Sostituzioni Serie A e minuti ai subentranti

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Panchina mon amour 

Sostituzioni Serie A e minuti ai subentranti

©TM/IMAGO

Rosa lunga, turnover e infortuni sono fra le parole più abusate fra gli habitué della Serie A. E che si giochi tanto o nell’ordine delle possibilità fisiche degli attori del calcio italiano (qui un’analisi di Transfermarkt), la bravura e la forza di una società si misura anche nella capacità di fornire quante più risorse possibili ai rispettivi tecnici. In queste prime giornate del 2024/25, ad esempio, Antonio Conte ha fatto di David Neres un jolly prezioso ma atipico (sempre chiamato in causa, 1 gol e 3 assist  ma solo un’ora di gioco totale).

Tutto in linea con le abitudini dello stratega leccese, colui che finora ha concesso meno spazio in media ai propri panchinari (15′ cad.). Sarebbe stato così anche in generale se Alessandro Nesta non avesse mostrato il braccino corto col Monza (449′ contro 469′ dedicati ai subentranti). L’aria che tira a Napoli, però, è quasi un retaggio del recente passato.

Gli Azzurri, infatti, sono la big meno generosa con le seconde linee dal 2021/22 ad oggi. Il confronto, non solo con le altre contendenti al titolo, lesina sulle interpretazioni: sulle ventiquattro squadre che hanno calcato i campi della Serie A in questo periodo è 8ª per sostituzioni effettuate, 15ª per minutaggio complessivo dei giocatori inseriti a gara in corso e addirittura 23ª per media di minuti concessi agli stessi. Nemmeno l’incognita degli infortuni di campo regge, anzi è un’aggravante, dato che solo cinque squadre ne hanno dovuto sopportare di più fra cui le due romane.

Una cautela e chiusura simile, forse, la si può riscontrare solo nella Juventus, che ha sfruttato solo 503 cambi sui 605 a disposizione (29 su 35 quest’anno, come il Milan e meno solo del Monza), per una media minuti concessi che va dai 21,1 del periodo 2021/22-2023/24 (comunque più di Fiorentina, Roma, Torino, Bologna, Udinese, Inter e Napoli) ai 22,7 attuali (quinto dato maggiore di lega). Praticamente l’opposto dell’Inter, che sì cerca di sfruttare al massimo chi scalpita a bordocampo (563, dodici in più di chi segue (Fiorentina)) ma in maniera tardiva. Inzaghi ha occupato tutti gli slot d’ingresso di quest’anno e di gran parte di quelli delle tre annate precedenti (93,9%) ragionandoci sempre fino all’ultimo (la media minuti è identica su base annuale o meno, poco meno di 19), anche perché ha ridotto al minimo l’incidente di percorso (35 cambi forzati per infortunio, con i 43 di Milan, Juve e Atalanta o i 63 del Verona, la più sfortunata del lotto). Come si diceva all’inizio, turnover e caso aiutano ma può reggere l’urto del calendario anche con un gruppo compatto e rincalzi scaltri.



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