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Il caso SHEIN scuote la Francia: bambole pedopornografiche

La bambola per adulti in vendita su SHEIN

Grave accusa per SHEIN: l’e-commerce avrebbe venduto bambole sessuali a carattere pedopornografico. La descrizione nel virgolettato è quella fornita dal DGCCRF. L’amministrazione francese, che fa parte del Ministero dell’economia, si è rivolta alla procura della repubblica dopo aver individuato gli articoli nel catalogo dello store. Come si può facilmente immaginare, il caso ha subito acceso una discussione in tutto il paese, sia tra l’opinione pubblica sia tra gli esponenti della politica.

La bambola sessuale pedopornografica su SHEIN

Le schede dei prodotti incriminati sono state eliminate, ma risulterebbero ancora disponibili accedendo alla piattaforma da alcuni territori specifici. Una in particolare, mostrata dall’immagine qui sotto, era accompagnata dall’etichetta simpatico giocattolo per bambole da uomo. L’aspetto è certamente quello di una bambina, alta 80 centimetri e con in mano un orsacchiotto.

La bambola per adulti in vendita su SHEIN

Va detto che non sono stati individuati riferimenti specifici a termini come sex, sex doll o simili, ma secondo DGCCRF la loro descrizione e categorizzazione sul sito rendono difficile dubitare della natura pedopornografica. La vicenda ha tenuto banco nel fine settimana in Francia, tanto che il ministro dell’economia Roland Lescure ha chiesto il ban dell’e-commerce in caso di mancata rimozione degli articoli. C’è chi chiede di identificare gli acquirenti.

Sulla questione è intervenuto Donald Tang, presidente esecutivo di SHEIN, affermando che si tratta di prodotti caricati da venditori terzi, assumendosi comunque direttamente la responsabilità di quanto accaduto.

Altre proteste, dopo quelle per il negozio a Parigi

Ricordiamo che l’azienda, proprio in Francia, è finita negli ultimi mesi al centro di un’accesa polemica sulla possibilità di aprire un negozio fisico a Parigi. L’iniziativa è stata annunciata a inizio ottobre, con l’obiettivo di inaugurare il punto vendita entro novembre. La reazione immediata è stata un coro di proteste sollevato da chi nn vede di buon occhio l’arrivo del colosso del fast fashion nel centro commerciale BHV della capitale.

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