Giusto il tempo di superare il trilione di dollari di capitalizzazione complessiva ed il Bitcoin è tornato a ritracciare. La caduta delle ultime ore è improvvisa e pesante per quanti erano appena entrati nell’investimento, mentre è poco più di un solletico per quanti hanno magari investiti da fine 2020 e ora ridono comunque per il valore accumulato.
Se la domanda è la solita, ossia quale sarà il comportamento a seguire, la risposta è sempre la solita: le prospettive sono luminose per gli ottimisti, mentre sono pessime per i detrattori. Meglio, dunque, fermarsi sulle cause di quanto accaduto.
Bitcoin, la volatilità e il fuoco nemico USA
La volatilità del Bitcoin è sempre alta, ma se l’esplosione è in buona parte dovuta agli interventi di Tesla e di Elon Musk, la caduta è invece in questo caso dovuta ad un intervento altisonante quale quello di Janet Yellen, alla guida del Tesoro negli USA. Il suo giudizio è molto pesante nei confronti del Bitcoin poiché non viene espresso da un punto di vista ideale, ma estremamente pragmatico. In pratica: il Bitcoin è troppo instabile, il Bitcoin non è utilizzato in modo esteso come sistema di transazione, il Bitcoin è troppo energivoro, il Bitcoin non è efficiente. Bill Gates, poche ore prima, non aveva espresso un’opinione troppo dissimile.
La Yellen non è contraria per principio al concetto di moneta digitale e, anzi, apre alla possibilità di un dollaro digitale che possa migliorare il sistema delle transazioni. Al tempo stesso non considera il Bitcoin all’altezza di questa missione, declassandolo quindi nuovamente proprio nel momento in cui da più parti si tentava di elevarlo a nuova caratura. Secondo Janet Yellen c’è spazio per un sistema monetario basato su Blockchain, regolamentato e basato su stablecoin che si identificherebbero specularmente nel dollaro. Ma non c’è spazio, per contro, per monete fuori controllo su cui l’economia non possa basare i propri presupposti di investimento e di risparmio.