Google ha comunicato le modifiche apportate al Play Store per rispettare l’ingiunzione emessa dal giudice oltre un anno fa. Gli sviluppatori statunitensi possono ora inserire link per il download esterno delle app e l’uso di metodi di pagamento alternativi. L’azienda di Mountain View ha presentato appello alla Corte Suprema.
Cambiano le regole del Play Store
Dopo due gradi di giudizio persi e il tentativo (fallito) dell’ultimo minuto di ottenere la sospensione dell’ingiunzione, Google ha dovuto eseguire l’ordine del giudice. A partire da ieri, gli sviluppatori statunitensi hanno maggiori libertà nella distribuzione delle app e nell’uso dei sistemi di pagamento.
L’azienda di Mountain View ha comunicato le modifiche al Play Store in vigore dal 29 ottobre (solo per le app indirizzate agli utenti statunitensi):
- Google non impedirà ad uno sviluppatore di comunicare con gli utenti in merito alla disponibilità o al prezzo di un’app al di fuori del Google Play Store, né impedirà ad uno sviluppatore di fornire un link per scaricare l’app al di fuori del Google Play Store o un link alle transazioni.
- Google non richiederà l’utilizzo di Google Play Billing nelle app distribuite sul Google Play Store, né proibirà l’utilizzo di metodi di pagamento in-app diversi da Google Play Billing. Google non impedirà ad uno sviluppatore di comunicare con gli utenti in merito alla disponibilità di un metodo di pagamento diverso da Google Play Billing. Google non richiederà ad uno sviluppatore di stabilire un prezzo in base all’utilizzo o meno di Google Play Billing.
L’azienda californiana non ha tuttavia specificato che, in caso di uso di metodi di pagamento alternativi, non deve imporre nessuna commissione agli sviluppatori. Tutte le modifiche dovranno rimane in vigore fino al 1 novembre 2027, a meno che Google non ottenga l’annullamento della sentenza e dell’ingiunzione dalla Corte Suprema.


