5 motivi per cui sta facendo discutere

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PlayStation 5 Pro è appena stata svelata da Sony (il lancio è fissato per il 7 novembre), e non si può certo dire che la notizia sia passata inosservata, anzi. In rete è esplosa la polemica, e anche sotto il nostro articolo in poche ore si sono scatenati oltre mille commenti. E le reazioni sono prevalentemente negative: cerchiamo di capire il perché in 5 punti, partendo dal prezzo che sicuramente è il fattore principale (799,99 buoni motivi…), ma senza liquidare la questione solo con questo elemento.

1. Il prezzo

799,99 euro sono tanti, sono troppi. Stiamo parlando di 250 euro in più rispetto alla cifra (549,99 euro) con cui è stata lanciata PS5 Slim con lettore ottico, e 350 euro in più di PS5 Slim Digital (449,99 euro). C’era chi aspettava l’introduzione di un modello mid-gen non tanto per acquistare la Pro, ma per sfruttare un possibile taglio di prezzo sul modello base. Ma da qualche tempo è ormai evidente che la strategia di Sony va in tutt’altra direzione, con il prezzo di PS5 che a fine agosto è stato aumentato di nuovo in Giappone.

Insomma, anche prima della presentazione, era chiaro a tutti che l’introduzione di PS5 Pro non avrebbe avuto lo stesso effetto che ebbe il lancio di PS4 Pro, che nel 2016 andò invece a posizionarsi al prezzo di PS4, col modello base che diventava più economico. Le stime degli analisti, tuttavia, erano più ottimistiche: si ipotizzava un listino di 600-650 euro. Nessuno era arrivato ad immaginare 799,99 euro, anche perché siamo davanti ad una cifra che sarebbe elevata anche per un salto generazionale, mentre qui stiamo parlando solo di un’iterazione mid-gen.

2. Il prezzo, di nuovo, ma col lettore ottico e lo stand

Il primo punto somiglia al primo, ma non è la stessa cosa. Se 799,99 euro vi sembrano tanti, allora preparatevi: perché in realtà per molti la spesa per passare a PS5 Pro potrebbe essere molto più pesante. La ragione è principalmente una: PS5 Pro arriva solo in formato Digital. Ed esattamente come PS5 Slim Digital è compatibile con l'”Unità disco“, ovvero l’accessorio che permette di aggiungere il lettore ottico alla modica cifra di 119,99 euro.


Questo significa che chiunque voglia fare l’upgrade da PS5 col lettore ottico, e voglia legittimamente poter sfruttare le proprie copie fisiche dei giochi, per una transizione completa verso PS5 Pro dovrà considerare una spesa di 920 euro. E non è finita qui, perché nella confezione di PS5 Pro manca lo stand verticale: per averlo servono altri 29,99 euro, per una somma complessiva che arriva quindi a 950 euro, quasi il doppio rispetto a PS5 Slim (specie se si considerano le varie offerte con cui è possibile trovarla). Lo stand verticale di PS5 Pro è lo stesso della Slim, però è sensato ipotizzare che chi pensa ad un upgrade oggi non abbia preso la console di recente, ma abbia quindi una PS5 standard, la cui base è invece incompatibile col nuovo modello: insomma, soprattutto nel primo periodo successivo al lancio, questa doppia spesa addizionale sarà quasi un obbligo per tanti acquirenti. Da notare che anche le cover laterali rilasciate finora non possono essere usate su PS5 Pro per via del design differente.

3. Serve davvero una console più potente?

A quasi quattro anni dal lancio PS5 sta cominciando a trovare la sua ragion d’essere. L’ultima generazione videoludica è partita lenta, e PS5 a lungo è stata soprattutto una piattaforma dove giocare con qualche beneficio giochi disponibili anche per PS4. E non a caso una delle funzionalità pubblicizzate da Sony è il PS5 Pro Game Boost tramite cui sarà possibile fruire di oltre 8.500 giochi che sulla nuova console offriranno prestazioni ulteriormente migliorate. Pensare di spendere 799,99 euro (o 950 euro, come spiegato) per giocare meglio ai titoli PS4 però è decisamente paradossale, anche perché la questione già era spinosa con PS5. La next-gen è soprattutto uno strumento per giocare meglio ai giochi del passato?

