Governo Meloni: addio alla transizione digitale

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Il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) riserva il 27% delle risorse alla transizione digitale, ovvero oltre 50 miliardi di euro. Nel nuovo governo Meloni non è previsto un Ministero per l’innovazione tecnologica, guidato da Vittorio Colao durante il governo Draghi e da Paola Pisano durante il governo Conte II. Chi porterà a termine i progetti avviati e quelli da avviare, rispettando la scadenza del 30 giugno 2026?

Italia Digitale 2026: chi sarà il responsabile?

Prima di lasciare il Ministero, Vittorio Colao ha pubblicato un documento che elenca i risultati conseguiti fino al mese di ottobre 2022, le attività da completare e le azioni previste per rispettare gli impegni presi in ambito nazionale ed europeo. Il piano Italia Digitale 2026 prevede due assi principali (digitalizzazione della Pubblica Amministrazione e reti ultraveloci) e cinque aree sotto la diretta responsabilità del MITD (connettività, servizi digitali/PA Digitale 2026, sanità digitale, competenze digitali e spazio) per un totale di 18 miliardi di euro.

Nel programma presentato dal centrodestra prima delle elezioni ci sono solo tre riferimenti al digitale: potenziamento e sviluppo delle infrastrutture digitali ed estensione della banda ultralarga in tutta Italia (punto 2), digitalizzazione, efficientamento e ammodernamento della Pubblica Amministrazione (punto 3) e supporto alla digitalizzazione dell’intera filiera del settore turistico e della cultura (punto 10). L’assenza di un Ministero dedicato potrebbe indicare che questi temi siano poco importanti per il nuovo governo e forse l’attuale organizzazione (appendice 1 del documento) verrà smantellata.

I compiti assegnati ad un singolo dicastero verranno probabilmente suddivisi tra Ministero delle Imprese e del Made in Italy (guidato da Adolfo Urso), Ministero della Pubblica Amministrazione (Paolo Zangrillo) e Ministero degli Affari europei e PNRR (Raffaele Fitto). Possibile anche la nomina di un Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, al quale verranno trasferite tutte le deleghe in materia digitale. È tuttavia evidente che il “peso” sia inferiore a quello di un Ministero. Eppure l’ex Ministro Colao era stato piuttosto chiaro, consigliando di “mantenere un forte presidio e coordinamento a livello di Presidenza del Consiglio sul digitale, sull’innovazione e sulla tecnologia“.

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