La Commissione europea ha inflitto una sanzione di circa 120 milioni di euro a Gucci per aver imposto i prezzi di rivendita dei prodotti. Ciò rappresenta una violazione delle leggi che vietano questa pratica anticoncorrenziale. Multe più basse sono stati inflitte a Chloé e Loewe per la stessa violazione. Le tre aziende hanno collaborato durante il procedimento, evitando sanzioni più elevate.
Gucci ha rischiato una sanzione doppia
La Commissione europea aveva effettuato ispezioni a sorpresa nel mese di aprile 2023. Da questa data, le tre aziende di moda hanno interrotto le loro pratiche anticoncorrenziali. Oltre due anni dopo sono arrivate le sanzioni. Durante l’indagine è emerso che Gucci, Chloé e Loewe hanno imposto i prezzi di rivendita.
I rivenditori indipendenti online e offline non hanno potuto stabilire i propri prezzi al dettaglio per quasi tutta la gamma di prodotti delle tre aziende, tra cui capi di abbigliamento, articoli di pelletteria, calzature e accessori di moda. In dettaglio, Gucci, Chloé e Loewe hanno imposto l’obbligo di applicare gli stessi prezzi dei loro canali di vendita diretti e rispettare periodi specifici per i saldi. In alcuni casi hanno anche temporaneamente vietato di offrire sconti.
Queste pratiche scorrette hanno privato i rivenditori dell’indipendenza in materia di fissazione dei prezzi e hanno ridotto la concorrenza tra di loro. Lo scopo di Gucci, Chloé e Loewe era proteggere le proprie vendite dalla concorrenza dei rivenditori. Gucci ha inoltre vietato ai rivenditori di vendere alcuni prodotti online.
Questo tipo di comportamenti riduce la scelta per i consumatori e aumenta i prezzi finali (già elevati essendo prodotti di alta moda). Le sanzioni sono state decise in base alla durata e gravità delle infrazioni, la portata geografica, il valore delle vendite e la collaborazione fornita durante l’indagine.
La multa più salata è per Gucci e ammonta a 119.670.000 euro (poteva essere il doppio). Chloé e Loewe dovranno invece pagare 19.690.000 e 18.009.000 euro, rispettivamente.