Torna GlassWorm, il primo worm che colpisce le estensioni di VS Code
I ricercatori di Koi Security hanno segnalato il ritorno di GlassWorm, il primo worm che colpisce le estensioni di VS Code sul marketplace OpenVSX.
Il worm era stato individuato per la prima volta quasi tre settimane fa dalla compagnia in centinaia di pacchetti software open-source. Una volta installato sui sistemi, il malware si autoreplica in altri progetti modificando i file di configurazione delle estensioni. Il worm è particolarmente difficile da contrastare perché utilizza tecniche di offuscamento avanzate, infettando il codice senza essere individuato.
Per propagarsi nella supply chain, GlassWorm individua e raccoglie le credenziali NPM, Git e GitHub, usandole poi per compromettere altri pacchetti ed estensioni. Tra le capacità più significative del worm ci sono il deploy di server proxy SOCKS sulle macchine infettate e l’installazione di server VCN per l’accesso remoto ai dispositivi.

Il 21 ottobre, pochi giorni dopo la segnalazione, OpenVSX aveva comunicato che la problematica era stata risolta; il 6 novembre, però, il team di Koi Security ha individuato una nuova ondata di infezioni del worm. Nel dettaglio, il malware è stato individuato in ai-driven-dev.ai-driven-dev, adhamu.history-in-sublime-mergee yasuyuky.transient-emacs. L’impatto stimato è di circa 10.000 infezioni aggiuntive.
I ricercatori di Koi Security sono riusciti a individuare un endpoint esposto sul server degli attaccanti ed esfiltrare dati dalla loro architettura. Dalle informazioni reperite è emerso che le vittime del worm sono diffuse in tutto il mondo; tra queste ci sono sia sviluppatori indipendenti che organizzazioni, compresa un’entità governativa del Medio Oriente.
“Non si tratta di vittime ipotetiche. Si tratta di organizzazioni reali e persone reali le cui credenziali sono state raccolte, i cui computer potrebbero essere utilizzati come infrastruttura proxy criminale e le cui reti interne potrebbero essere già state compromesse” avvertono i ricercatori.
Dai dati trovati nei server il team di Koi Security ha scoperto che gli attaccanti parlano il russo e che usano RedExt, un’estensione browser open-source per il framework C2. I ricercatori sono riusciti inoltre a entrare in possesso degli user ID di diverse piattaforme di messaggistica e di scambio di criptovalute degli attaccanti.
“GlassWorm è un esempio del perché la visibilità e la governance dell’intera catena di fornitura del software non sono più opzionali” sottolineano i ricercatori. “Quando il malware può essere letteralmente invisibile, quando i worm possono auto-propagarsi attraverso credenziali rubate, quando l’infrastruttura di attacco non può essere smantellata, gli strumenti di sicurezza tradizionali non sono sufficienti“.
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