Google svela 1001 usi dell’AI, ecco cosa si può fare

Milluno. Esatto, mille e uno come le notti di Shahrazad, solo che invece di storie per evitare la decapitazione, Google ha raccolto milluno modi in cui l’intelligenza artificiale generativa sta pervadendo in ogni crepa della nostra esistenza. Dal farmacista che consiglia l’aspirina all’auto che conversa come un vecchio amico, passando per l’agente di codifica che scrive software mentre noi dormiamo beatamente.

Google mostra 1.001 applicazioni dell’AI

Circa un anno e mezzo fa, Google aveva pubblicato un elenco contenente appena 101 casi d’uso dell’AI generativa. Sembrava già tanto. Ora l’azienda è tornata con una versione più “corpulenta”, e avverte che questa è solo la punta dell’iceberg. Perciò, prepariamoci perché nei prossimi diciotto mesi l’AI invaderà anche il frigorifero per suggerire quando è ora di buttare lo yogurt scaduto.

L’elenco copre settori che vanno dall’automotive alla sanità, dai servizi finanziari al retail, passando per ospitalità, viaggi, media e manifatturiero. In pratica, se c’è un’industria che respira, c’è un’AI pronta a darle una mano. O a sostituirla completamente, dipende dai punti di vista.

Quando l’AI ricrea i classici del cinema su uno schermo gigante

Tra i casi più bizzarri e ambiziosi c’è la ricreazione di un film del 1939 per lo Sphere di Las Vegas, quella sfera LED enorme che sembra un occhio parcheggiato nel deserto del Nevada. Google ha usato l’intelligenza artificiale per adattare il contenuto ai 160.000 piedi quadrati di schermo.

È il tipo di progetto che dimostra sia la potenza della tecnologia sia l’assurdità delle applicazioni: perché ricreare un film classico con l’AI quando si può semplicemente proiettarlo? Ma evidentemente l’importante è dimostrare che si può fare, non che abbia senso.

Auto che parlano e Formula E in miniatura

Mercedes-Benz sta costruendo macchine che non si limitano più a portare da A a B, ma vogliono anche conversare lungo il tragitto. Grazie a Gemini e ChatGPT, l’assistente virtuale MBUX può sostenere discussioni in linguaggio naturale, dare consigli sui punti d’interesse e probabilmente compatire quando ci si lamenta del traffico.

Nella Formula E, invece, l’intelligenza artificiale è stata addestrata a trasformare due ore di telecronaca in un riassunto di appena due minuti, disponibile in qualsiasi lingua. Il sistema integra dati di guida, sviluppi della stagione e momenti chiave di gara, offrendo un racconto compatto ma completo.

Dailymotion, YouTube e 60 milioni di foto al giorno

Dailymotion ha integrato Vertex AI Search e ha visto i clic aumentare del 17% nella prima settimana. Che non è male per una piattaforma che tutti si sono dimenticati esistesse dopo l’avvento di YouTube e TikTok. Forse l’AI è davvero magica, o forse le persone cliccano di più quando trovano quello che cercano. Rivoluzionario.

YouTube, dal canto suo, è riuscita a ridurre del 75% le chiamate abbandonate al customer service. Meno persone arrabbiate in attesa, più persone che ricevono risposte rapide. O almeno, risposte rapide da un bot che spera di non essere scoperto.

E poi c’è Remini, un’app che usa Imagen 3 per trasformare le proprie foto in versioni cartoon di animali. Sessanta milioni di foto al giorno, perché evidentemente il mondo aveva un bisogno urgente di vedere se stessi come procioni pelosi o gatti con gli occhioni.

La punta dell’iceberg (e sotto c’è il Titanic?)

Google promette che questo elenco di 1001 casi d’uso è solo l’inizio. Nei prossimi mesi e anni, l’AI continuerà a diffondersi, che la vogliamo o meno. È eccitante e terrificante in egual misura. Perché da un lato abbiamo strumenti che possono risolvere problemi complessi in poco tempo. Dall’altro, stiamo delegando così tanto all’intelligenza artificiale che tra qualche anno potremmo svegliarci e renderci conto di aver dimenticato come fare le cose da soli.

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