Le difese migliorano, ma i ransomware continuano a colpire le aziende. Il report Veeam

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Le difese migliorano, ma i ransomware continuano a colpire le aziende. Il report Veeam


Le minacce informatiche continuano a evolversi e, anche se le difese delle aziende migliorano, il 70% di esse è ancora a rischio di attacchi. Il report VeeamFrom Risk to Resilience: Veeam 2025 Ransomware Trends and Proactive Strategies Report” rivela che, sebbene la percentuale di aziende colpite dai ransomware sia diminuita dal 75% al 69%, la minaccia rimane comunque elevata. 

La diminuzione dipende dal miglioramento della preparazione e dalle pratiche di resilienza adottate, oltre che da una maggiore collaborazione tra i team IT e di sicurezza; ciò, però, non è ancora sufficiente per contrastare le minacce dei ransomware.

Le organizzazioni stanno migliorando le loro difese contro gli attacchi informatici, ma 7 su 10 hanno comunque subito un attacco nell’ultimo anno. E di coloro che sono stati attaccati, solo il 10% ha recuperato più del 90% dei propri dati, mentre il 57% ne ha recuperati meno del 50%. I nostri ultimi risultati indicano chiaramente che la minaccia del ransomware continuerà a sfidare le organizzazioni per tutto il 2025 e oltre” ha dichiarato Anand Eswaran, CEO di Veeam.

Veeam

Secondo il rapporto Veeam, le organizzazioni che danno priorità alla resilienza dei dati sono in grado di riprendersi dagli attacchi ransomware fino a sette volte più velocemente, riducendo al contempo il tasso di perdita di dati.

Il report evidenzia anche che, di fronte a un aumento degli attacchi con esfiltrazione di dati sensibili e di proprietà intellettuale, è necessario lavorare per rafforzare le misure di cybersecurity e per ridurre il numero di vulnerabilità sfruttabili.

Parte della difficoltà da parte delle imprese di rispondere agli attacchi e riprendersi dopo un incidente sta nelle lacune di pianificazione: anche se il 98% delle organizzazioni intervistate ha dichiarato di disporre un playbook per il ransomware, meno della metà includeva elementi tecnici chiave come le verifiche e le frequenze di backup e una catena di comando predefinita.

Dopo gli attacchi, le aziende si sono dette meno fiduciose nelle proprie capacità di contrastare i ransomware: se prima il 69% diceva di essere pronto, la percentuale è scesa al 20% dopo l’incidente.

Dal punto di vista dei pagamenti dei riscatti, il valore totale è diminuito nel 2024, con il 36% delle organizzazioni colpite che ha scelto di non pagare. Delle restanti, l’82% ha comunque pagato meno del riscatto iniziale e il 60% ha pagato meno della metà della somma. Questi numeri dipendono anche dalle nuove normative e dai quadri legali che scoraggiano il pagamento dei riscatti.

A fronte di una crescita del numero di attacchi ransomware, è indispensabile che le aziende aumentino gli investimenti nella cybersecurity. “Con l’evoluzione della natura e della tempistica degli attacchi, è essenziale per ogni organizzazione passare da misure di sicurezza reattive a strategie di resilienza dei dati proattive. Adottando un approccio proattivo alla sicurezza, investendo in solide soluzioni di ripristino e promuovendo la collaborazione tra i vari dipartimenti, le organizzazioni possono ridurre in modo significativo l’impatto degli attacchi ransomware” ha concluso Eswaran.



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