L’opinione diffusa è che il salto generazionale a questo giro sia stato meno marcato che in passato, e in questo contesto è difficile credere che sarà davvero possibile avvertire una differenza sensibile tra PS5 e PS5 Pro una volta preso il DualSense in mano. PS5 Pro offre il 67% in più di CU (Comput Units) rispetto a PS5 oltre a memorie più veloci del 28%: il tutto, secondo Sony, si traduce in un rendering più rapido del 45%, e di conseguenza in un’esperienza di gioco più fluida. La nuova console inoltre offre un SSD da 2TB ed è in grado di gestire a velocità doppie e talvolta triple il Ray Tracing, ovvero la “fisica delle luci” che però in termini di marketing difficilmente produce oggi un effetto “wow”. Proprio “Ray Tracing”, infatti, è stata una della parole chiave usate da Sony e Microsoft per introdurre PS5 e Xbox Series X/S, e quindi è una caratteristica con cui i giocatori hanno già avuto modo di familiarizzare.


In tutto questo, Sony ha già rilaciato un elenco dei primi giochi che arriveranno con l’etichetta “PS5 Pro Enhanced“, e che quindi saranno in grado di sfruttare l’hardware superiore del modello mid-gen:

Alan Wake 2, Assassin’s Creed: Shadows, Demon’s Souls, Dragon’s Dogma 2, Final Fantasy 7 Rebirth, Gran Turismo 7, Hogwarts Legacy, Horizon Forbidden West, Marvel’s Spider-Man 2, Ratchet & Clank: Rift Apart, The Crew Motorfest, The First Descendant, The Last of Us Part II Remastered.

La demo mostrata durante la presentazione che mette a confronto i giochi su PS5 e su PS5 Pro, però, sembra un gioco della settimana enigmistica, “trova le differenze”. Invece di mostrare uno stacco netto tra le due esperienze, rischia invece di testimoniare di quanto in realtà siano vicine e serva aguzzare la vista per cogliere i vantaggi dell’hardware più potente, fps più fps meno.


Insomma, nessuno dei potenziali “selling-point” di PS5 Pro sembra abbastanza convincente. E neanche la somma di tutti i vantaggi risulta troppo attraente, specie se messa in relazione col prezzo esagerato richiesto da Sony.

4. Ancora l’8K…

Le promesse con cui arriva PS5 Pro suonano vicine a quelle che hanno accompagnato PS5. Ray-tracing, gameplay a 120 fps e perfino 8K. Su PS5 è praticamente impossibile giocare ad un titolo che sappia mescolare questi tre elementi assieme, e addirittura Sony si è vista costretta a togliere il logo “8K” dalla confezione di PS5 per via della quasi totale assenza di titoli in grado di garantire effettivamente quest’esperienza (qualcuno c’era, ma si trattava di giochi tecnicamente molto semplici).

È naturale, quindi, che la community reagisca con scetticismo ad un’altra promessa di gameplay in 8K. Magari questa volta sarà quella buona, e ce lo auguriamo, ma di nuovo in termini comunicativi e di marketing quella fatta da Sony è una scelta discutibile. A questo punto se le esperienze 8K dovessero contarsi ancora sulla punta delle dita del protagonista di Astro Bot(che ne ha tre), la fiducia dei giocatori nei confronti del brand giapponese ne uscirebbe ulteriormente erosa.

5. C’è sempre PS5

Tutto quello che fa PS5 Pro, in fondo, lo fa anche PS5. E continuerà a farlo: nella strategia di Sony a quanto pare non rientra il rilascio di titoli esclusivi per PS5 Pro. Certo, PS5 Pro lo fa meglio: ma il vero risultato di questo modello inedito a 799,99 euro è rendere improvvisamente molto appetibili tutti gli altri. PS5 Slim col lettore per i dischi si trova a 499 euro e anche meno, e la cifra scende ulteriormente se si opta per PS5 Slim Digital, per cui bastano invece 399 euro (o 459 euro con due controller DualSense inclusi).

Come detto, nonostante il prezzo quasi raddoppiato non ci troviamo di fronte ad una nuova generazione. E quindi anche i servizi online e tutte le periferiche di PS5 coincidono con quelle di PS5 Pro: sulla console mid-gen non ci sarà un pad più evoluto del DualSense, né una realtà virtuale diversa rispetto a quella offerta dal PlayStation VR, né cuffie migliori rispetto alle PS5 Pulse. C’è una sproporzione enorme, quindi, tra ciò che PS5 Pro offre e quello che Sony chiede in cambio. Forse il vero apporto di PS5 Pro, oggi, è proprio questo: aggiungere una validissima ragione in più per acquistare PS5 Slim.



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