Perplexity ha appena lanciato il guanto di sfida a Google con Comet, un browser web completamente ripensato attorno all’intelligenza artificiale. E non è solo un altro browser con qualche funzione AI aggiunta. Il lancio è riservato inizialmente agli abbonati del piano Max da 200 dollari al mese di Perplexity.
Perplexity sfida Chrome con Comet, il browser intelligente
La caratteristica più interessante di Comet non è il motore di ricerca AI di Perplexity (quello c’era già), ma Comet Assistant, un agente AI che vive permanentemente nel browser. Questo assistente può riassumere email e eventi del calendario, gestire le schede e navigare le pagine web al posto dell’utente.
L’approccio è intelligente: invece di aprire una nuova finestra o copiare link verso ChatGPT, l’assistente è sempre presente in una barra laterale che può vedere quello che stai guardando. Si vuole un riassunto di un video YouTube? Lo fa. Si hanno domande su un post sui social? Risponde immediatamente.
Aravind Srinivas, CEO di Perplexity, non ha nascosto le sue ambizioni. L’obiettivo con Comet è sviluppare un sistema operativo con cui puoi fare quasi tutto
, permettendo all’AI di Perplexity di aiutare gli utenti attraverso app e siti web.
Se Comet diventa il browser predefinito degli utenti, Perplexity ottiene quella che Srinivas chiama retention infinita
. Più persone usano Comet, più query riceve Perplexity, più dati raccoglie per migliorare la sua AI. Un circolo virtuoso che bypassa completamente Google Chrome.
I limiti di Comet
Durante i test di TechCrunch, Comet Assistant si è rivelato sorprendentemente utile per compiti semplici, ma crolla quando gli si chiede qualcosa di più complesso. Il momento della verità è arrivato quando il tester ha chiesto all’assistente di prenotare un parcheggio all’aeroporto di San Francisco per un viaggio.
L’assistente ha navigato il sito web del parcheggio, inserito date e informazioni, ma ha sbagliato completamente le date della prenotazione. Quando gli è stato fatto notare l’errore, ha continuato a proporre di completare l’acquisto con date sbagliate. È il classico problema delle allucinazioni AI che rende questi strumenti ancora una novità per compiti critici.
La guerra dei browser AI
Comet entra in un’arena sempre più affollata. The Browser Company ha lanciato Dia a giugno, un browser AI che offre molte delle stesse funzionalità. OpenAI starebbe considerando il lancio del proprio browser per competere con Google, e ha persino assunto membri chiave del team originale di Google Chrome.
Ma Perplexity ha un vantaggio: una base utenti già consolidata. Con 780 milioni di query a maggio 2025 e una crescita del 20% mese su mese, l’azienda ha il pubblico giusto per testare Comet. La sfida sarà convincere gli utenti a cambiare browser, che storicamente è ancora più difficile che farli abbandonare Google.
Ma anche Big G sta andando in questa direzione con le integrazioni AI in Chrome e Mode AI che assomiglia molto a Perplexity. La differenza è che Perplexity sta costruendo tutto da zero, mentre Google deve far convivere l’AI con il suo modello di business basato sulla pubblicità.
Per sfruttare appieno Comet Assistant, bisogna concedere a Perplexity un livello di accesso che fa venire i brividi. L’assistente chiede permessi per visualizzare lo schermo, inviare email, accedere ai contatti e aggiungere eventi al calendario. È il dilemma degli agenti AI. Per essere veramente utili, devono avere accesso a tutto. Ma siamo pronti a dare a una startup il controllo della nostra vita digitale?
Se Comet riuscirà a risolvere il problema delle allucinazioni e a guadagnare la fiducia degli utenti sui loro dati personali, potrebbe davvero cambiare il modo in cui navighiamo su Internet. In caso contrario, rimarrà un esperimento interessante in attesa che qualcun altro risolva l’equazione perfetta tra intelligenza artificiale e privacy.