Il celebre DJ e produttore statunitense Diplo è stato multato per 300.000 euro per aver organizzato un rave non autorizzato a Cala d’Hort, uno dei luoghi naturalistici più iconici e protetti di Ibiza, con vista sulla leggendaria formazione rocciosa di Es Vedrà.
L’evento si è svolto il 24 giugno 2024, attirando centinaia di partecipanti. Promosso tramite i canali social dello stesso Diplo, il rave ha avuto luogo in una zona classificata come “Area Naturale di Interesse Speciale” dall’Unione Europea, scatenando l’indignazione delle autorità locali e degli ambientalisti.
Un luogo sacro violato
Il belvedere di Cala d’Hort, che offre una vista mozzafiato su Es Vedrà, è noto per la sua fragile biodiversità e la sua importanza ambientale. La zona è sottoposta a vincoli stringenti di tutela, proprio per evitare episodi di degrado causati dal turismo di massa e da eventi fuori controllo.
La multissima da 300.000 euro, emessa dal Comune di Sant Josep de sa Talaia, è tra le più alte mai applicate per un evento illegale sull’isola. Secondo quanto riportato dal Diario de Ibiza, l’amministrazione ha avviato un’indagine già poche ore dopo la festa, grazie anche ai numerosi video condivisi online.
I rischi ambientali del rave
Le autorità hanno condannato duramente il gesto, parlando di “gravi violazioni ambientali”:
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pericolo di incendi in un’area secca e sensibile,
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inquinamento acustico e accumulo di rifiuti,
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rischio per la sicurezza dei partecipanti, molti dei quali ballavano vicino a scogliere senza protezioni,
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danni al delicato ecosistema di Cala d’Hort.
Diplo nel mirino, ma resta in silenzio
Ad oggi, Diplo non ha rilasciato alcuna dichiarazione ufficiale sulla multa o sull’evento. La vicenda mette in luce il crescente conflitto tra la cultura party internazionale di Ibiza e l’urgente necessità di tutelare le sue risorse naturali, spesso messe a rischio da eventi non regolamentati.
Una lezione per il futuro?
Ibiza da tempo cerca di trovare un equilibrio tra la sua anima festaiola e la necessità di proteggere il proprio territorio. Il caso Diplo potrebbe rappresentare un punto di svolta, spingendo le autorità a rafforzare i controlli e a lanciare un messaggio chiaro a organizzatori e artisti: la natura non è un palco su cui suonare senza regole.