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5 funzioni segrete di Perplexity che triplicano la produttività

5 funzioni segrete di Perplexity che triplicano la produttività

La maggior parte delle persone usa Perplexity come se fosse Google: digita una domanda, ottiene una risposta, fine della storia. Certo, non si può dire che non funzioni, ma non si sta sfruttando davvero tutto il suo potenziale, ed è un peccato.

Perplexity non avrà il seguito di ChatGPT, né i finanziamenti massicci di Gemini, eppure è riuscito a costruirsi una sua nicchia. Motore di ricerca, aggregatore di notizie, assistente di ricerca, tutor personale: tutto in un’unica piattaforma che la maggior parte degli utenti sfrutta al 10% delle sue capacità. È ora di scoprire cosa ci si sta perdendo.

Perché NON usare Perplexity come un semplice motore di ricerca, 5 funzioni incredibili

1. Discover (Scopri)

Molti ignorano Scopri, ma questa funzione cambia il modo di usare Perplexity. Invece di rispondere solo a quello che si chiede, seleziona articoli, li analizza e crea sintesi che integrano informazioni da più fonti.

Quando Discover affronta un argomento, non propina il solito articolo riciclato che si trova ovunque. Prende informazioni da 30, 40, persino 50 fonti diverse, le incrocia, le verifica, le sintetizza in un racconto coerente. Un articolo su una nuova tecnologia aziendale può citare 37 fonti diverse, ognuna verificabile con un clic.

La critica che questo approccio uccida il traffico verso i siti di notizie non è infondata. Ma per chi cerca informazione vera, non click-bait, è interessante, e non si può negare. Ogni punto è supportato da fonti, ogni affermazione è verificabile.

2. Gli Spazi

Gli Spazi di Perplexity sono l’equivalente di avere un team di esperti sempre a disposizione, ognuno specializzato nel suo campo. Non sono semplici chatbot preimpostati, ma veri e propri ambienti personalizzati dove l’IA si adatta al contesto specifico che le si fornisce.

I template predefiniti sono già impressionanti (bisogna loggarsi per vederli o accedere tramite account). “Quiz me Anything” trasforma qualsiasi argomento in un test interattivo basato su ricerche in tempo reale. Non domande generiche pescate da un database, ma quiz costruiti al momento su informazioni aggiornate. Il “Money Manager” non è la solita app di finanza personale, ma un consulente che analizza le proprie spese nel contesto dell’economia attuale. Il “Personal Growth Coach” non spara consigli generici ma li calibra sui propri obiettivi specifici.

Ma la vera chicca sono gli Spazi personalizzati. È possibile caricare documenti, link, manuali, creare un esperto virtuale su qualsiasi argomento. Ad esempio, uno studente potrebbe caricare interi corsi universitari e per avere un tutor personale disponibile h24.

3. Assistente vocale

Sostituire l’assistente vocale del telefono con Perplexity potrebbe sembrare un’idea folle, ma merita una chance. Non è perfetto, a volte inciampa su richieste complesse o fraintende comandi ambigui. Ma quando funziona, e succede sempre più spesso, è come passare da una bicicletta a una moto.

La differenza fondamentale è l’approccio. Mentre Siri o l’Assistente Google eseguono comandi predefiniti, Perplexity cerca di capire cosa si vuole davvero ottenere. Se ad esempio, si cercano informazioni su un ristorante, può scovare recensioni, controllare il menu, verificare se ci sono piatti adatti alle proprie restrizioni alimentari, tutto in una singola interazione.

Riprodurre musica su Spotify diventa una conversazione: Metti qualcosa di rilassante ma non troppo lento, tipo jazz moderno ma senza cantante. L’assistente Perplexity interpreta, deduce, propone. Non sempre azzecca, ma quando lo fa è fantastico.

4. Deep Research

La funzione Deep Research non è per le domande quotidiane ma per quando serve davvero scavare a fondo. La differenza rispetto a una ricerca normale è abissale. Invece di una risposta veloce basata su poche fonti, ottenete un report degno di una società di consulenza.

Ad esempio, si può chiedere a Perplexity di prevedere come cambierà il mercato dell’energia solare in Europa entro il 2030. In pochi istanti analizza articoli, report governativi e studi di settore, e produce un’analisi strutturata con grafici, previsioni sui costi, trend occupazionali e prospettive per i consumatori. Ogni sezione è supportata da link diretti alle fonti, così da poter verificare facilmente i dati.

Il processo è trasparente, si può vedere esattamente quali ricerche ha fatto, quali articoli ha consultato, come ha costruito la risposta. Non è una scatola nera che sputa fuori testo, è un processo di ricerca che è possibile seguire passo passo. Per tesi universitarie, report aziendali, analisi di mercato, è uno strumento che può far risparmiare giorni di lavoro.

5. La scelta del modello

Una delle caratteristiche più sottovalutate di Perplexity è la possibilità di scegliere quale modello AI utilizzare per ogni richiesta.

La lista è impressionante: Claude per il ragionamento complesso, GPT-5 per la creatività, Gemini per l’integrazione con servizi Google, Grok per approcci non convenzionali. Alcuni modelli sono riservati agli abbonati Pro (come Claude Opus 4.1 e o3-pro), ma la maggior parte è accessibile a tutti.

La scelta automatica funziona bene per l’uso quotidiano, ma sapere quando usare un modello specifico è un superpotere. Serve analisi di codice? Claude. Scrittura creativa? GPT-5. Ricerca scientifica? Gemini Pro. È come avere una cassetta degli attrezzi dove ogni strumento è ottimizzato per un compito specifico.

Come trasformare Perplexity in un secondo cervello

L’errore più grande è usare Perplexity solo quando Google non basta. La strategia vincente è integrarlo nel flusso di lavoro quotidiano, non come rimpiazzo ma come potenziamento di quello che già si fa. La versione gratuita è già potentissima, ma l’abbonamento Pro sblocca funzionalità che possono davvero fare la differenza. Non è questione di avere più ricerche al giorno, ma di accesso a modelli più potenti, ricerche più approfondite, personalizzazione estrema.

Perplexity non è solo un altro chatbot nella già affollata arena dell’AI. È un ecosistema completo che può sostituire decine di strumenti diversi, a patto di sapere come usarlo. La maggior parte degli utenti si ferma alla superficie, non bisogna fare lo stesso errore.

Inoltre, Perplexity ha lanciato anche il browser Comet ed è gratuito per tutti. A differenza di Chrome o Safari, dove si deve aprire un’altra scheda per cercare informazioni, Comet permette di fare domande all’AI mentre si naviga. Si possono chiedere spiegazioni su quello che si sta leggendo, ottenere riassunti istantanei di articoli lunghi, o fare ricerche contestuali senza mai uscire dalla pagina. È pensato per chi vuole un’esperienza di navigazione più fluida, dove ricerca e consultazione diventano un’unica cosa.

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