10.000 satelliti Starlink, il cielo è sempre più affollato…

Diecimila satelliti che orbitano sopra le nostre teste, tutti lanciati da SpaceX per portare internet veloce anche nel mezzo del deserto del Sahara o in mezzo all’Oceano Pacifico. Domenica l’azienda di Elon Musk ha raggiunto questo traguardo incredibile o inquietante, dipende da che parte della barricata si sta, con altri 56 satelliti Starlink sparati nello spazio su razzi Falcon 9 separati.

Il traguardo è stato raggiunto a bordo del 132° lancio del Falcon 9 del 2025, che già di per sé è un numero impressionante considerando che siamo ancora a ottobre. SpaceX ha eguagliato il precedente record annuale di lanci. A questo ritmo, finirà l’anno con qualcosa come 160-170 lanci, trasformando lo spazio vicino alla Terra in qualcosa che assomiglia sempre più a un parcheggio affollato il sabato pomeriggio.

Di questi 10.000 satelliti lanciati, solo circa 8.608 sono attualmente operativi, secondo i calcoli del localizzatore satellitare di Jonathan McDowell. Gli altri 1.400 circa sono stati dismessi. I satelliti Starlink hanno una durata di vita di circa cinque anni prima di essere spinti gentilmente verso l’atmosfera dove si disintegrano per evitare che diventino spazzatura spaziale permanente.

I primi prototipi Starlink sono stati lanciati nel febbraio 2018, quando tutto questo sembrava ancora un esperimento ambizioso che forse sarebbe fallito come tanti altri progetti folli di Musk. Invece nel 2021 è partito il servizio commerciale, e ora Starlink fornisce Internet a milioni di persone in posti dove i cavi in fibra ottica non arriveranno mai perché semplicemente non è economicamente sensato.

I piani di SpaceX

SpaceX ha l’approvazione della Federal Communications Commission per lanciare 12.000 satelliti. I piani però sono ancora più ambiziosi: oltre 30.000 in programma. Per portare Internet veloce e a bassa latenza letteralmente ovunque sul pianeta.

L’idea è nobile, democratizzare l’accesso a Internet, connettere l’umanità intera. La realtà è anche che è un business gigantesco che vale miliardi, e Musk non è esattamente noto per fare le cose per pura filantropia. Starlink genera entrate massicce vendendo abbonamenti a chiunque voglia Internet satellitare, dagli escursionisti ai militari, dalle navi da crociera alle compagnie aeree.

La corsa allo spazio

SpaceX non è sola in questa corsa a riempire l’orbita terrestre bassa di satelliti. Amazon ha il Project Kuiper. Ci sono iniziative in Europa e in Cina che hanno i propri piani per mega costellazioni.

Il problema è che più costellazioni ci sono, più l’orbita terrestre bassa diventa affollata, con il rischio di collisioni che creano cascate di detriti che rendono alcune orbite inutilizzabili per generazioni, uno scenario che gli scienziati chiamano Sindrome di Kessler e che sembra uscito da un film apocalittico.

Le preoccupazioni che crescono insieme ai satelliti

Già da anni gli astronomi si lamentano che i satelliti Starlink rovinano l’osservazione del cielo notturno. SpaceX ha cercato di mitigare il problema rendendo i satelliti meno riflettenti, ma quando ce ne sono così tanti il problema si moltiplica.

Molti sono preoccupati dell sovraffollamento orbitale. E poi c’è la questione di cosa succede quando questi satelliti finiscono la loro vita utile. Bruciano nell’atmosfera, certo, ma quel metallo vaporizzato va da qualche parte, e gli effetti a lungo termine non sono ancora chiari.

Ma questi sono timori da scienziati preoccupati e ambientalisti allarmisti, secondo la narrazione dei fan di SpaceX… Ci vediamo tra 20 anni.

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