GDPR e diritto di accesso: noyb vince contro YouTube

Dopo oltre sei anni e mezzo, il garante della privacy austriaco ha dato ragione a noyb, organizzazione guidata dal famoso avvocato Max Schrems. YouTube deve rispettare il diritto di accesso ai dati da parte di un utente, come previsto dal GDPR (Regolamento generale sulla protezione dei dati). La denuncia era stata presentata nei confronti di altri sette servizi di streaming.

YouTube deve fornire i dati

Le denunce erano state presentate il 18 gennaio 2019 da noyb contro YouTube, Amazon, Apple, DAZN, Flimmit, Netflix, SoundCloud e Spotify per conto di 10 utenti. In base all’art. 15 del GDPR, gli utenti hanno il diritto di chiedere l’accesso ai propri dati al titolare del trattamento, ad esempio per ottenere una copia, conoscere le finalità, quali dati sono stati raccolti, per quanto tempo sono conservati e per esercitare altri diritti, tra cui rettifica, cancellazione e opposizione.

Nessuno degli otto servizi ha risposto alla richiesta di accesso in modo completo. Alcuni (DAZN e SoundCloud) non ha risposto, mentre YouTube e gli altri cinque servizi hanno fornito dati incompleti o illeggibili, quindi noyb ha presentato una denuncia al garante della privacy austriaco.

Dopo oltre sei anni e mezzo, l’autorità ha dato ragione a noyb nel caso di YouTube. L’azienda di Mountain View deve fornire tutte le informazioni richieste, tra cui copia dei dati, periodo di conservazione, scopo della raccolta e destinatari dei dati. YouTube aveva obiettato che la richiesta di accesso era incompleta e che il caso doveva essere gestito dall’autorità irlandese.

YouTube ha ora quattro settimane di tempo per rispettare l’ordine del garante, ma può anche presentare appello. Per la violazione del GDPR sono previste sanzioni fino a 20 milioni di euro o pari al 4% delle entrate globali annuali.

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