C’è un fenomeno
crescente e preoccupante: si tratta di una sorta di disallineamento tra la vita
online e la vita fisica che affligge molti giovani della generazione Z. Eroi,
spigliati, forti e socievoli online; timidi, insicuri e quasi isolati nel mondo
reale. Una distonia che è alla base di diversi disturbi del comportamento:
questa disconnessione genera nella maggior parte dei casi ansia, depressione,
isolamento; e soprattutto è alla base della creazione di fratture non
trascurabili all’interno dei nuclei familiari, con un’incapacità delle parti,
genitori e figli, di riaprire un canale valido e schietto di comunicazione.

Per sensibilizzare
(e non solo) i giovani cittadini della generazione Z e le loro famiglie su
questo tema, Lenovo ha lanciato una iniziativa decisamente interessante che
prende le mosse da una sorta di esperimento sociologico.
L’idea è quella di
realizzare un avatar AI di alcuni giovani di successo sui social, basandosi
proprio su tutto quanto postato da loro negli anni per addestrare il modello. E
quindi permettere ai ragazzi di vedersi “da fuori” e razionalizzare la
distanza tra i propri “sé”; e soprattutto agli stretti familiari di
confrontarsi con il personaggio social, riuscendo a fare le domande che non
farebbero ai ragazzi e ottenendo le risposte che non riceverebbero nel mondo
reale, dove la comunicazione è temporaneamente interrotta.
Lenovo per esempio
ha portato a galla la storia di Oscar, una ragazza inglese non binaria che da
anni ha un proprio alter ego online, chiamato Spider. Lenovo ha dato in pasto a
un sistema di Intelligenza Artificiale tutto quanto in questi anni ha prodotto
Spider per realizzare il suo avatar fotorealistico che offrisse tutte le
risposte che il personaggio online avrebbe presumibilmente dato. E quindi ha
fatto dialogare questo avatar in linguaggio naturale con i familiare dei
ragazzi. In questo modo Spider si è messa in comunicazione con la nonna. In
questo video la sua storia.
Stessa
cosa con la giovane giapponese Chinatsu: online è una modella curvy senza paura
del giudizio altrui; il contrario di quello che le accade nella vita reale,
dove è molto timida e insicura. “Il
mio modello è riuscito a dire a mia mamma quello che non avevo mai avuto il
coraggio di dirle – ha detto Chinatsu”.,
Esperimento
internazionale a parte, Lenovo ha voluto dare anche una dimensione concreta e
locale a questo progetto, andando anche oltre la semplice sensibilizzazione. Il
partner dell’iniziativa è Telefono Amico Italia, il famoso servizio telefonico
di counseling.

Lenovo ha fornito risorse e tecnologie per estendere il servizio
anche a un’utenza giovane, proprio per incontrare questo tipo di disagio e
permettere ai ragazzi di raccontarsi con la garanzia dell’anonimato. E così, al
solo canale telefonico, si è aggiunto, in orari definiti, anche un servizio di
ascolto e sostegno via WhatsApp.

Infine, dal 18 di
febbraio sarà disponibile su tutte le principali piattaforme un podcast in
quattro puntate sul tema: si intitola “Tentativi di connessione” ed è
condotto da Sofia Viscardi e sostenuto da Lenovo sempre nel contesto del
progetto “Meet Your Digital Self”
