Ancora nessun indizio sulle possibili conseguenze a livello di violazione dei dati personali, ma gli attacchi che in Svezia hanno colpito l’agenzia per la salute pubblica (Folkhälsomyndigheten) hanno bloccato, di fatto, la raccolta e l’elaborazione dei dati riguardanti la diffusione del Covid all’interno del paese.
Come si legge in un comunicato ufficiale, la sospensione delle operazioni è stata decisa giovedì scorso, quando gli esperti di sicurezza hanno rilevato indizi che fanno pensare a una serie di intrusioni nello SmiNet. Il sistema informatico utilizzato per registrare le infezioni in Svezia.
La disattivazione del sistema, stando a quanto è stato comunicato, avrebbe avuto carattere precauzionale e sarebbe durata circa 24 ore. Abbastanza, però, per bloccare il complesso processo di rilevamento dei dati dai laboratori.
Stando a quanto riportato in un aggiornamento dalla stessa agenzia, le statistiche aggiornate saranno disponibili soltanto a partire dal prossimo 3 di giugno. Insomma: il blocco avrebbe provocato un “black out” delle informazioni di una settimana.
Nello stesso aggiornamento, le autorità svedesi hanno ribadito che non ci sono conferme riguardo l’eventualità che i pirati informatici autor dell’attacco abbiano avuto accesso a informazioni sensibili e le indagini per appurarlo sarebbero ancora in corso.
Quello subito dalla Svezia è solo l’ultimo di una serie di attacchi che hanno preso di mira le istituzioni sanitarie in Europa, proprio in un momento in cui il settore è particolarmente “stressato” a causa della pandemia.
In questo caso, però, non si è parlato di ransomware (come accaduto per esempio in Irlanda), anche se è possibile che, nel caso svedese, gli esperti di sicurezza abbiano individuato l’attività malevola quando i cyber criminali stavano ancora preparandosi a colpire.