non c’è nulla che abbia senso nell’affaire “Capodanno al Circo Massimo”

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A Roma ci si dissocia. Ultimamente va così, nei campi più disparati della cultura. Ve la ricordate, solo pochi giorni fa, la vicenda “Più libri più liberi”? È la fiera della piccola e media editoria, a cui molti scrittori hanno deciso di non partecipare (o di partecipare in parte…) per via dell’invito a Leonardo Caffo, filosofo accusato (e poi condannato) per maltrattamenti. 

Ora è la musica a riprodurre una dinamica molto simile, con meno dolce vita e più collane al collo. Tony Effe, uno dei nomi più forti della musica italiana nel 2024 per numeri e hype, avrebbe dovuto essere uno dei protagonisti delCapodanno di Roma, la sua città, al Circo Massimo (in questi giorni tutte le grandi città stanno annunciando i loro artisti, spesso con effetti stranianti). Tutto fatto, grande gaso nel pubblico più giovane, qualche risata o naso storto tra i più attempati. Fino a pochi giorni fa.

La polemica è montata a poco a poco. Ad accenderla, da quel che si legge dalle ricostruzioni giornalistiche, associazioni di donne ed esponenti politiche di centrodestra e centrosinistra della capitale. I testi di Tony Effe sarebbero “lesivi della dignità delle donne”. Alla fine, dopo giorni di dibattito, è arrivato il dietrofont del sindaco Gualteri: “Il concerto di Capodanno deve unire, è accusato un errore”. Quindi Tony se ne sta a casa. Pegaso management, che cura gli interessi dell’ex DPG, ha parlato di “danno d’immagine” ed è complesso dargli torto. Il resto è notizia di queste ore, quando il Circo Massimo è diventato all’improvviso un deserto. In solidarietà con Tony Effe gli altri due artisti a cartellone, Mahmood e Mara Sattei, hanno dato forfait. Fortuna che, come ripetuto un milione di volte in campagna elettorale, Gualtieri suona bene la chitarra e potrà intrattenere la folla…

Ora proviamo ad analizzare un po’ questa vicenda, per quanto disarmante possa essere. La menzione uno e due vanno al Comune di Roma, o chi per loro gestisce eventi di questo tipo. 1) Ma perché mai chiamare Tony Effe?! 2) Ma perché mai mandarlo via?! Nel senso, cosa c’è che non si sappia di lui, del suo stile, dei suoi pezzi e del suo “messaggio”. È uno degli artisti più ascoltati d’Italia, ha fatto cantare la parola sesso a migliaia di bimbi dai 2 ai 10 anni, collabora con decine di brand (che quindi non hanno grossi problemi, almeno per ora, con queste “macchie”) e sarà al prossimo Sanremo, il più grande palco nazionalpopolare d’Italia. Se può stare in tutti questi contesti – ahinoi – perché il Capodanno romano per lui è offlimits? È davvero una questione di sensibilità diversa, o perbenismo (spesso queste cose coinvolgono la “sinistra”, dall’altra parte ci si fa molti meno problemi)? O piuttosto la paura di polemiche e tempeste di merda social che un sindaco, in calo di consensi dal giorno zero, non può permettersi?

Veniamo agli artisti. Se per “Più libri più liberi” i distinguo di Zerocalcare avevano fatto discutere, non meno rumorosi sono quelli diMahmood e Mara Sattei (che è donna, cosa che in questi casi risulta contare molto). Mahmood ha parlato apertamente di “censura”, Mara Sattei di “privazione della libertà di espressione”. Opinioni legittime, ma ha senso utilizzarle nel caso di uno show a cachet e di un artista che dispone di visibilità pressoché illimitata?

Posto che la solidarietà è una cosa bellissima, ma ancora una volta è più quella o più la paura di come la propria presenza possa essere letta e giudicata (sui social, ma non solo lì). Se Marra avesse ragione, prima o poi le bolle scoppieranno. Per ora, però, pare che ognuno voglia rimanere confinato nella propria. Stare solo sui palchi o parlare solo alle fiere dove c’è la gente che “la pensa” come lui o lei, fare e dire solo le cose presumibilmente giuste per la propria audience. Vorrà dire che andremo a letto presto. 


L’articolo Comune di Roma vs. Tony Effe: non c’è nulla che abbia senso nell’affaire “Capodanno al Circo Massimo” di Dario Falcini è apparso su Rockit.it il 2024-12-18 18:51:00



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