questo, secondo gli esperti, è necessario applicare l’unico modo possibile, ovvero quello di fare trading senza utilizzare il dollaro.

Ecco perché la Russia è in corsa per sviluppare una propria valuta digitale con la Banca Centrale Russa. In questo modo, attraverso il Rublo Digitale, potrà commerciare direttamente con gli altri Paesi senza doverlo prima convertire in dollari.

Inoltre, attraverso attacchi ransomware, la Russia potrebbe rubare valute digitali per recuperare in poco tempo le entrate perse a causa delle sanzioni. Attraverso specifiche tecnologie, nonostante le transazioni in criptovalute siano registrate sulla blockchain e quindi trasparenti in superficie, la Russia potrà nascondere l’origine di queste operazioni. In questo modo qualsiasi azienda potrebbe commerciare con entità russe senza essere scoperta. Ma chi potrebbe prestarsi a tutto questo?

Pare proprio che la Russia abbia un elenco nutrito di partner pronti a sostenerla. Basta pensare a tutte quelle Nazioni che sono state colpite a loro volta dalle sanzioni statunitensi come, ad esempio, l’Iran. Anche loro stanno sviluppando valute digitali statali, senza dimenticarci che la Cina è uno dei più grandi partner commerciali della Russia e Pechino sta correndo per sviluppare al meglio il suo Yuan Digitale. Sarà forse un caso?

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