Un cartello messicano ha spiato l’FBI hackerando i suoi dispositivi
Lug 04, 2025 Marina Londei
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Il Sinaloa,un cartello messicano, è riuscito ad hackerare alcuni dispositivi dell’FBI per identificare potenziali testimoni e ucciderli. Stando a quanto si legge sul blog dei MalwareBytes Labs, il gruppo ha compromesso alcune videocamere per poi ascoltare le conversazioni del personale per individuare i testimoni.
In riferimento all’accaduto, in un report pubblicato lo scorso giugno il Dipartimento di Giustizia statunitenseha dettagliato la cosiddetta “Ubiquitous Technical Surveillance” (UTS), un tipo di minaccia che si riferisce alla raccolta e alla memorizzazione a lungo termine di informazioni usate poi per analizzare specifiche persone e collegarle con altre figure, attività od organizzazioni.
Gli attaccanti che adottano questo tipo di comportamento possono fare uso di foto e immagini di persone o intercettare chiamate per ricostruire la rete di conoscenze di un obiettivo. Gli hacker sono inoltre in grado di analizzare le transazioni finanziarie, entrare in possesso delle eventuali prenotazioni delle vittime e monitorare la loro presenza online.
Nel caso di Sinaloa, il gruppo ha assunto un hacker che aveva spiato le persone che entravano e uscivano dall’Ambasciata degli Stati Uniti a Città del Messico per identificare le “persone di interesse”. Il cybercriminale assoldato dal cartello ha preso di mira in particolare un’assistente del Legal Attache dell’FBI ed è riuscito ad accedere alle chiamate ricevute e inviate dal suo dispositivo, così come i dati di geolocalizzazione.
Secondo l’FBI, l’hacker avrebbe inoltre sfruttato il sistema di telecamere di Città del Messico per identificare le persone con cui l’agente si incontrava; l’obiettivo era appunto di usare queste informazioni per intimidire o uccidere testimoni che collaboravano con le forze dell’ordine per smantellare il cartello.
L’attività di spionaggio si è verificata nel 2018, ma è stata resa nota solo adesso. Attualmente i cartelli messicani continuano a eseguire campagne di spionaggio di questo genere. Nel report, il Dipartimento di Giustizia ha analizzato la strategia di risposta dell’FBI alla minaccia dell’UTS, ritenendola non adeguata e affermando che “la strategia non definirà linee di azione chiare per quando l’FBI dovrà rispondere a incidenti di sicurezza legati all’UTS“.
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