ecco i nomi dei finalisti

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Quello che facciamo ogni settimana, da quasi tre anni, e cerchiamo di fare anche nel quotidiano, è ascoltare musica e innamorarci delle storie e della passione che muovono la nostra community. Ci siamo chiesti quale fosse la direzione giusta per offrire visibilità e raccontare quei micro-mondi da cui nasce la musica. Già, ma da dove nasce la musica? Perché, alla fine, in tutto questo dibattito su industry plant, classifiche Spotify, botteghini e Sanremo, la musica e il desiderio di farla nascono comunque da qualche parte.

KING OF PROVINCIA non voleva essere un contest (anche se c’è un premio) e non voleva avere un genere, perché è troppo complicato capire e mappare la musica inseguendo i trend del mondo. KING OF PROVINCIA ha l’ambizione di essere una fotografia piena di dettagli: magari, a volte, sbiadita, per qualcuno eccessiva, per altri sopravvalutata, per molti non troppo efficace. Ma resta una fotografia: disarmonica, ricchissima e soggetta a critiche. Nel viaggio che vogliamo intraprendere nelle prossime due settimane, attraverso gli occhi dei nostri 16 artisti selezionati assiee alla nostra giuria. C’è tutta l’essenza dei primi approcci con le idee: di ciò che hanno osservato spalancando la finestra della propria camera, di quella volta in cui si sono ritrovati a suonare per la prima volta in una sala prove gelida, perché il garage era sperduto lungo qualche canale o vicino a una zona industriale della città.

È sempre difficile trovare una soluzione a tutti i problemi che un progetto musicale deve affrontare per emergere, e spesso è quasi impossibile identificarne la causa. Si sprecano professionisti, crescono consulenti, e le etichette discografiche offrono diversi servizi per cercare di farsi notare, ma il nodo della questione rimane sempre lo stesso: chi c’è e chi sarà ad ascoltare tutta questa musica?

Ci sono molte domande dietro a KING OF PROVINCIA, ed è proprio così che deve essere. In un sistema frastagliato da risposte preconfezionate, preventivi, soluzioni nascoste dietro uno schermo e algoritmi, vogliamo dare la possibilità a questi progetti di far conoscere la propria storia e la propria musica. A uno di loro – che verrà eletto “vincitore” dalla nostra giuria – offriamo un tour in 5 dei migliori club italiani. A tutte le domande che ci arrivano, cerchiamo di rispondere ogni giorno ascoltando la musica, con una rete di appassionati collaboratori e firme capaci di fotografare sempre, come facciamo da oltre 25 anni, la situazione musicale in Italia. 

Ora basta con le (nostre) inutili congetture, perché da Trieste a Catania, da Sondrio a Trani e in molte altre città, vi presentiamo i 16 selezionati per KING OF PROVINCIA 2024. Leggete, ascoltate e imparate a conoscerli. Nelle prossime settimane li raccontereo uno a uno fino a scoprire chi di loro vincerà il tour. Per chi non fa parte della lista, non preoccupatevi: stiamo “cucinando” per voi e ci saranno presto altre meravigliose occasioni. 

Alfonso Cheng

Nocera Inferiore, cittadina dalla storia millenaria incastonata tra Napoli e Salerno, è il luogo che ha dato i natali a questo cantautore “DIY” che ama definirla “piena di pazzi”. Una città di confine e di contrasti, forse proprio come la sua musica: spontanea, ruvida e lontana da qualsiasi compromesso stilistico.

Alfonso Cheng ha sempre scelto un approccio alla musica diretto e senza fronzoli, una decisione che riflette l’urgenza di raccontarsi più che l’ossessione per la pulizia del suono. Ogni traccia cattura un momento grezzo e autentico, dove il difetto diventa carattere e la sincerità il vero motore creativo. Una voce fuori dal coro, un artigiano della canzone capace di trasformare l’imperfezione in una forma d’arte.

blue27

Blue27 all’anagrafe Carlo Mancini, viene da Fermo una cittadina delle Marche ricca di storie da raccontare e con tanta voglia di esprimersi. Il suo nome d’arte richiama una precisa tonalità di blu, un colore che, come la sua musica, trasmette profondità e malinconia. Il suo stile si muove a metà tra il rap e la forma canzone, dove ciò che emerge è un’esigenza quasi disperata di essere compresi. Nei suoi testi, la musica diventa una missione, uno strumento terapeutico con cui raccontarsi e far emergere la complessità delle proprie emozioni.  

Blue27 non cerca la perfezione, ma l’autenticità: ogni verso è un frammento di sé, ogni nota un tentativo di creare un ponte verso chi ascolta. È la forza di chi sa che ciò che comunica può risuonare nell’altro, trasformando la solitudine in connessione e il dolore in bellezza. 

