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In Serie A

©IMAGO
La differenza fra il colpire un palo o una traversa dal bucare la rete avversaria non è sempre minima. A volte può influire su un risultato singolo e avere ripercussioni a lunga durata. Basterebbe rivivere il calcio di rigore fallito da Hakan Çalhanoğlu contro il Napoli, il suo primo errore in Serie A: palla sul legno, Meret salvo e niente sorpasso in classifica.
Punti mancati che pesano, visto che il turco è anche il quinto giocatore ad aver colpito più volte le parti esterne della porta negli ultimi 5 anni in Italia. Peggio se davanti c’è un altro giocatore nerazzurro: Lautaro Martinez.
Chi ha colpito più legni in Serie A negli ultimi 5 anni?

Serie A: chi ha colpito più pali e traverse nel 2024/25?
Nerazzurro ma dell’Atalanta anche il giocatore più sfortunato/impreciso della stagione, l’unico con cinque pali e/o traverse centrati, uno in meno, udite udite, di Marcus Thuram, un altro interista sprecone. Del resto, come avevamo notato nell’analisi per squadre, la Dea e il Biscione erano le squadre che avevano colpito più volte i legni nell’attuale Serie A.

Alla 34.a giornata
Chi ha colpito più legni in Serie A negli ultimi 3 anni?
Accorciando il periodo di ricerca agli ultimi tre anni, il nigeriano di stanza a Bergamo resta primo in compagnia di Lautaro e Dusan Vlahović, non propriamente fortunato da quando è passato alla Juventus. Però costante: 3 volte quest’anno, 3 l’anno prima e 3 nel primo per intero in bianconero. E pensare che erano stati 3 anche nell’ultimo anno e mezzo a Firenze.
Al Franchi c’è stato il peggiore dell’annata passata (Nico González, 6 come Vásquez del Genoa e Soulé al Frosinone). Nel 2019/20 si toccò quota 7 con Andrea Belotti e Ciro Immobile, con quest’ultimo ancora oggi che è lontano dall’Italia l’unico a colpire almeno 20 pali e/o traverse nelle ultime 6 stagioni di Serie A (23).
Furono 7 anche nel 2020/21 con Lorenzo Insigne e Duván Zapata al pari del solito Immobile, idem nel 2021/22 (Lorenzo Pellegrini con la Roma) mentre nel 2022/23 la vetta è stata toccata da Victor Osimhen (5) nell’anno del terzo scudetto del Napoli. Segno che anche nella cattiva sorte si può cambiare il destino finale.
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