Prosegue la gara, e con il quarto live arriva un classico della struttura del format di X Factor. Anche quest’anno arriva l’Hell Factor, con la manche “giostra” e con la doppia eliminazione, un attimo prima dell’inedito. È la prima puntata in cui si ritrovano i corsi e ricorsi storici di questa edizione: performance troppo perfette per essere emozionanti, assegnazioni che complicano la vita dell’artista o al contrario la facilitano.
Però l’Hell Factor, la puntata che doveva essere infuocata, si rivela come la più fredda. Non brutta, sia chiaro, anzi, ma commenti che si ripetono da qualche puntata, dinamiche che non si spostano di una virgola, senza un arco narrativo e giusto un paio di piccolissime scintille al tavolo dei giudici, ghiacciano la parte più strettamente televisiva dello show. Se non altro, è una delle puntate in cui i talenti fanno tutti una bella figura, chi più, chi meno, nonostante assegnazioni a volte complicatissime.
E adesso che lanotte è finita e la luce è accesa, le pagelle di questo quarto, gelido, live. La settimana prossima, sarà tempo di inediti.
The XF Grand Hotel: 9
Una performance collettiva con tutti gli artisti che suonano uno dietro l’altro prima del primo raticamente: difficilissima, in cui TUTTI i nove talenti sono usciti benissimo, per alcuni addirittura convincendo per la prima volta. LOWRAH conIf I Were A Boy, Francamente in acustico con The Rhythm of the Night e i The Foolz finalmente precisissimi e convincenti in 90min, ma non basta: saranno loro ad andare via.
Negramaro
Non capisco perchè nella sequenza la voce di Giuliano pre-rec fosse così alta, nè perché per il medley non siano state scelte altre canzoni, ma gusto mio. Band rivoluzionaria per l’indie italiano diventato pop before it was cool, reduce da un anno altalenante, torna con un disco nuovo e comunque non si può non volergli bene, nonostante tutto, già solo per quella Nuvole E Lenzuola sul finale.
Lorenzo Salvetti – Me so’ ‘mbriacato: 6 annoiato
Esibizione buona, per una volta stupisce e esce fuori dallo stereotipo del teenager intenso, ma senza infamia e senza lode. Al solito, assegnazioni di una stanchezza e di una banalità rara portate in salvo da ‘sto ragazzo che è un eroe a salvarsi dalle grinfie di un giudice che sceglie le canzoni dalla scaletta di una serata karaoke nelle peggiori birrerie di Aversa. In alcuni momenti sembra proprio Lauro a cantarla.
Danielle –Fegato, fegato spappolato: 6 e mezzo
Bene così, finalmente sta prendendo confidenza con il palco e con la chitarra si trova decisamente molto più a suo agio, e risulta più convincente anche nella prestazione vocale. Riesce a riscattare anche l’esibizione della “giostra” iniziale buona ma con qualche stecca. Complice la migliore assegnazione che gli sia capitata e un buon lavoro per comprendere che non deve suonare per sé ma per chi ha davanti. Come dice il suo giudice: «La televisione si impara, il talento no». Come spesso accade quest’anno, nonostante la sua migliore performance va al ballottaggio e poi al tilt e poi a casa.
Francamente – Blinding Lights: 8
Sento la mancanza del riff, lo ammetto, ma la scelta è ottima: sia la canzone di The Weeknd, che renderla sottoforma di ballad. La messa in scena è mozzafiato, con le proiezioni che colorano e cambiano il colore del vestito di Franca. Ogni anno a XF c’è una cantante con la voce di gola – dai DaianaLou in giù – ma mai come Francamente l’ho trovata emozionante.
LOWRAH – Someone You Loved: 7 e pumpatapimpatapum
Già nella giostra si è presenta semplice in una resa perfetta di un pezzo kamikaze di Beyoncè. Nella seconda manche le viene assegnata una ballatona strappalacrime, con una tonalità leggermente troppo bassa e un arrangiamento inutilmente barocco. Vocalmente avrebbe potuto essere più tranquilla con un semitono in più, e l’emotività è limitata dalla messa in scena della seconda strofa con effetti speciali del tutto immotivati. Uno di quei casi in cui il minimalismo avrebbe aiutato ancora di più, e forse le avrebbe evitato un ballottaggio di troppo.
