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Gli italiani usano l’AI, ma non si fidano molto

Approvata legge italiana sull'intelligenza artificiale

In base ai risultati della ricerca Trend Radar 2025, effettuata da Samsung in collaborazione con la società di ricerca Toluna, circa il 40% degli italiani utilizza l’intelligenza artificiale per alcune attività, ma non si fidano molto, in particolare dell’uso dei dati personali.

Gli italiani vorrebbero delegare vari compiti all’AI

I risultati della ricerca evidenziano che gli italiani vorrebbero usare l’intelligenza artificiale per i compiti più noiosi (76%), risparmiare tempo ed energie (75%), evitare situazioni stressanti (74%). In dettaglio, il 37% delegherebbe reclami, solleciti o altre pratiche amministrative, il 36% le attività che generano ansia e stress, il 28% quelle che creano imbarazzo e disagio.

Il 27% degli italiani vorrebbe invece liberarsi delle perdite di tempo quotidiane, come bollette, code o consegne. Il 30% vorrebbe invece utilizzare l’AI per le telefonate di servizio, come chiamare il parrucchiere per una prenotazione, ordinare una pizza o annullare un appuntamento.

Il 39% degli italiani ha già utilizzato l’AI per alcune attività con risultati soddisfacenti. Quasi la metà (49%) preferisce però occuparsi delle attività personalmente per sentirsi più sicura. Questa diffidenza è dovuta a tre principali caratteristiche che dovrebbe avere l’AI: facilità d’uso, protezione dei dati personali e capacità di comprendere le necessità.

Lo smartphone è considerato il dispositivo più utile per l’accesso all’AI dal 76% degli italiani. In sintesi, gli italiani sono pronti a delegare all’AI le attività che generano ansia, imbarazzo o noia quotidiana, ma chiedono semplicità, precisione e rispetto della privacy.

Emanuele De Longhi, Head of Corporate Marketing di Samsung Electronics Italia, ha dichiarato:

La nostra ricerca mette in luce una realtà interessante: gli italiani cercano dall’AI non solo efficienza, ma sollievo emotivo. Per questo la fiducia diventa un elemento cruciale: la tecnologia deve essere intuitiva, rispettosa e trasparente. Lo smartphone, già punto di riferimento per tre italiani su quattro, diventa la chiave per rendere l’AI accessibile e utile a tutti, nel ruolo di vero e proprio compagno quotidiano.

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