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iPad venduti per sbaglio a 15 euro: chi ha ragione?

iPad venduti per sbaglio a 15 euro: chi ha ragione?

Chi non vorrebbe un iPad a 15 euro? Uno dei modelli più recenti, inoltre, la versione Air da 13 pollici con chip Apple M3, dal valore commerciale di 869 euro. C’è chi è riuscito ad acquistarlo con questa spesa irrisoria, ricevendo poi però una comunicazione che chiede di restituirlo. Quanto accaduto è il più classico errore di prezzo e ha innescato un’accesa discussione online.

Solo 15 euro per un iPad Air: sconto del 98%

A inizio novembre, MediaWorld ha mostrato per pochi minuti ad alcuni possessori della carta fedeltà un’offerta davvero irrinunciabile: nessun cavillo, niente postille o vincoli, era sufficiente metterlo nel carrello e pagare per completare l’ordine, scegliendo eventualmente il ritiro gratuito in negozio. Qualcuno ne ha approfittato, allungando le mani sul tablet della mela morsicata.

L’affare della vita, se non fosse per la comunicazione ricevuta una decina di giorni dopo via email (condivisa su Reddit da un destinatario) con oggetto Prodotto acquistato a prezzo errato. Un concetto ribadito nel testo: prezzo manifestamente errato di € 15,00 anziché al prezzo promozionale corretto di € 784,00. A conti fatti, uno sconto del 98%, che secondo la catena avrebbe dovuto far scattare un campanello d’allarme nell’acquirente, a cui vengono quindi offerte due opzioni.

  • Tenere il prodotto e versare la differenza, beneficiando di uno sconto pari a 150 euro per l’eventuale disagio;
  • restituire il prodotto gratuitamente entro dieci giorni dal ricevimento della comunicazione, ottenendo un rimborso dei 15 euro versati e un buono da 20 euro.

La redazione diWired ha chiesto un chiarimento a MediaWorld, che ha confermato l’accaduto, attribuendone la responsabilità a un errore tecnico.

Confermiamo che, in un brevissimo arco temporale, a causa di un un errore tecnico manifestamente riconoscibile, dovuto a un disguido tecnico straordinario e imprevisto sulla nostra piattaforma e-commerce, alcuni prodotti sono stati erroneamente esposti a prezzi che, per la loro palese e oggettiva disconnessione dal reale valore di mercato e dal prezzo promozionale corretto, non avrebbero mai dovuto essere esposti. Si è trattato di un errore manifesto, tale da renderlo economicamente insostenibile e non rappresentativo di una nostra offerta commerciale.

Il cliente è costretto a restituirlo?

L’articolo 1428 del Codice Civile afferma che L’errore è causa di annullamento del contratto quando è essenziale ed è riconoscibile dall’altro contraente, sostenendo dunque le ragioni della catena. Va però chiarito che non esiste una soglia d’offerta oltre la quale l’acquirente dovrebbe insospettirsi: è sufficiente aprire un qualsiasi e-commerce per imbattersi in -80% o più, soprattutto nel periodo del Black Friday, anche questi casi è bene non comprare?

Un altro punto che si presta a interpretazioni è quello legato alla modalità di comunicazione tra l’azienda al cliente, una normale email (non PEC). Il destinatario potrebbe ignorarla senza essere ritenuto responsabile di alcuna volontarietà.

Non è la prima volta, il precedente

Possiamo confermare per esperienza diretta in redazione che anni fa è avvenuto qualcosa di simile con un altro e-commerce: è improvvisamente comparso a catalogo un modello di tablet (più economico) venduto a pochi euro. C’è chi è riuscito ad acquistarne diverse unità ricevendole tutte, senza alcuna richiesta di integrazione della spesa o restituzione, mentre altri si sono visti cancellare gli ordini.

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