Les Votives – LA CANZONE NOSTRA: 6 sforzato
Anche qua, messi in iperdifficoltà dall’assegnazione, i Les Votives ci mostrano come suonerebbe il pezzo di MACE suonato dagli Zen Circus. Che non è un male, anzi: ma che fatica, signori, senato, principesse.
Mimì – La sera dei miracoli: 9 meno
Tornano le ricorrenze con il percorso di Sherol Dos Santos, sempre nella squadra di Manuel nel 2018, quando disse ai colleghi giudici: «avete chiesto i classici, e quando canterà i classici vi pentirete di averlo fatto». Ecco. Nonostante un cut tremendo – ma questo non è colpa sua – e una strofa traballante, nel ritornello è una delle migliori cose della serata. Mi riservo di ascoltare la versione in streaming registrata durante le prove per togliere il meno. Comunque: wow.
I PATAGARRI – Summertime: 7 sforzato
«Ci dicono che usiamo la stessa formula e dobbiamo usare qualcosa di diverso»… e assegna l’ennesima canzone strettamente jazz per nulla fuori dalla zona di comfort, restando pienamente nella formula che avrebbe voluto/dovuto rinnegare. Bella esibizione, soprattutto perchè una rarità un jazz reso in purezza in un talent show. Bravissimi, ma avrebbero potuto osare di più.
PUNKCAKE – Mi ami?: NC
Non classificabili perché con questa cosa di fare i matti-in-culo si sono fatti prendere la mano. Vanno sul palco vestiti da spermatozoi e questo li distrae dall’esecuzione, ma se punk deve essere, bene che sia sporco. Inclassificabili, ma in positivo. Alla fine cantare «un’erezione triste / per un coito modesto / spermi indifferenti per ingoi indigesti» in un talent show non è oggettivamente mai accaduto, e cazzo che bello. Tralaltro, cari PUNKCAKE, da parte di Rockit: grazie per la promo al MI AMI.
Giorgia: 9
Notavo che – a parte i momenti in cui canta per gli opening o per la promo del suo singolo – non viene mai sottolineato che Giorgia sia effettivamente una leggenda della musica italiana. Fa solo il suo ruolo di conduttrice e lo fa sempre meglio, riuscendo a mantenere calma con Lauro che sproloquia invece di dire il nome dell’eliminato.
Manuel Agnelli: 8 e dai dai dai
Altri corsi e ricorsi storici: qualche anno fa per un battibecco al tavolo Manuel smette di dare giudizi veri e dice solo “bravissimo”. Ale Cattelan dopo un po’ lo stuzzica: “Manuel, dai, ricominci a dare dei giudizi veri?”. Un po’ quella roba lì, anche se stasera Manuel dà giudizi veri e assegnazioni killer, anche quando gli piacciono, dà delle indicazioni per dare un apporto musicale maggiore allo show. Come dice al momento del tilt: «non mi interessano i cavalli, non mi frega un cazzo della gara: ho davanti dei musicisti».
Jake La Furia: 6 e mezzo
Puntata in sottrazione per Jake che perde anche i The Foolz, e dovrà limitare le menate di Queen Francamente, d’ora in poi. Però quando apre bocca, segna sempre uno dei momenti dello show in cui si sorride. Non dice “bravo” e basta, ma fa l’avvocato del diavolo e fa bene.
Paola Iezzi: 7
Sempre meglio, perchè lotta per difendere la sua Lowrah e si mette a sua disposizione, registrandole anche i cori. Cita sempre Max Martin, e a me va benissimo.
Achille Lauro: 6 per l’impegno, ma solo per quello.
Dopo qualche pagella potrebbe sembrare che io ce l’abbia con lui, ma giuro che ho almeno tre/quattro dischi suoi. Resta l’interpretazione del personaggio di sé stesso. Sempre le stesse frasi: dice di ibridare i generi e di far la rivoluzione, ma ibridazione e rivoluzione nessuno le ha viste. Suona la campanella, perde tempo al ballottaggio e ci mette una decina di minuti prima per non dire di voler eliminare Danielle e poi per andare al tilt senza voler dire che elimina Lowrah. Anche in quel momento incita il Senato, raffreddando il clima e trasformando la tensione del momento in, beh, noia. Se non altro, unico battibecco della serata.
—
L’articolo X Factor: doveva essere l’inferno, invece è il posto più freddo di Marco Mm Mennillo è apparso su Rockit.it il 2024-11-14 22:33:00