Meta ha appena annunciato un’importante novità che consentirà ai bambini di età compresa tra i 10 e i 12 anni di interagire con altri utenti in VR, a condizione che abbiano il consenso dei genitori. Questa mossa rappresenta un significativo cambiamento rispetto alla politica precedente, che impediva ai bambini di chattare o interagire con altri utenti su Quest.
Nuove funzionalità per gli account gestiti dai genitori
In un prossimo aggiornamento, Meta introdurrà la possibilità per i genitori di aggiungere individualmente contatti approvati con cui i loro figli potranno chattare, effettuare chiamate e scambiare inviti per unirsi a esperienze di realtà virtuale. Questa funzionalità si aggiunge al controllo parentale su Quest, lanciato l’anno scorso.
Aprendo le esperienze VR ai bambini, Meta mira a far prendere confidenza ai più giovani con questa tecnologia, nella speranza che ciò li renda più propensi a utilizzarla anche in età adulta. Questa strategia potrebbe anche aiutare Meta a competere con altre aziende come Roblox e Minecraft di Microsoft, entrambe molto popolari tra i giovani utenti.
Gestione dei contatti approvati da parte dei genitori
Meta sottolinea che gli utenti diventeranno contatti approvati solo dopo che un genitore li avrà aggiunti. I genitori potranno gestire i contatti approvati inserendoli nell’elenco dei Following e dei Followers dei propri figli. I bambini avranno la possibilità di chiedere a un follower di diventare un contatto approvato, mentre i genitori potranno rimuovere un contatto approvato in qualsiasi momento.
Preoccupazioni per la sicurezza dei bambini nella realtà virtuale
La realtà virtuale è una tecnologia relativamente recente e i rischi associati al suo utilizzo sono ancora in gran parte sconosciuti. Ciò ha sollevato preoccupazioni riguardo alla sicurezza dei bambini da parte di genitori, gruppi di tutela dei diritti e ricercatori. La decisione di Meta di aggiungere funzioni social agli account dei bambini su Quest arriva in un momento in cui il Congresso sta esercitando una maggiore pressione sulle aziende di social media affinché proteggano i minori sulle loro piattaforme.