Per Creative Hub la provincia è “fame e voglia di sbattersi”

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Che Lucca possa vantare una tradizione musicale senza eguali non è una frase buttata lì. Qui è nato Puccini, uno dei principali motivo d’orgoglio patrio per quanto riguarda la lirica, qui ogni anno dal 1998 si tiene un festival tra i più importanti d’Italia dove sono passati letteralmente tutti i più importanti artisti italiani e internazionali.

Ma non è “solo” una questione di lirica e un sapiente posizionamento nel circuito dei grandi (anzi, immensi) live, la musica bisogna farla ogni giorno, dal basso e sul territorio, per tenerlo vivo, farlo vibrare artisticamente e vivere al passo con i propri tempi. È quello che provano a fare a Creative Hub, studio e spazio creativo creato alcuni anni fa da artisti e producer come PuSh, Refo, lvke e Marlow, che si danno da fare perchè il loro territorio e i musicisti che da qui provengono trovino il loro spazio in un mercato che inevitabilmente guarda sempre alla grandi città.

Da poco è uscito Cado giù, ultimo pezzo di Ivan Lucchesi, in arte Navy, classe 2001, cantautore sempre equipaggiato di chitarra che mette sempre le proprie emozioni in primo piano, unendo diverse anime, dal rock all’emo, fino alla trap. Non troppo dissimile il profilo di Selmi, già visto (e apprezzato) all’ultimo X Factor e da poco uscito con nuova musica per Asian Fake. E ancora il collettivo Pseudospettri, pazzo ensemble nostro CBCR per il 2023. E tanti altri nomi che gravitano attorno allo studio, lavorano con i producer, mettono assieme energie.

Abbiamo parlato con i creatori dell’hub, per capirecome suona Lucca oggi. E che messaggio vogliono mandare al mondo da qua con la loro musica

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Che posto è Lucca per fare musica?

Lucca è sicuramente una delle città più tranquille d’Italia. Arma a doppio taglio dal momento che la noia genera creatività ma è altrettanto difficile esprimersi con pari. Capita spesso di dover dare references per spiegarsi, quando magari vorresti solo che l’arte e il pensiero venissero percepito “as is”. Scherzando, in studio diciamo sempre che Puccini è nato a Lucca ma è morto a Bruxelles. Il nostro studio, però, lo riteniamo influente nell’abbattere il gatekeeping tipico della provincia, diffondendo il principio del “più siamo meglio è”.

Quando nasce il vostro hub?

L’hub nasce nel 2019 ristrutturandolo dalla testa ai piedi. Il principio fondamentale è stato dividere a metà il workplace, tra i nostri videomaker/grafici/fotografi/illustratori e la parte di producer/audio engineers. Dopo la pandemia abbiamo ingranato subito per coprire l’esigenza dei ragazzi della zona di esprimersi. Come gruppo di lavoro abbiamo imparato ad amarci anche grazie agli scontri. L’obiettivo comune è sempre stato il solito: essere un punto di riferimento e (cito testualmente) “fare le figate”. Quando i tempi sono stati propizi, Marlow e Refo sono partiti alla volta di Milano per ampliare il network e lanciare i nostri artisti. La loro presenza è comunque rimasta costante ed influente per Lucca.

Una prospettiva dello studio

Da chi è frequentato?

La demografica di chi lo frequenta è ampia e variopinta: principalmente ragazzi e ragazze tra i 16 e i 30 anni, senza limiti di generi, con un messaggio da voler esprimere e tanto margine di crescita. In questo modo ci siamo affermati come un punto di riferimento da cui partire (o tornare) in città. Vantiamo un bel curriculum anche grazie ad artisti e brand importanti. Siamo inoltre molto sensibili ai trend attuali e cerchiamo sempre di sviluppare al meglio le idee proposte attraverso il nostro gusto e background.

Che idea di musica portate avanti?

Promuoviamo un’idea di musica qualitativamente alta, senza fare distinzione di genere o altro. Siamo quattro producers ognuno con un sound di riferimento ma che si influenzano e contaminano a vicenda. Seguiamo chi è alle prime armi ma ha grandi potenziali, cosi come artisti più affermati: Selmi in Asian Fake seguito da Marlow e Refo, Luke in CvltoMusicGroup di Raige e PuSh che collabora attivamente con SideBaby, Nitro, Ketama126.

Sul palco del loro festival, Takeover

I vostri artisti in mezza riga. 

Ve li raccontiamo in tre parole, così potete scoprire quelli che più vi incuriosiscono.
Pseudospettri: il futuro, l’euforia, la trasgressione.
Selmi: puro e introspettivo, un evergreen.
Navy: energetico ma emotivo, allo stesso tempo naturale.

Cos’altro fate lì dentro? 

I Progetti paralleli a CreativeHub nascono dalla parte creativa del team. Nel novembre 2023 il fotografo e videomaker, Matteo Ortili da vita alla nostra serata “Miscela”, un concept di clubbing che racchiude il background di tutti noi, dalla techno alla drum n bass. Intanto Gianni Pierini, anche lui videomaker, e i suoi amici hanno cominciato a rendere cool gli spazi delle sagre di provincia con “Giornate Sane”. Un’intera giornata di attività sportive (sempre che il beerpong lo si possa considerare tale) e 12 ore di dj-set. Abbiamo il nostro mini festival “Takeover” curato interamente da Marco Corveddu, grafico e illustratore, che promuove il lavoro dello studio attraverso uno showcase degli artisti che lavorano con noi. Nel frattempo in studio abbiamo altri artisti con cui stiamo lavorando e che dovete assolutamente sentire: Bet, Follia, Charmaine Giulia, Maca, Young Rascalz e tantissimi altri.

Com’è la vostra giornata tipo tra quelle quattro mura? 

A questa mi permetto di rispondere io (PuSh) anche a nome di lvke: non riusciamo a prenderci una pausa, nel senso più bello della frase. Le giornate partono di solito dalle 9:30/10:00 e si animano per le successive 10/12 ore. Primo ad arrivare è Matteo o Luke, caffè e sotto a lavorare. In questo periodo i ragazzi arrivano con calma in quanto estate, ma non riusciamo davvero a fermarci. C’è sempre una call, un evento, una news, un placement a cui cominciare immediatamente a lavorare. Vorrei dire “frenetiche” ma il termine non racchiude alla perfezione quanto divertente e leggera sia la vibe.

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Perché è importante che si faccia musica anche in “provincia”?

Perché molto spesso è proprio da queste zone che arrivano i migliori artisti. Perché la provincia ti ingabbia e cerca in ogni maniera di portarti via dal desiderare, dall’esprimersi, dall’essere te stesso. La provincia ti costringe a essere contro tutti o uniforme, c’è più fame e più voglia di sbattersi.
Crediamo, e ne abbiamo la dimostrazione, che nel momento in cui si creano legami, questi sono molto forti, molto spesso originali e trovano lo spazio che meritano con il tempo. Aggiungo un piccolo aneddoto: abbiamo messo come simbolo dello studio l’album Plantasia di Mort Garson e crediamo che ci rispecchi alla perfezione. Un album sconosciuto di un artista con una carriera florida, riscoperto nel 2009 e da li in poi diventato uno statement. Ci piace pensare che, come studio, siamo come quell’album, un classico underrated che verrà apprezzato dai più mentre continuiamo una carriera e una storia incredibile.


L’articolo Per Creative Hub la provincia è “fame e voglia di sbattersi” di Furio Dolcini è apparso su Rockit.it il 2024-09-03 16:19:00





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