A certificare l’avvicinamento al Natale non sono solo le luminarie che iniziano ad accendersi in strada o le prime offerte in vista del Black Friday, ma anche il ritorno sulla scena della vicenda Ferragni-Balocco che hagettato un’ombra sulle dinamiche di iniziative che intrecciano campagne pubblicitarie, sponsorizzazioni social e beneficenza. Trascorsi ormai due anni dall’esplosione del #pandorogate, l’attenzione di pubblico e media si è spostata altrove, ma quella della giustizia no. Tra pochi giorni, il 4 novembre, si terrà la prima udienza del processo con rito abbreviato che vedrà di nuovo l’influencer sotto i riflettori.
Casa del Consumatore sul caso Ferragni-Balocco
Torniamo a scriverne dopo aver ricevuto in redazione un comunicato da Casa del Consumatore. L’associazione (membro BEUC) afferma di aver rifiutato un’offerta da 5.000 euro proposta da Chiara Ferragni,per rinunciare alla costituzione di parte civile nel processo Balocco. Queste le parole del presidente Giovanni Ferrari, che racconta di aver a sua volta visto l’imprenditrice respingere un’altra proposta.
Abbiamo proposto a Chiara Ferragni di rinunciare alla nostra richiesta danni e costituzione di parte civile, a fronte non di denaro, ma di uno o due reel social per dimostrare il suo ravvedimento e impegno nel far conoscere un’app dedicata ai consumatori che stiamo realizzando con fondi pubblici nell’ambito di un progetto che il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ci ha appena approvato.In caso di suo rifiuto, le
avevamo anche offerto la possibilità di contribuire alla comunicazione ai consumatori con l’equivalente monetario di quanto richiesto.
C’è chi invece ha accettato un risarcimento, come nel caso della signora campana di 76 anni che ha comprato il pandoro Pink Christmas convinta di fare beneficienza. Come riportato oggi da numerose testate,riceverà 500 euro a titolo di indennizzo. Prosegue Ferrari.
In tutta risposta abbiamo ricevuto un’irrisoria offerta di pagamento di soli 5.000 euro, con imposizione pure della rinuncia a contestazioni ad ogni altra sua campagna commerciale e di presunta beneficenza, che esulano totalmente dal processo. Non accettiamo questa somma sia perché irrisoria rispetto ai profitti di ben 2,7 milioni di euro che la signora Ferragni risulta abbia tratto dalle operazioni oggetto di giudizio, sia perché non consentirebbe alcuna efficace azione riparatoria alle sue condotte, realizzatesi proprio sui social.
Casa del Consumatore si costituirà dunque parte civile all’udienza fissata a Milano per il 4 novembre.


