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Non si tratta neppure di capire “se”, ma solo “quando”. La certificazione ESRB appena ricevuta da Horizon Zero Dawn Remastered significa che il gioco sta arrivando. Non necessariamente, però, questo implica che il lancio sia dietro l’angolo: anche se viene spontaneo associare questa notizia ai rumor secondo cui Sony, dopo aver presentato PS5 Pro la settimana scorsa, a breve dovrebbe tenere anche uno State of Play.
D’altro canto, il nome di Horizon Zero Dawn Remastered era già spuntato nel 2022, quando il titolo era apparso in alcuni documenti interni di XDEV in riferimento ai progetti di PlayStation Studios, affiancato ad altri giochi che poi si sono dimostrati reali, vedi Death Stranding 2, il remake di Until Dawn e Rise of The Ronin. Secondo i rumor questa remastered dovrebbe differenziarsi dall’originale per un sistema di illuminazione migliore, texture e animazioni ottimizzate, nuovi modelli poligonali per i personaggi, opzioni di accessibilità aggiuntive e miglioramenti della quality of life che però non stravolgeranno il gameplay. Un colpo al cerchio – la nostalgia e uno alla botte – la voglia di futuro, di novità, di una grafica sempre più raffinata , anche se diventa al contempo sempre più difficile cogliere le differenze a occhio nudo.
NOSTALGIA CANAGLIA
Dopo il lancio The Last of Us Parte II Remastered lo scorso gennaio, a nemmeno 4 anni di distanza dall’uscita dell’originale datata giugno 2020, non dovremmo più stupirci di nulla. Eppure la politica adottata recentemente da Sony, di cui questa Remastered del primo Horizon sarebbe un ulteriore tassello, comincia a sollevare qualche perplessità.
Davvero ha senso riproporre, seppure in una versione migliorata, un gioco di 7 anni fa? Che non è pochissimo, d’accordo, ma neppure tanto. L’impressione è che i videogiochi, a forza di remake e remastered nel giro di qualche anno, invece di conservarci bambini rischino di farci invecchiare precocemente. Il tasto della nostalgia funziona spesso e ovunque, e quest’era con le lacrime nostalgiche in generale sembra volerci fare scarpetta. Tuttavia, per maturare, forse la nostalgia ha bisogno di più tempo, e i ritmi forsennati applicati dal mercato non risuonano quindi con quelli della vita. Ed è strano che tante novità ormai arrivino dal passato.
I dubbi non sono solo di natura “sentimentale” – che comunque, trattandosi di un’operazione nostalgia, che batte dove quel dente duole, sono legittimi e importanti – ma anche tecnica. Horizon Zero Dawn è un gioco della scorsa generazione, ma graficamente risulta ancora molto godibile, per merito di una realizzazione magistrale e di una direzione artistica decisamente ispirata. E se si pensa alle discussioni sulla presente generazione di console, appena riaccese in maniera furiosa da PS5 Pro, e a come questa sia tacciata di essere ancora arida di giochi ed eccessivamente legata al passato, Horizon Zero Dawn Remastered rischia solo di sottolineare come 7 anni e una console (e mezza) dopo in fondo non sia poi cambiato molto.
Intendiamoci: le ragioni dietro la strategia adottata da Sony sono facilmente leggibili, e hanno a che fare con lo stato dell’industria videoludica in generale. Produrre videogames moderni, di alto profilo, comporta spese molto importanti da sostenere, nell’ordine delle centinaia di milioni di dollari. E quindi se da una parte è vietato fallire (coi limiti che questo può dettare sul fronte della creatività), dall’altra una volta trovato un prodotto di successo è chiaro che ci sia l’intenzione di spremerlo fino in fondo: e un modo per farlo, tra gli altri, è riproporlo anche a pochi anni di distanza.
Nintendo, dopotutto, da decenni pratica con efficacia una strategia molto simile e su scala più ampia, e infatti non è raro che con i suoi remake e porting susciti dubbi e ironie tra gli appassionati. Ma nel complesso l’interpretazione offerta dalla grande N sembra più credibile e meno forzata.
Il colosso di Kyoto per titillare la nostalgia solitamente attinge più spesso a prodotti davvero distanti nel tempo, ma esistono anche eccezioni importanti: Mario Kart 8 Deluxe, che è il best-seller di Switch, è arrivato sull’ibrida al lancio nel 2017, ma inizialmente era stato lanciato su Wii U nel maggio 2014. Soli 3 anni di distanza, quindi: ma qui la casa di Kyoto voleva recuperare su un investimento andato a vuoto, dato che Wii U aveva una base installata ridicola e in pochissimo quindi avevano messo le mani sul Mario Kart 8 originale, che invece su Switch ha trovato nuova vita, con un supporto che a sorpresa, con la trovata dei Pass Percorsi Aggiuntivi, si è esteso fino all’anno scorso.
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