Il governo britannico potrebbe cambiare idea sulla backdoor imposta ad Apple per l’accesso ai dati cifrati su iCloud. Secondo le fonti del Financial Times, il Ministero dell’Interno (Home Office) eliminerà l’obbligo in seguito alle pressioni ricevute dall’amministrazione Trump.
Conseguenze per gli accordi tecnologici
Circa cinque mesi fa, il governo britannico ha ordinato ad Apple di permettere l’accesso ai backup cifrati su iCloud sulla base di una legge del 2016 (Investigatory Powers Act). La crittografia end-to-end, attivata con la funzionalità Advanced Data Protection, impedisce la raccolta di prove digitali durante le indagini delle forze di polizia.
Apple aveva due opzioni per rispettare l’ordine: creare una backdoor e quindi mettere a rischio la sicurezza di tutti gli utenti nel mondo oppure disattivare la suddetta funzionalità solo nel Regno Unito. L’azienda di Cupertino ha scelto la seconda opzione. Contestualmente ha presentato ricorso all’Investigatory Powers Tribunal (all’inizio di aprile ha ottenuto una prima vittoria).
In base alle informazioni fornite al Financial Times ricevute da due funzionari, il governo britannico potrebbe ritirare l’ordine dopo aver ricevuto pressioni da alcuni membri dell’amministrazione Trump, tra cui il Vice Presidente JD Vance e la Direttrice dell’intelligence nazionale Tulsi Gabbard.
I due funzionari affermano che l’ordine di creare una backdoor in iCloud potrebbe impedire la sottoscrizione di accordi tecnologici importanti con gli Stati Uniti, tra cui quelli su intelligenza artificiale e scambio di dati. A fine febbraio era stata avviata un’indagine per la possibile violazione del CLOUD Act.
Gli avvocati del Ministero dell’Interno dovranno ora decidere i prossimi passi. Apple ha già dichiarato che non creerà nessuna backdoor nei suoi prodotti. L’azienda di Cupertino ha ricevuto l’appoggio di Meta perché lo stesso ordine potrebbe riguardare anche WhatsApp.