Blue Town

I Blue Town sono una band alternative rock/post-gaze nata nel 2015 a Trani, una città pugliese affacciata sull’Adriatico. Fin dagli esordi, l’obiettivo del gruppo è stato chiaro: creare un ponte tra diverse sonorità, abbracciando influenze che spaziano dallo shoegaze britannico degli anni ’90 alla psichedelia più pura, passando per contaminazioni jazz, elettroniche e sperimentali.

La band arricchisce ogni composizione con strati di sperimentazione e sfumature elettroniche che ampliano ulteriormente il proprio spettro sonoro. Non si tratta solo di riproporre un genere definito, ma di trasformarlo, piegarlo alle proprie esigenze espressive e proiettarlo nel futuro. In ogni produzione si percepisce una costante volontà di esplorare nuovi territori musicali, tra chitarre sognanti e distorte, linee di basso pulsanti e atmosfere sospese e suggestive. Questo mix sonoro ci inviata a perdersi per poi ritrovarsi, in un viaggio tanto introspettivo quanto avvolgente.

Bolena

Dal Canavese parte un viaggio che porta il pop verso nuove dimensioni: Bolena è l’incarnazione della leggerezza più pura, quella sensazione liberatoria che provi quando balli la tua canzone preferita fregandotene di tutto e di tutti. È una musica che si nutre di contrasti, unendo melodie zuccherose anni ’90 a suoni sensuali ed evocativi, dove ogni beat sembra brillare di glitter e nostalgia. I Bolena vogliono essere un mix esplosivo, un cocktail al sapore di presobenismo, capace di trasformare anche la giornata più grigia in un party improvvisato. Le canzoni sono un invito a vivere senza ansie, a lasciarsi andare a un ritmo che sa di libertà, con quella leggerezza che non è superficialità ma un vero atto di ribellione in un mondo sempre più frenetico. 

Bruno Mari

 

Bruno Mari è un cantautore modenese che scrive canzoni da oltre dieci anni. Con il suo progetto solista, ha voluto esplorare l’autoproduzione di brani scritti di getto, semplici e d’impatto, che abbracciano il pop e una sincera commistione di generi. I suoi testi sono un vero e proprio viaggio nell’immaginario: natura elementare, realismo magico e psichedelia sognante  si mescolano a una visione più cruda della realtà, dove emerge anche la lotta politica contro l’alienazione e la solitudine.  

Bruno Mari non si limita a raccontare emozioni e paesaggi interiori, ma utilizza la musica come uno strumento di riflessione e resistenza, cercando di trasmettere al pubblico un messaggio profondo, attraverso sonorità che non temono di confrontarsi con le sfide del presente.  Il suo percorso artistico rappresenta un incontro tra generazioni, un ponte tra il passato e il futuro che, pur rimanendo ancorato alle radici del cantautorato classico, apre a nuovi linguaggi e sonorità, proponendo un’arte che sa parlare a tutti, senza mai perdere la propria autenticità.

Dollsaway

Dollsaway nome d’arte di Irene Rogna, è una cantautrice di 22 anni della Liguria Ponente (Savona) che racconta la sua musica come “caleidoscopica”, un viaggio sonoro tra emozioni contrastanti. Da piccola scriveva poesie e lettere a Babbo Natale piene di sogni di giustizia e pace, ma la sua arte è molto più di un semplice rifugio poetico: è un’esplorazione di introspezioni profonde. Non si riconosce nei cliché o nell’anticonformismo, ma ha una necessità di esistere come una persona “sfuocata”, forse solo quando canta. La sua musica, intrisa di dolore e bellezza, è un modo per affrontare la solitudine e il caos interiore. Dollsaway è una bambola in continua evoluzione, che vive attraverso le sue canzoni. 

Donı̈a Nö

Donı̈a Nö, originaria di Arezzo, mescola elettronica distorta, voci eteree e atmosfere dark per creare un sound unico, ispirato a band come Nine Inch Nails, The Soft Moon, Fever Ray, Bones UK e Subsonica. La sua musica è un viaggio inquietante ma magnetico, dove synth e chitarre si intrecciano per costruire paesaggi sonori che alternano momenti di rabbia e introspezione. Le sue tematiche spaziano dal femminismo alla paura della morte, passando per le pressioni sociali, dando voce a un’ansia post-moderna che si trasforma in energia liberatoria, quasi da ballare. Donı̈a crea una musica di resistenza, un vero e proprio esorcismo collettivo, che permette di affrontare le difficoltà della vita e di prendere atto delle proprie fragilità, trasformandole in forza e liberazione.

