DMA: Meta presenta appello contro la multa

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Meta ha comunicato che presenterà appello contro la sanzione inflitta a fine aprile dalla Commissione europea per la violazione del Digital Markets Act (DMA). L’azienda di Menlo Park ha elencato i motivi per cui la decisione è illegale e le conseguenze negative per utenti e inserzionisti.

La multa di 200 milioni di euro è stata inflitta per il famoso modello Consent or Pay (Subscription for no ads, come viene definito da Meta). Secondo la Commissione europea, l’azienda californiana ha offerto agli utenti solo due opzioni: abbonamento a Facebook e Instagram per eliminare la pubblicità o accesso gratuito con pubblicità personalizzate. Non è prevista una soluzione equivalente con meno inserzioni personalizzate.

Meta ha elencato i motivi per cui presenterà appello contro la decisione “sbagliata e illegale“. La Commissione europea ha ignorato la sentenza della Corte di Giustizia del 4 luglio 2023, in base alla quale è possibile ottenere un consenso valido dagli utenti offrendo la scelta tra servizio con abbonamento e servizio gratuito basato sulla pubblicità personalizzata.

La Commissione ha quindi deciso di non rispettare la sentenza, affermando che il modello di business adottato da altre aziende europee non è valido per Meta. Secondo l’azienda di Menlo Park, l’obbligo di offrire un servizio gratuito con meno inserzioni personalizzate è un modello di business non sostenibile.

Meta merita un giusto compenso per i servizi preziosi e innovativi che gli utenti scelgono di utilizzare: un principio essenziale per sostenere l’innovazione e la crescita economica.

Dal mese di novembre 2024 è disponibile una versione di Facebook e Instagram che usa il 90% in meno di dati per gli annunci personalizzati (la Commissione deve ancora valutare queste modifiche). Meta evidenzia che il numero di inserzioni irrilevanti e ripetitive chiuse dagli utenti è aumentato dell’800%. Ciò ha portato ad una diminuzione dei guadagni per gli inserzionisti, principalmente quelli di piccola e media dimensione.

Meta sottolinea infine che, nonostante un dialogo costruttivo, la Commissione europea ha sempre respinto le proposte. Come riportato da Reuters a fine giugno, l’azienda di Menlo Park apporterà solo modifiche minime perché ritiene corretto il modello Consent or Pay. Lo scontro proseguirà quindi in tribunale. Anche Google rischia una sanzione per la violazione del DMA.

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