la storia del cofondatore degli 883 in uno spettacolo

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Ce lo aveva anticipato proprio Mauro Repetto, nell’intervista fatta un anno fa in occasione dell’uscita del libro autobiografico scritto con Massimo Cotto, Non ho ucciso l’uomo ragno, gli 883 e la ricerca della felicità, che aveva in mente un’idea, un sogno, portare in un musical la storia degli 883 che emerge dal suo libro. Un musical nostrano, ci aveva detto, per raccontare il suo angolo di vita degli 883 con artisti e personaggi incredibili sul palco insieme a lui: Célie Angelon, cantante soul parigina e Marco Guarnerio, musicista e arrangiatore che ha contribuito a creare il suono degli 883 e registrato e mixato e suonato tutte le canzoni della band. Quindi un musical fedele, in stile 883, che portasse in giro per i teatri d’Italia la sua storia e quella del gruppo. Con la regia di Maurizio Colombi e Stefano Salvati e la produzione di Soldout e Daimon Film, gli altri protagonisti nel musical di Mauro sono Maklin Garcia e Alex Botta.

Alla ricerca dell’uomo ragno è un’altra bella avventura professionale e concreta, un altro sogno realizzato; anche nel musical, come nel libro, la parola sogno è la più ricorrente e lo spettacolo inizia proprio con Repetto che chiede chi di noi tra il pubblico abbia un sogno. Sono pochine le mani alzate.

Siamo andati al Teatro Villoresi, nel pieno centro storico di Monza, un piccolo gioiello, intimo e raccolto, perfetto per il suo racconto (qua le altre date, sono molte e arrivano ovunque, altre ne verranno comunicate), e così, tra intelligenza artificiale, battute e canzoni di culto, Mauro ripercorre la storia degli 883 (e la sua, in quella parte di vita, che è anche al centro della serie Sky) in un racconto surreale e al contempo realistico dei due menestrelli che nel medioevo partono da Ticinum per inseguire il sogno di scrivere canzoni ed essere ammessi alla corte del Duca Cecchetto. Mauro e Max come paladini di altri tempi in sella a cavalli e asini a consegnare brani musicali e cassettine.

La scena, disegnata da Morris Dovès, si compone di ragnatele e di tre grandi cornici dove prendono vita i personaggi con i quali Mauro interagisce e dove scorrono i video originali delle canzoni che Mauro canta e balla sul palco del teatro. Parla con sé stesso all’età di vent’anni, con il suo amico Pezzali della scuola e con quello di oggi. I protagonisti della sua vita reale, Jovanotti, DJ Franchino, Massimo Ranieri, modelle e spacciatori, diventano i personaggi fantastici di una fiaba. E poi c’è lui, l’uomo ragno, e lei, Brandy, il sogno per cui Mauro ha cambiato di netto la sua strada, lasciando Max e gli 883 proprio all’apice del successo. 

Mauro è energico e vitale, è come ce lo ricordiamo sul palco insieme a Max, e sì, si muove ancora così, balla ancora così, con quello stile lì, e la sua passione, la sua gioia nel fare questo spettacolo è palpabile. Eppure è anche malinconico, commovente, quando arriva il punto in cui se ne va: stesso posto, stessa storia, stesso bar, una canzone epica, Gli anni, che per Mauro ha segnato la fine dell’avventura 883 e l’inizio della sua nuova vita. Non voleva più la stessa storia, lo stesso posto e lo stesso bar, se ne voleva andare. Ed è quello il momento in cui, dice lui stesso, resta tre passi indietro a Max sul palco per poi partire per Miami. Si chiude il primo atto con il palco vuoto, il tendone tirato e il pubblico che da solo canta Gli anni. La favola degli 883 si snoda per un’ora e mezza tra racconti esilaranti, dialoghi con Spider-Man e Repetto che canta i più grandi successi estratti da quei due dischi di culto,Hanno ucciso l’uomo ragno e Nord Sud Ovest Est. Canta (e balla) Non me la menare, Sei uno sfigato, S’inkazza, Come mai, Con un deca, Sei un mito, Nella notte, Tieni il tempo, Rotta per casa di Dio. Si fatica a non alzarsi dalla poltroncina per mettersi a ballare. Abbiamo anche il privilegio di ascoltare la canzone che sarebbe diventataFinalmente tu, cantata in inglese, da Célie, perché così era nata quella canzone, era un brano scritto per Massimo Ranieri e in inglese, ed è molto bella e potente, forse più che che in italiano. 

“Da da un grande potere derivano responsabilità”, ricorda Spider-Man a Mauro. “Questa l’ho già sentita”, risponde lui, “e poi io non ho super poteri”. “Come no?” sbotta Spider-Man, “tu hai il potere di scrivere canzoni uniche, di arrivare alla gente con la musica. Secondo te questo non è un super potere?”. Chiude la favola cantando Hanno ucciso l’uomo ragno, che anche qui a teatro proprio come allo stadio, diventa un karaoke collettivo, finalmente ci alziamo a ballare. Dal foyer si alza un coro”: “Repetto uno di noi!


L’articolo Mauro Repetto uno di noi! di Carlotta Fiandaca è apparso su Rockit.it il 2024-10-21 12:47:00



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