Lockbit rivendica un breach alla banca centrale degli Stati Uniti, ma è una farsa

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Lockbit rivendica un breach alla banca centrale degli Stati Uniti, ma è una farsa


Il gruppo dietro il ransomware LockBit ha dichiarato di essere riuscito a entrare nei sistemi della banca centrale degli Stati Uniti e di aver ottenuto 33 TB di dati sensibili.

Lo riporta Security Affairs mostrando uno screenshot del sito dei data leak di LockBit dove, nell’elenco delle vittime dei data breach, compare il Federal Reserve degli Stati Uniti. La gang ha aggiunto la vittima il 23 giugno e ha minacciato di pubblicare i dati rubati il 25 giugno alle 20:27 UTC (22:27 ora italiana). “33 terabyte di dati bancari molto interessanti che contengono segreti bancari americani. Fareste meglio ad assumere un nuovo negoziatore entro 48 ore e licenziare quell’idiota clinico che stima i segreti bancari americani a 50.000 dollari” proclamava il gruppo in un comunicato.

Lockbit breach

Credits: Security Affairs

Come previsto da molti esperti di sicurezza, quello del gruppo sembra essere stato un bluff: nessun dato è stato pubblicato sul dark web. LockBit quindi non sarebbe affatto riuscito a eseguire il breach e ha diffuso il messaggio solo per attirare l’attenzione e possibilmente guadagnare qualcosa.

La gang non aveva pubblicato alcuna prova sulle informazioni in suo possesso, anche se, come riporta CyberDaily, sul sito sono stati condivisi dei dati che sembrerebbero appartenere all’Evolve Bank & Trust, un’organizzazione di servizi finanziari e provider Banking-as-a-Service. A inizio giugno la compagnia era stata accusata dal Federal Reserve di alcune mancanze nei programmi contro il riciclaggio di denaro, la gestione dei rischi e la compliance nei confronti dei consumatori.

A febbraio il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti aveva reso noto di aver smantellato l’infrastruttura di LockBit, rilasciando in seguito un decryptor gratuito per tutte le vittime del ransomware. Dopo pochi giorni dall’annuncio, però, il gruppo è tornato alla carica minacciando nuovi attacchi contro gli Stati Uniti per vendicarsi dell’operazione di smantellamento; in seguito, ad aprile, Kaspersky ha scoperto una nuova variante del ransomware con funzionalità di auto-propagazione.

Questi ultimi attacchi non hanno colpito gli Stati Uniti, ma è probabile che il gruppo stia cercando di affinare le proprie tecniche per realizzare la sua vendetta. Al momento la rivendicazione del breach sembrerebbe quindi una farsa, ma le autorità statunitensi continuano a tenere gli occhi aperti e monitorare attentamente le attività della gang di LockBit.



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