La criptovaluta Allora (ALLO) è stata appena lanciata e, come accade spesso per i progetti supportati da venture capitalist, il prezzo ha subito un calo drastico di oltre il 65% subito dopo il debutto. È uno schema ormai ricorrente nel panorama delle criptovalute: grandi aspettative, volumi elevati e un inevitabile sell-off iniziale. Il progetto ha raccolto oltre 33 milioni di dollari in vari round di finanziamento dal 2021, ma la distribuzione dei token solleva più di una perplessità.
Agli investitori è stato infatti assegnato circa il 31% dell’offerta totale, mentre un ulteriore 20% dei token è stato sbloccato il giorno del lancio, generando un’ondata di vendite dovuta ai cosiddetti “airdrop farmer”, che hanno prontamente incassato i profitti.
Allora mira però a costruire qualcosa di più ambizioso: un livello chiamato Proof-of-Intelligence, un’infrastruttura in cui diversi modelli di intelligenza artificiale imparano gli uni dagli altri, condividendo dati e capacità di calcolo. In questo sistema, gli utenti vengono ricompensati in token ALLO per il loro contributo, che può consistere in potenza computazionale, training di modelli o fornitura di dataset.
Allora vuole creare un “cervello collettivo” decentralizzato, capace di auto-migliorarsi attraverso la collaborazione tra modelli e protocolli diversi.
Il progetto nasce da Allora Labs, già noto come Upshot, un team con solide competenze nel campo degli oracoli predittivi e della tecnologia zkML (zero-knowledge machine learning). L’obiettivo è sviluppare un livello di intelligenza decentralizzata che possa essere utilizzato da qualsiasi protocollo on-chain, offrendo un’infrastruttura di AI scalabile e interoperabile.
Il token ALLO è al centro di questo ecosistema: serve per pagare le commissioni di inferenza, premiare i contributori, partecipare alla governance e garantire la sicurezza della rete tramite lo staking.

Il grafico di ALLO, segue un copione ben noto: un picco iniziale seguito da un brusco calo. Il forte interesse rimane evidente. Il token è già quotato su exchange di primo livello come Binance, OKX, KuCoin, MEXC e Bitget, con un volume di scambi superiore a 200 milioni di dollari nelle prime ore. Una volta conclusa la fase di vendite post-airdrop, non è esclusa una ripresa graduale, sostenuta dal valore tecnologico e dalla visione a lungo termine del progetto.
Mentre ALLO cattura l’attenzione del pubblico per la sua architettura basata sull’intelligenza artificiale, un’altra meme coin, PepeNode, sta emergendo come protagonista di un approccio completamente diverso. Invece di puntare su complessi modelli di AI, PepeNode riporta l’attenzione sul lato ludico e accessibile delle criptovalute, combinando gaming e mining virtuale in un’esperienza “play-to-earn” pensata per tutti.
Nel mondo di PepeNode, i giocatori costruiscono configurazioni di mining digitale, acquistano nodi virtuali e li potenziano per generare token PEPENODE. Durante il processo, possono ottenere ricompense in altre meme coin popolari, rendendo il sistema divertente e potenzialmente redditizio. Ciò che rende PepeNode unico è il suo meccanismo deflazionistico: circa il 70% dei token utilizzati per gli aggiornamenti viene bruciato permanentemente, riducendo progressivamente l’offerta e sostenendo il valore del token nel tempo.
Oltre al gioco, PepeNode offre ricompense di staking eccezionalmente alte, con un APY del 613% già prima del lancio ufficiale. Questo livello di rendimento, unito a un modello economico equilibrato e trasparente, ha attirato rapidamente l’interesse della comunità crypto. La raccolta ha già superato i 2,12 milioni di dollari, e gli investitori possono partecipare con ETH, BNB, USDT o anche tramite carta di credito, rendendo l’accesso al progetto semplice e diretto.
PepeNode si propone quindi come un’evoluzione del concetto di mining, che ricorda i primi anni del Bitcoin, ma con una formula moderna, più accessibile e sostenibile. Nessuna attrezzatura costosa, nessuna bolletta elettrica: tutto avviene in un ambiente virtuale che unisce la logica del gioco alla tokenomics di nuova generazione.
Il 2025 sarà un anno chiave per le criptovalute che sapranno coniugare utilità, intrattenimento e partecipazione comunitaria, ponendo le basi per un’evoluzione strutturale del settore.
In collaborazione con ClickOutMedia
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