Confronti ultimi anni
©TM/IMAGO
Rigore, rigorino, niente rigore. Declinazione quanto mai di moda in questi giorni, rinfocolata da un botta e risposta (e contro-risposta) fra Napoli e Inter, per un tiro dal dischetto che già passerà alla storia come il primo errore di Hakan Çalhanoğlu in Serie A dagli 11 metri.
Un tema caldo e familiare alle due società, che ne hanno potuti calciare più di tutti, ad eccezione della Roma, negli ultimi tre campionati. Ne è diventata quasi una questione da “piani alti”, con il VAR come strumento sotto accusa.
Restando ai freddi numeri possiamo trarre già una conclusione cristallina: la percentuali di rigori concessi non fa distinzione di rango. Da luglio 2022 ad oggi hanno avuto la stessa possibilità di segnare su massima punizione il Frosinone come l’Inter, il Venezia come il Napoli o la Cremonese quanto l’Atalanta.
Rigori in Serie A: i numeri in epoca VAR
Semmai cambiano la facilità di conversione in gol, che passa dallo 0% del Como al 100% di Salernitana e Sampdoria, con il Napoli quasi in mezzo alle sette sorelle del nostro calcio (quinta con il 73%, davanti a Juventus (64%) e Fiorentina (61%)). Allungando l’indagine all’intera epoca VAR, c’è poca carne da spolpare intorno all’osso: le signore d’Italia hanno tutte una media di rigori concessi a partita che va dallo 0.22 allo 0.25, con il Milan che ha ancora la gara di Bologna per cambiare la propria posizione.
Unica eccezione l’Atalanta, ancora dietro al Sassuolo, la cui sicurezza dagli undici metri sarebbe quasi da clonare (50 gol su 58 tiri), anche se l’unica con il 100% è il Brescia, capace di fare 4 su 4 nel 2019/20. Coincidenza: fu l’ultimo anno in cui il Napoli fece en plein. 5 su 5, tutti firmati da Lorenzo Insigne, fra i migliori tiratori della Serie A. Un ruolino di marcia che Antonio Conte spera di replicare nei prossimi mesi. Senza retropensieri.