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Google ha tre settimane per cambiare il Play Store

Google ha perso anche il processo di appello, quindi deve apportare le modifiche al Play Store stabilite il 7 ottobre 2024 dall’ingiunzione permanente del giudice James Donato. L’azienda di Mountain View ha ora tre settimane di tempo per cambiare lo store, a meno che non riesca ad ottenere una sospensione in attesa di una nuova pronuncia del tribunale di appello o della decisione della Corte Suprema.

Store di terze parti non prima del 2026?

Appena 24 ore dopo la pubblicazione della sentenza di appello, Google ha presentato un’istanza d’urgenza (PDF) per chiedere una sospensione amministrativa dell’ingiunzione permanente, in attesa di presentare una richiesta di sospensione più lunga per consentire ulteriori procedimenti di appello.

Nell’istanza viene specificato che 7 punti dell’ingiunzione permanente dovevano essere rispettati entro 14 giorni. Si tratta dei punti 4-7, 9-10 e 13 (PDF) corrispondenti ai rimedi da implementare per ripristinare la concorrenza nel mercato della distribuzione delle app e dei sistemi di pagamento. Uno di essi (punto 8) era già valido dal 1 novembre 2024, ovvero il divieto di sottoscrivere accordi di revenue sharing con produttori e operatori telefonici che non preinstallano store alternativi.

Google ha chiesto una sospensione amministrativa perché modificare il Play Store entro 14 giorni avrebbe esposto a rischi utenti e sviluppatori negli Stati Uniti. L’azienda di Mountain ha ottenuto dai giudici di appello una settimana in più. La richiesta di una sospensione più lunga dovrà essere presentata entro l’8 agosto.

Non è nota la scadenza per i due rimedi più importanti dell’ingiunzione (punti 11 e 12), ovvero l’obbligo di consentire agli store alternativi l’accesso all’intero catalogo di app del Play Store e di consentire la distribuzione di store alternativi tramite Play Store. Per queste modifiche si dovrà probabilmente aspettare fino al 2026.

Oltre che presentare la richiesta per una sospensione più lunga, Google può ora chiedere una decisione da parte di tutti i giudici del tribunale di appello o rivolgersi alla Corte Suprema.

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