Stipendi in Serie A
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Gli stipendi dei giocatori sono negli ultimi anni uno dei big topic quando si parla di calcio e inevitabilmente ci si sposta sui discorsi di mercato e di gestione delle rose. L’argomento ormai riempie anche i salotti televisivi, nei quali gli astanti discutono sul nesso fra compensi e prestazioni in campo, spesso non il linea.
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Alle volte i giocatori disattendono le aspettative, altre un ingaggio alto è la chiave per vincere un duello di mercato o per persuadere un calciatore, altre ancora il professionista acquisito arriva alla fine della carriera con un ingaggio degno dell’importanza in una rosa passata ma che, con gerarchie sempre più mutevoli, risulta obsoleto. Prendendo quest’ultimo caso come esempio, guardiamo alla Juventus che Cristiano Giuntoli sta rivoltando come un calzino con l’intento di migliorare la rosa ma anche di diminuire il monte ingaggi. Il DS ha optato per il taglio pesante di diversi giocatori di rilievo del precedente gruppo squadra, anche in anticipo con i tempi, vedi il caso Wojciech Szczesny.
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I Bianconeri hanno sì speso per assicurarsi Michele Di Gregorio, ma risparmieranno tanto dall’ingaggio monstre del polacco ora alla corte del Barcellona. Lo stesso discorso è stato fatto in tempi diversi per Alex Sandro, Leonardo Bonucci, Adrien Rabiot, e potrebbe riproporsi con Danilo, capitano nello spogliatoio ma poco utilizzato in campo considerando che è il 19° per ingaggio netto in Serie A. Ultimo, ma non di importanza, c’è il tema del rinnovo di Dusan Vlahovic, il più pagato del campionato con ben 12 Mio. € netti, e con un prolungamento che tarda ad arrivare, visto anche quanto pesante sia il suo stipendio per le casse della Vecchia Signora.
Una squadra che sembra non riuscire a fare collimare le grandi spese per gli stipendi con i risultati in campionato è la Roma. Ben sette gli ingaggi giallorossi che raggiungono almeno i 3 Mio. € netti a stagione, e un feeling con le posizioni Champions del tabellone che pare assente, nonostante buoni exploit in campo europeo negli ultimi anni. Una situazione in parte figlia della volontà di accaparrarsi elementi di spicco a parametro zero, quindi senza spesa per il cartellino (Paulo Dybala, Evan Ndicka, e i più recenti Mats Hummels e Mario Hermoso). Mossa intelligente ma solo se bilanciata dal buon esito della stagione.
Chi la stessa strategia, invece, l’ha fatta funzionare a dovere è l’Inter, citando gli ultimi Mehdi Taremi e Piotr Zielinski, ma anche i vari esempi delle annate passate come Stefan de Vrij, André Onana, Hakan Calhanoglu e Marcus Thuram. Certo, altri budget e altri numeri, visto che l’Inter piazza sei calciatori tra quelli con almeno 5 Mio. € di ingaggio netto, contro i zero della Roma, se escludiamo i bonus e quindi La Joya.
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Un capitolo a parte lo merita il Milan, intenzionato a tenere l’asticella degli stipendi giustamente ancorata a canoni di responsabilità economica, anche a rischio di vedersi soffiare alcuni dei propri pupilli come Franck Kessié, Gianluigi Donnarumma, Alessio Romagnoli o lo stesso Calhanoglu. Al momento appartiere ai Rossoneri solo uno degli stipendi più alti della Serie A: quello di Rafael Leão. Una nuova analisi andrà fatta nel momento in cui la dirigenza dovrà misurarsi con le richieste di rinnovo di alcuni big, dovendo già gestire il terzo monte ingaggi del campionato. Cambierà qualcosa coi vari Mike Maignan, Theo Hernandez e Christian Pulisic?