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Ultimi 4 anni

©TM/IMAGO
Profondità di rosa e turnover. Non esiste allenatore del mondo professionistico che non si porti dietro questi due concetti come spalla. A maggior ragione coloro i quali, dalla nascita della Conference League, si sono ritrovati a dosare le forze dei propri uomini all’indomani di una partita di coppa europea, dall’ultima nata alla più celebre e prestigiosa Champions League. Responsabili delle nove squadre impegnate nei tornei UEFA nell’ultimo quadriennio hanno dovuto preparare qualcosa come 258 incontri di Serie A, senza contare quelli della 14a giornata dell’edizione 2024/25. Con quali risultati?

Iniziamo dal dire che Fiorentina e Bologna sono le uniche che hanno mantenuto una media punti alta, vuoi per una casistica breve (i Felsinei), vuoi per un calendario internazionale più gestibile (i Viola, che quest’anno hanno affrontato formazioni straniere fra il 110° e il 300° posto del ranking). In virtù di questo si può sottolineare che la Roma sia l’unica fuori media (1.46 punti a gara) ma anche la più logora (46 gare, 20 in più di Juventus e Napoli, fuori dai giochi UEFA in una stagione a testa).

Equilibrio anche fra i gol segnati e subiti con qualche eccezione. Come confermato anche in questo primo inizio di stagione la Juventus subisce e segna poco. Dal 2021/22, nelle gare post-coppe, solo la Lazio è andata meno a bersaglio (0,02 lo scarto fra bianconeri e biancocelesti). Di contro i gol incassati sono esattamente 1 a gara, meno solo del Napoli se non si vuol tener conto del poco numero di gare sul groppone del Bologna attuale. Praticamente il rovescio di quanto capita al Milan, avventuriero in area di rigore avversaria, distratta in quella propria. Dopo il rocambolesco 3-3 di Cagliari dopo aver annichilito il Real Madrid a domicilio, è ora per il Diavolo e Fonseca di trovare un equilibrio migliore, anche col passato. Saranno d’accordo Vásquez e Colombo, gli ex dell’Empoli atteso a San Siro sabato?

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