Hate Moss

Duo italo-brasiliano, formato da Tina e Ian, che ha saputo fondere le proprie radici culturali e musicali in un’esperienza sonora unica. Dalla provincia abruzzese alla città di Firenze, la band è nata a Londra e ha intrapreso un’esistenza nomade, portando la sua musica su palchi di Sud America, Europa e Medio Oriente. La loro musica è un mix di elettronica, post-punk, industrial ed electroclash, risultato di una continua ricerca sonora e di un’eredità multiculturale che emerge in ogni canzone. I testi degli Hate Moss esplorano tematiche artistiche, sociali e politiche, traendo ispirazione dalle varie scene musicali che li hanno accolti nel loro cammino. Sempre in evoluzione, la band ha abbracciato una costante sperimentazione sonora, mantenendo un’attenzione particolare per l’autenticità e la contaminazione di stili. La loro musica è caratterizzata da un mix di emozioni contrastanti e ritmi pulsanti che, pur restando fedeli a un’idea di innovazione e libertà creativa, si arricchisce di influenze globali, contribuendo a tracciare un percorso distintivo nel panorama musicale contemporaneo.

Heaven Or Las Vegas

Tra le lunghe strade deserte della provincia di Vicenza percorse nel cuore della notte e le atmosfere fantascientifiche, gli Heaven Or Las Vegas cercano una dimensione sonora in cui liberare i propri demoni. Il loro sound mescola emo, shoegaze e dream pop, immergendosi in scenari spaziali che richiamano l’estetica di David Lynch. Questo è il mondo indie rock di Paolo, Piercarlo, Alessandro e Federico: diretto, più aggressivo, con un piglio rock deciso, ma senza rinunciare al suono dilatato tipico del genere. Gli Heaven Or Las Vegas continuano ad esplorare l’eterno contrasto tra sogno e realtà, tra la mente umana e l’ineluttabile vastità dell’Universo. La loro musica, potente e introspettiva, affronta la dualità dell’esistenza, dove emozioni profonde si intrecciano con riflessioni cosmiche e una continua ricerca di equilibrio tra ciò che è dentro e fuori di noi.

Helen Burns

Gli Helen Burns sono una band post-punk dalle influenze alternative e punk, il cui suono caldo e scuro si alterna tra momenti malinconici e passaggi incandescenti, proprio come le fiamme che evocano e come la loro terra d’origine, la Sicilia. La band si forma in un paesino siciliano, all’interno di una casa in campagna dove vivono, suonano e scrivono insieme. Questo ambiente rurale, lontano dal caos delle grandi città, è il cuore pulsante della loro musica, che nasce dall’intimità di un legame forte e autentico. Helen Burns è prima di tutto una famiglia, unita da una connessione profonda che si riflette nei loro brani. Il rapporto che li lega è ciò che spinge la band a creare musica: scrivere diventa una necessità per raccontare valori, sentimenti e storie di vita che si intrecciano con la loro esperienza. Le loro canzoni sono il risultato di un lavoro corale, dove la condivisione e la complicità sono centrali. Un mix di intensità emotiva e passione, che affonda le radici nelle tradizioni siciliane ma si proietta verso sonorità contemporanee, con una forza espressiva capace di travolgere e coinvolgere.

Henna

E se Sondrio fosse la futura Seattle italiana o la prossima mecca del cantautorato? Non possiamo dirlo con certezza, ma quello che sappiamo è da dove nasce il progetto Henna. Con uno sguardo al passato e un suono contemporaneo, Henna è un’artista capace di far “spaccare” il palco con una voce potente e coinvolgente. Scrive di ciò che gli accade, navigando tra il vintage e l’elettronico, con un approccio che mescola sonorità classiche e sperimentazione. “A volte mi sento in un film di Fellini, altre in un film di fantascienza”, racconta, rispecchiando la sua ricerca di mondi sonori diversi e affascinanti. Sebbene ami sperimentare, Henna non rinuncia mai alla sua essenza romantica, quella che lo porta a rimanere legato alle radici del cantautorato italiano, come quando si ascolta Lucio Dalla. Con un linguaggio che oscilla tra il passato e il futuro, Henna è un’artista che non ha paura di esplorare nuove frontiere, ma che resta ancorato a un’emotività autentica e sempre fresca. Il suo progetto è un viaggio sonoro che cattura e incanta, portando l’ascoltatore in un universo tutto suo, dove le emozioni si fondono con la musica in un equilibrio perfetto.

