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bitchat arriva su iPhone e Mac: l’anti-WhatsApp di Jack Dorsey

Screenshot per l'applicazione bitchat mesh di Jack Dorsey

bitchat (il nome completo è bitchat mesh) è disponibile per il download su App Store. È la nuova applicazione sviluppata da Jack Dorsey, fondatore di Twitter, annunciata nelle scorse settimane e da oggi distribuita pubblicamente sugli iPhone, sui computer della linea Mac e sul visore Vision Pro di Apple. Curiosamente, manca la compatibilità con iPad.

Jack Dorsey ha pubblicato bitchat su App Store

A cosa serve? Sostanzialmente a scambiare messaggi in assenza di una connessione a Internet, sfruttando il Bluetooth attraverso una modalità peer-to-peer. La breve descrizione fornita è una dichiarazione di intenti: Chatta con le persone intorno a te, non serve il loro numero di telefono o l’email. Nessun dato è raccolto ed è impiegato un sistema di crittografia a tutela della privacy. C’è anche la Panic Mode che permette di eliminare tutte le informazioni con un triplo tocco sullo schermo. Qui sotto un paio di screenshot.

Screenshot per l'applicazione bitchat mesh di Jack Dorsey

Non è dato a sapere se la scelta cromatica, dominata da nero e verde, sia da considerare in qualche modo un riferimento a WhatsApp. Difficilmente bitchat arriverà a mettere in discussione la leadership dell’applicazione, ma l’idea proposta è senza dubbio interessante.

Lo sviluppo è portato avanti in modo collaborativo, come parte del progetto and Other Stuff che lo stesso Dorsey ha deciso di finanziare con 10 milioni di dollari. Un’altra applicazione messa in cantiere è Sun Day Tracker, a cui abbiamo dedicato un articolo su queste pagine: si occupa dimonitorare l’esposizione dell’utente ai raggi del sole durante la giornata, stimando la produzione di vitamina D.

Tornando a bitchat, potrebbe tornare utile in contesti come gli eventi in persona oppure per aggirare blocchi e censure imposte dalle autorità, proprio grazie alla sua natura che non richiede una connessione Internet attiva per funzionare. Va detto che non è un’idea del tutto nuova: già nel 2014, FireChat ha sperimentato lo stesso concept, diventando subito popolare tra coloro che hanno partecipato alle proteste di quel periodo a Hong Kong, in Ecuador e in India.

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