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Il Garante e il video dell’autopsia di Chiara Poggi: effetto Streisand

Il Garante e il video dell'autopsia di Chiara Poggi: effetto Streisand

Nel fine settimana, il Garante Privacy ha pubblicato un provvedimento in cui blocca (cerca di impedire) la diffusione di un video che mostra l’autopsia di Chiara Poggi. L’Autorità è venuta a conoscenza della circolazione di un filmato che documenta l’esame a cui è stato sottoposto il corpo della ragazza, dopo essere stato trovato senza vita nella sua casa di Garlasco. A rendere il tutto ancora più spregevole è il fatto che la clip sia stata messa in vendita, a pagamento. La notizia è stata immediatamente ripresa da tutti gli organi di stampa, occupando le prime pagine di giornali e telegiornali durante il fine settimana. Vien da chiedersi se fosse una misura necessaria.

Il video non meritava questa pubblicità

Nel 2003, Barbra Streisand denunciò il gestore del sito Pictopia per aver diffuso immagini della sua villa a Malibù, ritenendole lesive per la sua vita privata e chiedendo un risarcimento da milioni di dollari. L’attenzione mediatica riservata alla vicenda si trasformò immediatamente in un boomerang per la cantante: non poté far altro che assistere a una massiccia diffusione delle stesse fotografie. Da qui il termine effetto Streisand.

Il fenomeno rischia di innescarsi ogni volta che si tenta di limitare la circolazione di un contenuto, ancor di più se il soggetto in questione, la povera vittima di un omicidio, è al centro della discussione pubblica con la riapertura del processo.

… l’Autorità avverte i media e i siti web che l’eventuale diffusione delle immagini risulterebbe illecita in quanto in contrasto con le Regole deontologiche dei giornalisti e la normativa privacy.

Con tutta probabilità non vedremo mai nemmeno un fotogramma del video in questione sulle pagine dei siti di informazioneo nei TG. Con altrettanta probabilità, lo stesso filmato è già finito sui dispositivi e sugli hard disk delle redazioni. Un ammonimento, quello rivolto alla stampa, che seppur legittimo rischia di ignorare un pericolo più reale.

Non basterà un provvedimento, purtroppo

Internet non è fatto solo di testate giornalistiche e persino i social network, spesso, falliscono nel bloccare contenuti dalla natura discutibile. Tutto questo senza considerare le altre piattaforme attraverso cui circola materiale di ogni tipo, dai network P2P ai siti nascosti nei meandri più oscuri del mondo online. Insomma, c’è l’eventualità concreta, da non ignorare, che una volta a conoscenza dell’esistenza del video, qualcuno determinato a trovarlo possa riuscirci.

Il Garante invita dunque chiunque entri nella disponibilità di tali immagini, compresi i mezzi di informazione, ad astenersi dalla loro diffusione che, anche in considerazione della violenza esercitata nei confronti della vittima, lederebbe in modo gravissimo la sua dignità e quella dei suoi familiari.

L’intervento del Garante Privacy sul video dell’autopsia di Chiara Poggi è legittimo? Sì. Sarà utile a evitarlo? Non ne siamo certi. Poco cambia la minaccia di sanzioni.

Viene inoltre da chiedersi se, a questo punto, lo stesso trattamento non avrebbe dovuto essere riservato a un altro filmato circolato nei giorni scorsi e, questo sì, ripreso da tutte le principali testate nazionali, magari tagliato ad hoc un fotogramma prima della tragedia per non esporsi a lamentele o cause legali. Quello di un uomo che si toglie la vita lasciandosi risucchiare dal motore di un aereo. Contesti diversi, circostanze differenti, ma la tutela della dignità non dovrebbe mai essere messa in discussione.

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