I giornali, dopo il lancido delle AI Overview, si stavano ancora leccando le ferite, quando è arrivato il secondo colpo di grazia. Mountain View ha appena lanciato i riassunti AI su Discover, il feed principale dell’app Google su iOS e Android.
Ora invece di vedere il titolo di un articolo del Washington Post, gli utenti trovano un bel riassunto che racconta tutto quello che c’è da sapere. Senza dover cliccare. Senza generare traffico. Senza far guadagnare nessuno tranne Google, si capisce.
I riassunti AI su Discover: Google colpisce ancora gli editori
Quando gli utenti scorrono Discover, vedono ora i loghi di più testate giornalistiche nell’angolo in alto a sinistra, seguiti da un riassunto generato dall’AI che cita quelle fonti. Google ovviamente avverte che questi riassunti sono generati dall’intelligenza artificiale e che può commettere errori
. La beffa finale, non solo Google ruba i lettori, ma se l’AI dice cose sbagliate, la colpa non è nemmeno la sua.
Gli editori avevano buoni motivi per temere questo momento. Secondo The Economist, il traffico di ricerca mondiale è calato del 15% anno su anno a giugno. I dati di Similarweb sono ancora più allarmanti: le ricerche di notizie che non generano clic verso siti web sono cresciute dal 56% di maggio 2024 al 69% di maggio 2025.
In pratica, 7 ricerche su 10 si risolvono senza che nessuno visiti mai un sito di notizie. Il traffico organico è crollato da oltre 2,3 miliardi di visite nel picco del 2024 a meno di 1,7 miliardi. Non è più un trend, è un’emorragia.
Google Discover era rimasto uno dei pochi canali ancora produttivi per i publisher, mentre il traffico da Google Search crollava. Molti editori si aggrappavano a questo feed come a un salvagente. Ora anche quel salvagente ha un buco.
La strategia di Google è chiara: perché mandare gli utenti altrove quando puoi si può offrire tutto quello che cercano direttamente nella propria app? È efficiente per l’utente, profittevole per Google, devastante per chi crea i contenuti.
Le toppe che non coprono il buco
Google ha cercato di addolcire la pillola con Offerwall, uno strumento che permette ai publisher di monetizzare attraverso micropagamenti, sondaggi, newsletter. Ma è come mettere un cerotto su una ferita profonda: troppo poco, troppo tardi. Gli editori stanno cercando di adattarsi a un mondo dove i contenuti vengono consumato senza mai visitare i loro siti, ma non è facile.
Se questa tendenza continua, rischiamo di trovarci in un mondo dove l’informazione viene filtrata, riassunta e distribuita da poche mega-piattaforme tecnologiche. Un mondo dove i giornalisti faticano a guadagnarsi da vivere mentre le AI si nutrono del loro lavoro per generare profitti altrove.
Google dice che i riassunti aiuteranno le persone a decidere quali pagine vogliono visitare
. Ma la realtà è che se si ha già tutto quello che serve nel riassunto, perché si dovrebbe cliccare?