Katana Koala Kiwi

I Katana Koala Kiwi sono un prodotto musicale della città di Trieste, con le sue contraddizioni e le sue influenze culturali. Alessandro, Andrea, Pietro, Gilberto e Lorenzo, membri della band, provengono da percorsi musicali diversi, ma la loro ricerca li ha condotti verso un’orbita sonora comune. Le loro composizioni nascono da un lavoro corale, in cui testi e arrangiamenti si intrecciano, dando vita a un suono unico che mescola diverse influenze. La band spazia dall’indie alla musica elettronica, creando atmosfere che sono talvolta abrasive e taglienti, come la pietra carsica che caratterizza il paesaggio triestino, altre volte dolci e avvolgenti, come il liquore di Terrano, tipico della regione. Il risultato è una musica che riflette l’anima della città, un luogo di incontro di culture e stili diversi, ma che sa trovare il suo equilibrio nelle sue contraddizioni.

INARIA 

INARIA è una band veronese che mescola post-rock, grunge, noise e garage punk, con l’aggiunta sorprendente di un sax, creando un sound unico e inconfondibile. La loro proposta musicale, definibile come “post-capitalismo” si distingue per l’intensità e la ricerca sonora, spaziando tra stili diversi e sorprendendo ad ogni ascolto. INARIA sta emergendo sempre più come una realtà consolidata, grazie all’energia delle loro performance dal vivo, dove la combinazione di ricercatezza musicale e idiosincraticità tematica prende vita.

Con testi che affrontano tematiche sociali, politiche e introspettive, vi invitano  a riflettere e a entrare in contatto con una realtà cruda e contemporanea. La band, che non ha paura di sfidare le convenzioni, riesce a catturare l’ascoltatore con un suono denso, che mescola la potenza del grunge con le atmosfere più eteree del post-rock, senza mai perdere la sua natura punk e provocatoria. L’approccio live, energico e visceralmente autentico, è il cuore pulsante del gruppo, che trasforma ogni performance in una manifestazione di pura espressività artistica. INARIA non è solo musica, è un viaggio emotivo che abbatte le barriere tra la band e il pubblico, creando una connessione profonda e senza filtri.

Loyo 

Tanti sono i mondi esplorati da Lorenzo Giordano, in arte Loyo, attraverso quello sguardo unico e particolare che unisce testi e produzione. La sua musica racconta sentimenti legati alla montagna, amicizie lontane e emozioni crepuscolari, ma non manca anche una buona dose di follia. Loyo sa prendere elementi estremi e legarli insieme grazie a un sottilissimo filo conduttore che genera una miscela sonora capace di sorprendere. Non si tratta di un’esplosione ma di un racconto intimo che culla l’ascoltatore verso un’esperienza sonora lontana dai soliti stereotipi legati alle canzoni. La sua ricerca musicale si fa spazio in territori inusuali, dove la sperimentazione e la profondità emotiva si intrecciano, dando vita a un suono che affascina e coinvolge, invitando chi ascolta a un viaggio personale e unico. 

Percossa Fossile

I Percossa Fossile sono una band che sfida le convenzioni musicali, spingendosi oltre i limiti dei generi per creare un sound unico e inconfondibile. Il loro stile si muove tra il noise, la composizione destrutturata, l’attitudine punk e incursioni nel mondo della fusion, dando vita a un mix che sfugge a ogni definizione precisa. Ogni brano è un’esplosione di energia cruda e sperimentazione sonora, un incontro di suoni abrasivi e improvvisazioni che si fondono in un’armonia complessa e intensa. Non temono di andare controcorrente, facendo della loro musica un’esperienza travolgente, dove ogni performance è una manifestazione di libertà espressiva e di ricerca senza compromessi. La loro proposta è un viaggio sonoro che invita l’ascoltatore ad abbandonare le certezze e ad esplorare nuovi orizzonti musicali.

TiBi

Tra le colline romagnole, la musica di TiBi nasce da un rapporto speciale con la sua terra, un luogo che ama ma che talvolta percepisce come “limitante”. Questo contrasto tra l’amore per le radici e il desiderio di esplorare orizzonti più ampi lo spinge a cercare nella scrittura e nella musica un modo per dare forma ai propri pensieri e alle proprie emozioni. La musica diventa per lui un canale privilegiato attraverso cui trasformare la quotidianità in arte, un luogo dove le sue esperienze più intime possono prendere vita.

TiBi sviluppa così un suono personale e innovativo, capace di fondere generi apparentemente distanti, creando un equilibrio originale tra melodie moderne e suggestioni che richiamano le sue origini. La sua musica è un viaggio che spazia dal pop elettronico alle sonorità più sperimentali, con un approccio intimo e riflessivo. Ogni brano diventa una finestra sulla sua realtà interiore, un’esplorazione del proprio vissuto e delle sue contraddizioni, mentre guarda le colline fuori dalla finestra, cercando di cogliere l’essenza del suo mondo.

Ascolta la selezione di KING OF PROVINCIA 2024:


L’articolo King of Provincia 2024: ecco i nomi dei finalisti di Teo Filippo Cremonini è apparso su Rockit.it il 2024-12-17 09:56:00



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