Valori di mercato Transfermarkt: storia e definizione

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Anniversario Transfermarkt 

Valori di mercato Transfermarkt: storia e definizione

©TM/IMAGO

Cristiano Ronaldo li mette in discussione, i tribunali internazionali li prendono come un punto di riferimento, l’industria del calcio ne ha fatto da tempo uno strumento riconosciuto e indispensabile. Di cosa parliamo? Dei valori di mercato di Transfermarkt, che celebrano quest’anno il loro ventesimo anniversario. Motivo sufficiente per raccontarne la genesi. Tutto nasce nel 2000 da un’idea di Matthias Seidel, oggi CEO  e direttore amministrativo di quello che è diventato il più grande database sul calcio liberamente accessibile in rete. Una media di quasi 6 milioni di utenti al giorno e un’estensione continua a livello mondiale (ad oggi sono 27 i domini presenti, dagli U.S.A. all’Indonesia)

“Ero un grande fan del Werder Brema ma vivevo ad Amburgo; così, in un epoca in cui la presenza dei media sui social non era così massiva, ero alla costante ricerca di news e di persone con cui condividerle. Volevo aumentare la possibilità di avere sempre più notizie con l’aiuto di una grande comunità. Ecco perché ho fondato Transfermarkt.de”, racconta Seidel. Un gruppo di persone che si relazionavano attraverso la medesima passione: questo è il pilastro e la base del successo del marchio, che successivamente ha sviluppato i valori di mercato. I giochi manageriali, popolari nella generazione del 55enne Seidel, hanno avuto un ruolo significativo nella loro creazione. “Il problema di questi giochi era che spesso non si sapeva chi fosse meglio acquistare per la propria squadra. Il parametro di riferimento era sempre il prezzo. Qui arriva lo spunto per i valori di mercato dei giocatori. All’inizio abbiamo sfruttato un’ampia varietà di fonti e naturalmente tenuto conto dei costi dei trasferimenti. Questi sono i primissimi passi. Da ottobre 2004 i valori di mercato sono presenti nei profili dei giocatori su Transfermarkt.

Tuttavia ancora oggi non vogliamo utilizzarli per prevedere le cifre esatte di ogni singolo trasferimento.

Era un hobby ma cercavamo di praticarlo nel miglior modo possibile. Cercavamo di mappare il mercato nella maniera più esaustiva e realistica e questo ha fatto sì che negli anni assumessimo una certa professionalizzazione. Non dimentichiamoci lo status dell’informazione sul calciomercato all’epoca”.

Oggi, l’analisi dei VdM è uno strumento strutturato che utilizza numerose variabili per soddisfare le esigenze del mercato nel corso degli aggiornamenti annuali delle quotazioni a livello mondiale.

“La base di tutto è l’analisi del valore di mercato, una fase in cui gli utenti discutono e si scambiano continui spunti di riflessione. Abbiamo colleghi di tutto il mondo che ci aiutano fornendoci preziose informazioni (sono oltre 200 le leghe analizzate di volta in volta, ndt). Internamente esiste un team specifico che coordina questo processo dalla sede centrale”, aggiunge Christian Schwarz, Head of International di Transfermarkt. Tutto secondo fattori designati e secondo l’evoluzione del calciomercato, mai statico. “La chiarezza sul lavoro da svolgere fa la differenza. Ogni caso è discusso singolarmente ma sempre messo in relazione al contesto, che siano compagni/rivali, lega d’appartenenza e non, e via discorrendo. È necessario avere uniformità”, prosegue Schwarz.

Un processo che ha portato progressivamente i valori di mercato ad essere un tema per gli addetti ai lavori. Professionisti del settore, direttori sportivi, manager, allenatori e altre figure del calcio entrano in contatto con Transfermarkt. “Una volta un genitore è venuto qui in ufficio a lamentarsi del valore di mercato del figlio, discutendone con noi a lungo. Era il padre di Mesut Ozil”, racconta Seidel con un sorriso”. Da Cristiano Ronaldo, che contattò TM via Instagram, al Borussia Dortmund, che citò i valori di mercato nel bilancio annuale, aneddoti non ne mancano e danno rilevanza ai VdM. “È una cosa che ci rende orgogliosi”, afferma Schwarz, “ma vogliamo perfezionare ancora il processo in futuro, coinvolgendo un numero sempre maggiore di persone, espanderci a livello internazionale. Il ventennale è una tappa, non un punto d’arrivo“.



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