Tutti al giorno d’oggi indossano gli smartwatch, diventati ormai compagni di vita quotidiana utili a monitorare la salute e migliorare lo stile di vita. Tuttavia, pochi considerano che il cinturino che li accompagna potrebbe contenere sostanze potenzialmente dannose per la nostra salute.
Queste sostanze sono presenti all’interno dei cinturini di tantissimi produttori di smartwatch, come Google, Apple, Samsung o Garmin. Recenti ricerche hanno evidenziato la presenza dei PFAS (acronimo di PerFluorinated Alkylated Substances, cioè sostanze alchiliche perfluorurate e polifluorurate) all’interno di tantissimi dei cinturini che utilizziamo ogni giorno.
Questi composti sono spesso definiti sostanze chimiche eterne, grazie alla loro capacità di persistere nell’ambiente e nel corpo umano: tali sostanze sono conosciute per la loro alta resistenza all’acqua e alla sporcizia, rendendoli il materiale ideale per costruire i cinturini degli smartwatch.
Le varie aziende produttrici scelgono infatti i PFAS per la loro resistenza al sudore, la loro durata nel tempo e la capacità di mantenere un aspetto sempre pulito e “come nuovo”. In particolare, aziende del calibro di Google o Apple, ma anche tutti gli altri produttori di dispositivi indossabili, scelgono il fluoroelastomero, un materiale ricco di PFAS, per la realizzazione dei cinturini.
Per la loro natura intrinseca, i cinturini degli orologi devono essere progettati per resistere a condizioni difficili come l’esposizione a oli, acqua, sudore e sostanze chimiche. In loro aiuto arriva appunto la sostanza citata poco prima, in grado di rendere il cinturino sempre morbido, facilmente adattabile al polso e in grado di resistere ad attività fisica e altri agenti esterni che possono intaccare la vita di tutti i giorni.
I PFAS possono essere dannosi per la salute, ma niente panico
Nonostante i vantaggi pratici, i PFAS sollevano alcune preoccupazioni in merito alla salute umana. Queste sostanze non restano in eterno all’interno del cinturino, ma l’esposizione prolungata potrebbe far sì che vengano trasferite all’interno della pelle, provocando problemi come squilibri ormonali, danni al fegato o patologie più gravi.
Sebbene gli studi stiano ancora cercando di dimostrare il livello di assorbimento cutaneo di queste sostanze dai cinturini degli smartwatch, è noto che il contatto prolungato con la pelle, soprattutto durante l’attività fisica, potrebbe aumentarne l’assorbimento. È chiaro che allo stato attuale si tratta di casi limite, ma per evitare qualunque tipo di problema basta considerare alternative più sicure, come i cinturini in silicone, in tessuto o in pelle, naturalmente privi di PFAS se trattati in modo sostenibile.
Quali produttori utilizzano i PFAS?
Altro consiglio da tenere in considerazione è quello di controllare le specifiche dei materiali dichiarati dai produttori, sulle scatole o direttamente sul sito ufficiale. I PFAS vengono utilizzati dalla stragrande maggioranza dei produttori e sono molto comuni nell’ambito dei dispositivi indossabili.
Fortunatamente, una rapida ricerca in rete basta per farvi un’idea della loro diffusione, dandovi modo di scegliere se optare o meno per un determinato cinturino. Non tutti i produttori utilizzano la parola fluoroelastomero nella lista dei materiali, prediligendo nomi alternativi come “gomma sintetica” o altro.
Questa è la lista di alcuni dei produttori e dei cinturini che utilizzano i PFAS come materiale:
- Google: il cinturino presente nella confezione di Google Pixel Watch 3 e dei suoi predecessori utilizza il fluoroelastomero, come indicato sul sito ufficiale.
- Apple: i cinturini Sport e Ocean degli Apple Watch utilizzano i PFAS, ma fortunatamente in casa Cupertino sono disponibili decine di alternative in silicone o altri materiali più sicuri.
- Samsung: il colosso coreano utilizza silicone e altri materiali più sicuri per la maggior parte dei suoi cinturini, e al momento soltanto il cinturino Sport T-Buckle utilizza un materiale che spesso contiene PFAS.
- Garmin: semaforo verde anche per questo produttore, che utilizza quasi esclusivamente silicone nei suoi cinturini.
- OnePlus: uno dei due cinturini disponibili per OnePlus Watch 2 utilizza il fluoroelastomero, mentre il cinturino di serie di OnePlus Watch 2R è fatto di silicone.
- Amazfit: il materiale dannoso è stato riscontrato soltanto all’interno dei cinturini delle edizione limitate, e più costose, di Amazfit GTR4 Mini e altri modelli, mentre per il resto vengono impiegati esclusivamente silicone e altri materiali sicuri.
Inutile ricordarvi che lo scopo di questa notizia non è quella di creare allarmismo, ma di informarvi su studi ancora attualmente in corso e di potenziali rischi per la salute. Fortunatamente la alternative sul mercato non mancano, dando a tutti la possibilità di scelta durante l’acquisto di un dispositivo.